Pier Carlo Sommo
Torino, tra le eredità di essere stata capitale ha quella di essere una città costellata di monumenti, un centinaio immortala e rende omaggio a eventi storici, corpi dell’esercito, generali, re, politici, scienziati, santi. Per non parlare delle innumerevoli lapidi e bassorilievi sparse su case e palazzi. Nel complesso costituiscono una vera e propria lezione di storia patria, sparsa per le strade e giardini della città. Tra le tante testimonianze non molte sono quelle dedicate alle glorie sportive. Di certo il più grande e interessante omaggio ad un personaggio dello sport è il monumento dedicato all’alessandrino Fausto Coppi (1919 – 1960), il “campionissimo” del ciclismo, gloria dell’Italia e del Piemonte sportivo.
L’omaggio bronzeo al campione si trova , in un giardino sulla riva del Po in corso Casale, vicino al Motovelodromo “Fausto Coppi”. Il monumento fu voluto dal campione torinese Nino Defilippis (1932- 2010) che fu anche compagno di squadra di Coppi. Inaugurato nel 2002 è un’opera di grandi dimensioni e interessante originalità. Il più grande d’Italia dedicato a Fausto Coppi. Consiste in una spirale di bronzo alta 11 metri, che sale al cielo attorno a una montagna e in cima si trova una effige del “Campionissimo”. Ai piedi e intorno al monumento sono sparse pietre originali provenienti dalle montagne che seppe domare: Stelvio, Izoard, sino al difficile pavé della Parigi Roubaix. Tra i massi spicca anche la stele che ricorda il fratello minore, Serse Coppi, promessa del ciclismo morto a 28 anni nel 1951, per una caduta dalla bici, durante una gara a poca distanza da dove è ora il monumento.
L’ opera è dello scultore Giuseppe Tarantino, nato a Palermo nel 1916 e nel 1942 trasferito a Torino dove frequentò Felice Casorati, Spazzapan, Menzio e Paulucci. E’ vissuto e ha lavorato a Rivalba (TO) fino al 1999, anno della sua morte. L’imponente monumento ricorda un vero “gigante” dello sport: Fausto Coppi, detto il “campionissimo”, fu ciclista professionista dal 1939 al 1959, fu il corridore più famoso e vincente dell’epoca d’oro del ciclismo ed è unanimemente considerato il più grande ciclista di tutti i tempi. Dotato di un fisico eccezionale era formidabile su tutti i percorsi, eccezionale scalatore, corridore completo e adatto ad ogni tipo di competizione su strada.
Vinse cinque volte il Giro d’Italia, record condiviso solo con Binda e Merckx, due volte il Tour de France, diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno. Fra i successi nelle gare vanno ricordate, tre vittorie alla Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949), alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Vinse il Campionato del mondo nel 1953, primeggiò anche nel ciclismo su pista, arrivando primo al Campionato del mondo d’inseguimento nel 1947 e nel 1949. Fu primatista dell’ora dal 1942 al 1956. La sua carriera da professionista, durò ventuno anni, Coppi vinse complessivamente 151 corse su strada, 58 delle quali per distacco e 83 su pista. Indossò per 31 giorni la maglia rosa del Giro d’Italia e per 19 giorni la maglia gialla del Tour de France. Al Giro vinse 22 frazioni, al Tour nove.
La sua fama è dovuta anche alla situazione del dopoguerra, dove il ciclismo era lo sport che primeggiava anche sul calcio. Le vittorie di Coppi e dell’amico-rivale Gino Bartali riscattavano nel mondo l’immagine di un’Italia distrutta e prostrata dal conflitto. Morì a soli 40 anni nel 1960. Il suo fisico eccezionale fu stroncato da una grave forma di malaria contratta in Africa durante un safari, purtroppo curata in modo errato.
Il Giro d’Italia 2021 è partito da Torino nell’occasione, per rendere onore al più grande campione di tutti i tempi delle due ruote, l’8 maggio si è svolta una breve cerimonia di fronte al monumento. Erano presenti il figlio di Coppi, Faustino, personaggi del mondo dello sport, e della politica cittadina. La cerimonia, organizzata da Luciano Tomio e Leonardo Mastrippolito, presidente e consigliere dell’Ucat, Unione ciclo alpina Torino, aveva lo scopo di richiedere alle istituzioni una valorizzazione del monumento al “Campionissimo”. Purtroppo l’opera è sconosciuta a molti, il manufatto è stato dimenticato e in passato ha subito anche atti vandalici. Sono stati fatti recentemente alcuni lavori di recupero e il municipio si è impegnato a curare ulteriormente il monumento. Gli appassionati del ciclismo sperano inoltre che, dopo l’annunciato restauro del Motovelodromo, l’anno prossimo il Giro d’Italia passi davanti a questo bronzeo ricordo dell’indimenticabile campionissimo.