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Pier Carlo Sommo

La cupola affrescata

Ci sono importanti luoghi storici che a volte non hanno il risalto che meritano: uno di questi è Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì (CN), in Piemonte.

Questo capolavoro del barocco piemontese possiede la cupola più grande al mondo di forma ellittica, e inoltre è la quinta, per dimensioni, dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon di Roma, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze e la cupola del Gol Gumbaz in India.

La cupola di Vicoforte svetta maestosa sullo sfondo delle Alpi cuneesi. Il complesso dedicato alla Natività di Maria Santissima, detto della “Regina Montis Regalis”, è un gioiello del Barocco piemontese caratterizzato da linee sobrie all’esterno  che contrastano con ricchi e scenografici elementi architettonici all’interno.

Come in tutte le antiche costruzioni religiose la nascita è dovuta a un miracolo incerto tra realtà o leggenda.  L’origine del santuario è un pilone votivo costruito intorno al 1500. Nel 1592 lo sparo di un cacciatore colpì inavvertitamente l’effigie della Madonna. Il fatto accidentale fu considerato nefasto dalla popolazione che

Il pilone votivo

viveva un periodo di epidemie e carestie. Quindi, per chiedere l’aiuto del cielo, attorno al pilone due anni dopo fu costruita una prima cappella dedicata alla Madonna, che in breve tempo attirò un gran numero di devoti provenienti da tutto il Piemonte.

L’intensa devozione colpì profondamente, Caterina Micaela d’Asburgo, figlia di Carlo V di Spagna e moglie del Duca di Savoia, Carlo Emanuele I (Rivoli 1562 – Savigliano 1630). Il Vescovo di Mondovì si fece allora promotore della costruzione di un grande tempio per accogliere il crescente numero di fedeli. Il progetto venne appoggiato da Carlo Emanuele I con l’intenzione di farne il sepolcro dei membri di casa Savoia a imitazione dell’Escorial spagnolo.

Nonostante le ottime intenzioni iniziali la costruzione fu lunga e travagliata e durò quasi 300 anni. Il progetto iniziale fu di Ascanio Vitozzi, (Orvieto, 1539 – Torino, 1615), architetto militare di Emanuele Filiberto di Savoia che si dedicò a Torino anche all’architettura civile, antesignano del primo barocco piemontese. Il cantiere incontrò subito problemi per l’errata scelta del sito, posto su terreno instabile. Vittozzi morì nel 1615, quando la grande costruzione era stata eretta solo fino al cornicione, dove avrebbe dovuto essere innestato il tamburo della cupola. Morto anche il Duca (che volle essere sepolto nel santuario), a distanza di quindici anni dall’architetto, la costruzione si arrestò del tutto, lasciando il santuario senza cupola. Il cantiere venne così abbandonato per quasi 200 anni.

La facciata principale

Nel 1728 ripresero i lavori nonostante ormai la Basilica di Superga di Torino fosse destinata a mausoleo per i componenti della famiglia Savoia al posto di Vicoforte.

L’architetto Francesco Gallo (Mondovì, 1672 – 1750), geniale personaggio che all’epoca  aveva solo 29 anni, riaprì il cantiere e lavorò per oltre trent’anni  nel Santuario. Realizzò il tamburo alleggerito da grandi finestrature,  la grandiosa cupola ellittica e la cosiddetta “lanterna” che la sovrasta, donando all’interno una luce che in particolari condizioni evidenzia in modo straordinario gli affreschi. Eccezionali le dimensioni: 74 metri l’altezza della cupola, con il diametro maggiore di oltre 36 metri e quello minore di 25, 15 metri l’altezza della lanterna. I lavori edilizi terminarono solo alla fine del 1800 con il completamento delle tre facciate e dei quattro campanili.

Monumento Funebre di Carlo Emanuele I

Anche l’affresco che decora la cupola del Santuario ha un primato: è l’opera a tema unico più estesa al mondo. I 6000 metri quadrati della Cupola riportano alcuni momenti della vita di Maria e della sua assunzione al cielo passando per i tre momenti della nascita, del pellegrinaggio terreno e della contemplazione nella fulgida gloria. La rappresentazione comincia dalla volta per poi scendere verso il basso, lungo gli otto grandi arconi di sostegno su cui poggia la cupola della Basilica. Tra i vari personaggi biblici ci sono gli Apostoli, tredici per la presenza di San Paolo, l’apostolo delle genti e Mattia al posto di Giuda. La figura di quest’ultimo apostolo si narra che abbia le sembianze del pittore Mattia Bortoloni da Rovigo che insieme al milanese Felice Biella  completò l’affresco fra il 1746 e il 1748. Gli studiosi ritengono il lavoro ispirato alla pittura del veneto Giambattista Tiepolo.

Il tempio ha quattro cappelle, due con destinazione funeraria: quella di San Bernardo e quella di San Benedetto. Nella prima, nel 1677 fu traslato il duca Carlo Emanuele I. Il monumento funebre in marmo del Duca è stato realizzato nel 1792

La portantina di Papa Pio VII

dai fratelli Filippo e Ignazio Collino, che lavorarono anche alla decorazione della cripta di Superga.  Nella cappella c’è anche il monumento dedicato a Papa Pio VII, Gregorio Chiaramonti, e la portantina che lui lasciò in dono come segno del suo passaggio il 15 e il 16 agosto 1809 a Vicoforte, ostaggio di Napoleone Bonaparte che lo aveva fatto arrestare in Vaticano. I francesi avevano deciso di portare il Pontefice a Savona,  ma temendo eventuali rivolte locali preferirono percorrere le strade interne del monregalese perché ritenute più sicure.

La tomba di Vittorio Emanuele III

La destinazione della Basilica a sepolcro di Casa Savoia si arrestò con la sola sepoltura del Carlo Emanuele I. La funzione è stata ripresa recentemente, nel dicembre 2017, nella cappella di San Bernardo,  quando è stata tumulata la salma di Vittorio Emanuele III, secondo Re d’Italia, proveniente dalla cattedrale di Alessandria d’Egitto. A fianco è stata collocata la salma di sua moglie Elena del Montenegro, seconda regina d’Italia, trasferita da Montpellier. Così si è conclusa l’annosa questione dei due monarchi  sepolti in esilio.

Diversa la Cappella di San Benedetto dove si trova il cenotafio della figlia prediletta del Duca, Margherita, duchessa di Mantova e Monferrato, moglie di Francesco IV Gonzaga, morta nel 1655 a Miranda de Ebro e sepolta nel Monasterio de las Huelgas a Burgos (Spagna).

Tomba della Regina Elena

La Basilica, monumento nazionale dal 1880, all’epoca richiese vari interventi per la sistemazione definitiva delle facciate, la copertura della cupola e dei campanili. Importanti lavori di manutenzione sono stati realizzati negli anni Ottanta del 900. Si è risanato il terreno e le fondamenta perchè le acque sotterranee sono antico problema del sito. La grande cupola è stata circondata da fasce di acciaio per garantirne la stabilità. Il lavoro più evidente è il restauro del grande affresco che ha ripristinato la straordinaria luminosità che lo caratterizza.

A fianco della Basilica si trova da sempre il convento dei cistercensi, oggi sede della Casa Regina Montis Regalis, struttura alberghiera per pellegrini e turisti.

Nel periodo estivo, su prenotazione è possibile arrivare sulla cupola percorrendo 266 scalini per essere premiati con la visione di un vasto panorama.

 

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.