Carola Vai
Venezia celebra 1600 anni di storia guardando al futuro. Uno sguardo suddiviso tra il rinchiudersi in se stessa per difendersi dagli effetti negativi di future invasioni turistiche, e il lasciare “libere e aperte le porte” a tutti per incentivare l’economia quando il dramma del Covid sarà superato. Scelta non facile per una delle città più ammirate e amate al mondo per la sua storia, originalità, bellezza, ma anche per a sua fragilità. Poco importa se da secoli la data della sua fondazione, 25 marzo 421, è messa in discussione. Venezia è un museo all’aria aperta, patrimonio non solo dei veneti, ma di tutti gli italiani.
Certo il covid ha fatto emergere più che in tante altre parti del mondo debolezze in precedenza inimmaginabili . Così, se le celebrazioni del compleanno in programma dal 25 marzo al 2022 sono state stravolte , l’idea, a fine pandemia, di tutelare Venezia come un museo, un tempo criticata, cattura sempre più consensi. A rilanciare la proposta è stato Luca Zaia, presidente della regione , convinto che per salvaguardare Venezia sia utile a fine pandemia praticare l’ingresso contingentato dei turisti nella forma delle prenotazioni come si fa quando si deve prendere un aereo o un treno. Zaia ha comunque riconosciuto che la decisione è di competenza del sindaco Luigi Brugnaro, eletto la prima volta nel 2015 e riconfermato sindaco al primo turno nelle elezioni di settembre 2020.
In passato l’idea di trattare Venezia come un museo aveva irritato molti veneziani . Gli abitanti vedevano nel biglietto imposto ai turisti per entrare nella stupenda città lagunare e nelle sue isole una penalizzazione dell’economia per i residenti, e pertanto erano arrivati a sollecitare in cambio una forma di reddito essendo loro i guardiani del museo. Alle tante polemiche suscitate dall’arrivo in Laguna delle gigantesche navi da crociera e di milioni di turisti Zaia, a margine della presentazione del progetto “piano regionale dei trasporti”, nel luglio 2019, dichiarò comunque: “la partita di Venezia deve essere risolta. Spero che si trovi una soluzione perché il tema delle crociere è irrinunciabile”.
L’arrivo del Covid nel 2020 cancellò il problema dell’assalto dei turisti, soprattutto stranieri, quasi del tutto scomparsi, e in seguito anche di gran parte degli italiani. Persino il Carnevale, famoso in tutto il mondo, è stato ridotto al minimo con alcuni veneziani in costume sparsi per Piazza San Marco in rispetto delle norme di distanziamento. Così, il covid che ha penalizzato profondamente tutto il mondo e in particolare le città d’arte, su Venezia prevalentemente a vocazione turistica, ha lasciato, e continua lasciare, profondi segni nel tessuto economico e produttivo. La città lagunare nella sua storia lunga 1600 anni ha affrontato difficoltà di ogni genere: dalle guerre politiche alle guerre commerciali, fino alle numerose epidemie. Di queste la storia ricorda la peste nera del 1.300 giunta dall’Oriente che colpì uomini, donne, bambini, poveri e ricchi, contadini e re e causò in Europa circa 20 milioni di vittime. Poi la peste del 1.500 e quella del 1.600 che fecero stragi di persone di ogni età e tormentarono in modo violento il nord della penisola italiana. Altro flagello umano arrivò con “la spagnola” del 1918-1920, influenza pandemica che provocò cento milioni di morti nel mondo, secondo stime non ancora del tutto definite. Le varie epidemie ridussero in modo drammatico il numero della popolazione veneziana e trasformarono le isole della laguna in lazzaretti (il primo della storia sorse a Venezia nel 1423, nell’isola di Santa Maria di Nazaret, al centro della Laguna e davanti al bacino di San Marco).
Grazie al miglioramento della medicina, il Covid sta provocando effetti meno spaventosi delle epidemie del passato, ma sta comunque avendo pesanti ripercussioni sulla vita e sull’economia mondiale. In particolare Venezia concentrata da tempo sull’economia turistica sta pagando un duro prezzo. Così il 2021 che avrebbe dovuto essere per la città dei Dogi l’anno dei grandi festeggiamenti per il mitico anniversario, si è trasformato nell’anno dell’ansia e della paura. E mentre la gran parte delle società di navigazione vacanziera stanno rinviando la ripresa dell’attività a cominciare da Costa Crociere che ha spostato la ripartenza delle sue navi a maggio
“in considerazione delle restrizioni ancora in vigore in Italia e in altri Paesi europei per contenere l’epidemia di Covid-19”, come si legge in una nota della Compagnia, Venezia si affida ad una serie di celebrazioni on line per lo storico anniversario. In tutto 235 iniziative, a cominciare dal 25 marzo, presentate da 135 soggetti, giunte in seguito alla call lanciata dal Comitato per le celebrazioni dei 1.600 anni, istituito dal Comune di Venezia. Del resto mille seicento anni di storia sono una grande eredità che nemmeno gli effetti del Covid possono impedire del tutto di ricordare.