Paolo Girola
So che si rischia molto a parlare “politicamente scorretto”, ma , mi pare, che la situazione ci imponga di metterci di fronte alla realtà senza troppi veli. La prima cosa politicamente scorretta tornata di moda è la virtù della compassione. Quanta ne abbiamo avvertita, e senza pudore, da parte di chi soccorre e cura. Essere compassionevoli era, fino ad ora, una colpa da tenere nascosta, una debolezza dell’anima, un peccato contro la religione dell’edonismo individualista. Un retaggio della nostra cultura cattolica.
Il secondo “vizio” che riemerge è l’impegno verso gli altri, quel moto dell’anima che spingeva molti giovani della mia generazione al volontariato. Oggi , se osserviamo i volontari, sono un esercito di capelli grigi. Ma la grave situazione di emergenza ci sta mostrando anche giovani che si impegnano e il dedicarsi al proprio lavoro di cura con altruismo, oltre i propri doveri contrattuali , è un gesto di volontariato perché “gratuito”.
Ma questa malattia ci fa scoprire altre cose politicamente scorrette: i maschi e le femmine , cioè i due tradizionali generi umani, reagiscono in modo differente al virus. Ci riporta al nostro essere primordiale: Adamo ed Eva. Questa è una grave offesa alle teorie gender, secondo le quali il genere cromosomico non conta, deve prevalere quello al quale senti di appartenere in un dato momento o in una data circostanza.
La donna e l’uomo come creatori di sé stessi, che possono anche essere modificati e manipolati. Ma la natura ci impone di esser miti nei suoi confronti. Se Greta Thunberg è politicamente corretta e condividiamo le sue denunce, allora non si capisce perché gli allarmi per una natura violentata debbano escludere la natura umana: lo scambio artificiale di embrioni o ovuli, l’affitto di uteri, le maternità surrogate, l’esclusione a priori di un padre o di una madre nella vita di un essere umano. Certo , si può anche restare orfani, ma ,fino ad ora, non è mai stata considerata una fortuna.
Infine, sarà sicuramente vero che questo virus non è stato creato in laboratorio, ma fa venire un brivido nella schiena l’allarme che lanciò la rivista Nature, ripresa dall’ormai celebre servizio del TG Leonardo, in cui si denunciava il rischio di esperimenti come quello fatto in un laboratorio cinese nel 2015 : la creazione in laboratorio di un supervirus polmonare aggressivo per l’uomo.
Tutto per dire la cosa più politicamente scorretta : non penso che i nostri atti debbano essere ridotti a una espressione puramente fisica priva di coscienza. Come dire che se una cosa è possibile non sempre è anche buona.