Dario Gedolaro
Lodevole iniziativa, ma che nasconde una tristissima realtà. Parlo di To Shape – Torino Urban Art District – un progetto che vede capofila il Comune e che ha come obiettivo di far diventare Torino una galleria a cielo aperto di migliaia di opere di graffiti–writing, street art e muralismo. L’ha annunciata Marco Giusta, assessore comunale alle politiche giovanili, uno di quegli amministratori della giunta Appendino che non ha lasciato finora grande traccia di sé.
To Shape, come si legge in un articolo su La Stampa, “mette a sistema tutto quello che esiste già in città legato all’urban art”. “È avvenuto un cambio di prospettiva: da ora non parleremo più di street art come di un’arte per riqualificare le periferie, o come iniziative di ragazzi che colorano i muri con le bombolette – dice Marco Giusta –. ne parleremo con la stessa importanza, rispetto e dedizione che dedichiamo all’arte povera e contemporanea”. C’è da domandarsi in quale città vivano i nostri amministratori, vista la disastrosa situazione, soprattutto del centro storico, per i graffiti sui muri, un vero dilagare di veri e propri atti vandalici. Ovviamente To Shape non si riferisce a questo tipo di “creatività”, ma certe affermazioni diventano ridicole se si pensa allo stato delle cose. Torino è la “capitale europea del muralismo”, scrive l’ articolista, e la realtà dei fatti lo conferma: “i ragazzi che colorano i muri” hanno imbrattato decine di monumenti storici, deturpato chiese antiche, sfigurato i suggestivi trompe-l’oeil che negli scorsi anni erano stati dipinti grazie alla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali costituita dalle aziende cittadine, per non parlare dei muri delle case. A questo proposito mi domando quanto resisteranno agli attacchi dei “ragazzi” graffitari le numerose facciate riportate a nuovo grazie ai vantaggiosi bonus fiscali (90% o 110%)?
Non c’ è mai nessuno che venga almeno multato per questo. Difficile individuare i responsabili?. Non ci credo. Siamo pieni di telecamere per vigilare sulla zona a traffico limitato, per controllare l ‘ingresso di banche e uffici. Tant’è vero che il piromane che nei giorni scorsi ha bruciato auto e moto nel centro cittadino (alcune sono ancora lì da giorni) è stato ripreso immediatamente dalle telecamere. E poi ci sono 1.500 vigili urbani che potrebbero essere utilizzati per frenare il triste fenomeno. E allora ritengo che non ci sia la volontà politica di combattere questi vandalismi, compiuti da “ragazzi” che pensano di avere il diritto di poter fare tutto quello che gli pare e piace, secondo una mentalità menefreghistica di certe frange giovanili, che poi magari sfilano per difendere i diritti altrui o partecipano ai fridays for future.
Il problema è grave, anche perché dà un’immagine sciatta e trasandata della zona storica della città, quella che dovrebbe essere maggiormente attrattiva per i turisti. Il futuro sindaco e la nuova giunta dovrebbero assumersi l’ onere di affrontare seriamente il problema, dopo la quinquennale noncuranza di questi amministratori, che si aggiunge alle tante altre.
A New York il sindaco Rudolph Giuliani ha combattuto la criminalità e il degrado applicando la teoria criminologica del vetro rotto, secondo cui il disordine urbano e il vandalismo generano criminalità aggiuntiva e comportamenti anti-sociali. Al contrario, mantenere e controllare ambienti urbani, reprimendo i piccoli reati, gli atti vandalici, la deturpazione dei luoghi, il bere smodatamente in pubblico (la “malamovida” torinese), la sosta selvaggia o l’evasione nel pagamento di parcheggi, mezzi pubblici o pedaggi, contribuisce a creare un clima di ordine e legalità e riduce il rischio di crimini più gravi.