Search

Pier Carlo Sommo

 I municipi dei paesi del Piemonte spesso hanno sede in palazzi nobiliari,  ottenuti dai comuni attraverso lasciti, eredità, donazione o venduti dai nobili perché troppo costosi da mantenere. Quasi sempre di grande valore architettonico, sono abbelliti con affreschi o reperti artistici d’epoca. Poco conosciuto, ma di grande pregio artistico, a brevissima distanza da Torino, possiamo visitare Palazzo Grosso di Riva presso Chieri oggi municipio del comune, che porta l’impronta del grande architetto del barocco piemontese Bernardo Vittone.

Pianta dell’ antica Ripæ Oppidum

La vicinanza con Chieri porta spesso a trascurare, considerandola tutt’uno Riva presso Chieri, conosciuta anche per essere il paese di San Domenico Savio, nato nella frazione San Giovanni nel 1842, beatificato nel 1950 e proclamato Santo nel 1954, discepolo prediletto di San Giovanni BoscoRiva presso Chieri è l’antichissima Ripæ oppidum. Primi abitanti del territorio furono i Celti e i Liguri. La pianura dell’importante Carreum Potentia” (Chieri) subì una massiccia colonizzazione. Sono stati ritrovati molti reperti archeologici dell’età romana, come necropoli e tombe romane. Quando l’impero romano declinò, nel territorio di Riva vi furono possedimenti dell’abbazia di Nonantola, della Novalesa e poi di Vezzolano e del monastero di S. Pietro di Breme. Signori feudali di Riva, furono poi conti di Biandrate. Nell’epoca dei liberi comuni partecipò alle guerre tra Chieri e Asti, allora importanti città con ricchi traffici commerciali. Nel 1223 Riva fu soggetta per parte dei signori ad Asti e per parte di popolo al Comune di Chieri.  Dopo le guerre tra guelfi e ghibellini astigiani nel 1372 passò ai Savoia, fu teatro di numerose invasioni e guerre: dalla calata delle truppe di Carlo VIII, alle scorrerie dei Lanzichenecchi nel 1515. Nell’ottobre del 1630, nel castello di Riva, rimasto im­mune dal contagio della peste, venne­ro trattati i preliminari della pace di Cherasco tra Vittorio Amedeo I, il cardinale Mazarino e gli ambasciatori di Austria, Francia e Spagna. Strettamente legata a Chieri la cittadina di Riva ne ha sempre seguito il destino storico ed economico, con attività agricole affiancate dall’industria tessile.

Ingresso di Palazzo Grosso

Entrando in Riva colpisce l’imponente mole barocca del palazzo Grosso, sede ora del municipio, dalle antiche origini.  Nel 1619 il duca di Savoia Carlo Emanuele I donava a Margherita Rossillon di Chàtelard, sua favorita, il castello di Riva con titolo marchionale. Il progetto secentesco del castello è attribuito all’architetto ducale Carlo di Castellamonte.

Nel 1735 il feudo di Riva passò ai conti Grosso di Brozolo il castello, incendiato dai Francesi nel 1692, rimase fatiscente a lungo e nel 1737 ne fu decisa la ricostruzione. Nel marzo del 1738 veniva affidato il progetto all’architetto Bernardo Vittone (1702-1770) che forniva disegni e planimetrie per il palazzo. I lavori di ricostruzione furono lunghi a causa di vari passaggi di eredità e di vicende storiche. Nel 1779 il palazzo veniva ereditato dalla giovane contessa Faustina Grosso ved. Mazzetti di Montalero, che affidò nuovi progetti all’architetto Mario Ludovico Quarini (1736-1800)

Scalone d’ingresso

L’esterno del palazzo, secondo i programmi della contessa Faustina Mazzetti doveva essere abbellito da due giardini contigui, i progetti vennero disegnati nel 1797 dall’architetto viennese Leopoldo Pollack ma non furono mai realizzati a causa dell’invasione francese del Piemonte. II palazzo passò ai conti Radicati di Brozolo, che poi lo cedettero al Comune, che vi insediò la sua sede. Le decorazioni delle sale del palazzo volute dalla contessa Grosso erano alter­native al gusto ufficiale della corte sabauda sul finire del XVIII secolo. I temi delle decorazioni sono il fa­scino mitico dell’Estremo Oriente e l’interesse per la sco­perta archeologica. Autori sono i fratelli comaschi Antonio e Giovanni Torricelli, che lasciarono anche la loro firma su alcuni affreschi, una delle iscrizioni ri­porta anche la data 1790.

Salone delle Feste

Lo scalone monumentale è uno dei primi esempi di decorazione neogotica in Piemonte realizzata sul finire del secolo XVIII. Il salone delle feste affrescato in stile pompeiano rappresenta nel soffitto gli amori di Giove e sulle pareti, in grandi tele finte, i per­sonaggi di Bacco, Arianna ed Ercole e Jole.

La sala etrusca nelle scene di banchetto e nelle decora­zioni geometrico-floreali della volta riprende i temi delle antiche anfore dell’Etruria e la sala delle grottesche ri­porta alcuni paesaggi tratti dai repertori delle “Antiche pitture di Ercolano”, a riprova del gusto archeologico dell’epoca. La sala cinese è invece decorata con carta dipinta e vi è raffigurata la lavorazione della seta, la raccolta delle perle e la creazione delle porcellane.

Decorazioni della sala cinese

Tutti i temi decorativi sono resi omogenei dal mede­simo intento pittorico: il gusto tra il divertente e il raffi­nato per il “trompe-l’oeil”, l’inganno prospettico, che si coglie costantemente efficace, ma con maggiore effetto nella sala delle stampe e dei finti legni attribuita a Pietro Palmieri (1738-1804).

Il palazzo è aperto al pubblico e si può abbinare la visita all’interessante ed originale Museo del Paesaggio Sonoro che ha sede nello stesso edificio.

Sala del Museo del paesaggio sonoro

Il percorso museale porta a scoprire il suono come parte integrante della vita dell’uomo nel secolo scorso: le voci, le ninna-nanne, il rintocco delle campane a scandire i ritmi della giornata, i cori delle feste e delle processioni, i richiami da caccia, i fischietti, le orchestre di paese. Il cammino si snoda in diverse sale tematiche. La Sala ‘900 con una ricca esposizione fotografica testimonia i temi del Paesaggio Sonoro del territorio: la campagna, il lavoro, le feste, i rituali, i momenti di aggregazione e la musica. Strumenti in terracotta o ricavati dagli animali, conducono al Bosco: un percorso dominato dal suono. La Sala Campane e dei carri processionali è dedicata alla tradizione campanaria e degli strumenti della settimana santa. Nella Sala dei Musicanti si assapora il ritmo della festa animata dai musicanti. Poi riproduzioni di “personaggi” di Riva e del territorio sono ritratti in posa danzante o con strumenti musicali. Il percorso termina nella Sala della Transizione con i suoni del nuovo secolo.

 

Palazzo Grosso e Museo: Piazza Parrocchia 4 – 10020 Riva presso Chieri (TO)

Per informazioni e prenotazioni, per il palazzo e il museo:

http://museopaesaggiosonoro.org/

 

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.