Ugo Marchisio
I morti causati dalla pandemia COVID-19 in Italia nel mese 15 agosto-16 settembre 2020 sono stati 253, pari ad una mortalità giornaliera di 8,4. Siamo ben lontani dai numeri a tre cifre di fine marzo. Se l’attuale trend continuerà a rimanere costante, avremo, d’ora in poi, un numero di morti in Italia per il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) intorno a 3.000 l’anno. Per confronto, i decessi annui dovuti all'influenza stagionale sono stimati, nell’ultimo quinquennio, intorno ai 14.500, dato grossomodo confermato sia estrapolando la media europea (15.000 circa) sia rifacendoci ad un calcolo dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che li pone in un range tra 5.000 e 10.000. Infatti il virus influenzale ha una letalità (percentuale di casi mortali sul numero totale di persone infettate) che non arriva allo 0,1%, molto inferiore a quella del SARS-CoV-2 che è dell’1% circa. L’influenza ha però ha una contagiosità molto maggiore, soprattutto nella fase presintomatica e nell’età infantile, riuscendo così ad infettare un numero enormemente maggiore di soggetti.Pier Carlo Sommo
Quando si parla di dimore reali Sabaude il pensiero corre subito ai fastosi palazzi del Piemonte, Stupinigi, Racconigi, Moncalieri, il palazzo reale di Torino. In Valle d’Aosta vi è invece un castello “reale” un po’ diverso, più curioso che fastoso: il castello di Sarre che da un’altura rivolta verso la conca di Aosta domina l’accesso all’alta Valle. Il piccolo maniero, più che alla sua nascita nel medioevo, è legato alla storia moderna, dall’Unità d’Italia all’avvento della Repubblica. Una storia scritta dalla famiglia Savoia, dinastia fortemente legata fin dalle sue origini alla Valle d’Aosta.Pier Carlo Sommo
Siamo nel cuore delle colline piemontesi delle Langhe dove si produce il vino Barolo, definito “Il Vino del Re e il Re dei Vini”. In questo semplice gioco di parole è racchiusa la nascita, la storia, lo sviluppo e l’affermazione del Barolo, uno dei vini italiani più prestigiosi e apprezzati al mondo. Ma queste terre sono anche ricche di magnifici castelli medievali. Circondato dalle colline coltivate a vigneto, sovrastante un piccolo borgo ben mantenuto, svetta il castello di Serralunga d’Alba (CN). È forse il più ben conservato castello nobiliare trecentesco del Piemonte, vanta inoltre una struttura architettonica unica in Italia, quella del donjon (dongione) francese.Carola Vai
L’emergenza #Covid19 ha penalizzato l’intera economia italiana. Ma il Turismo è forse il settore più danneggiato. Molti alberghi, ristoranti, trasporti sono a rischio chiusura definitiva. Al punto da indurre Federturismo Confindustria, associazioni di categoria e imprenditori a invocare interventi seri da parte dello Stato per evitare la scomparsa di un gran numero di aziende. Il Piemonte sta cercando in tutti i modi di evitare il tracollo di molte strutture. “La quantità di quattrini che il Decreto rilancio del governo ha previsto per il turismo sono un’inezia in confronto a quanto fatto da altri Paesi”, ha accusato Marina Lalli, Presidente nazionale di Federturismo, intervenendo al convegno Webinar sul tema “Position paper di indirizzo strategico del turismo in Piemonte”. Presenti esperti del settore e l’assessore regionale del Piemonte Vittoria Poggio.Carola Vai
Vent’anni fa, il 20 luglio 2000, il Museo Nazionale del Cinema di Torino si presentò al pubblico dalla sua nuova casa: la Mole Antonelliana. Fu un enorme successo. Ricordo bene l’emozione vissuta mentre seguivo nel ruolo di giornalista l’avvenimento. Le collezioni che Adriana Prolo con tenacia iniziò a raccogliere dagli anni Quaranta fino alla sua morte nel 1992, richiamarono nel tempo milioni di visitatori. Inoltre, in due decenni il Museo è stato meta in incognito di attrici, attori, registi da tutto il mondo. Ma “poiché il cinema è vita, e la vita è cambiamento, anche il Museo va rinnovato”, spiega Enzo Ghigo, 67 anni, Presidente della Regione Piemonte dal 1995 al 2005 e da circa un anno al vertice della Fondazione Prolo. Il giro di boa doveva essere anticipato durante i festeggiamenti del ventennale. Purtroppo gli effetti del #coronavirus hanno penalizzato la ricorrenza riducendo al minimo gli eventi. Tuttavia l’iniziativa orientata “a riscrivere la sceneggiatura del museo”, e gradita pure ai soci (Comune di Torino, Regione, Fondazioni bancarie, Gtt) , partirà presto.Pier Carlo Sommo
La Toscana è una terra di cultura, panorami e continue scoperte. Nel comune di Chiusdino, a una trentina di chilometri da Siena, sulla strada per la Maremma vi è un luogo veramente singolare, dotato di malinconico, irresistibile fascino: il complesso composto dalle rovine della grande Abbazia Cistercense di San Galgano e dall'Eremo o Rotonda di Montesiepi.Carola Vai
Quando, in una giornata o in una notte luminosa, si arriva a Torino, in auto o in aereo dalla parte nord-est, si scopre ben visibile sul colle omonimo la Basilica di Superga. Il grandioso monumento sembra avvolgere Torino in un abbraccio protettivo. Del resto la nascita del tempio è attribuita ad un voto alla Madonna. A farlo è il Duca di Savoia, Vittorio Amedeo II per ringraziare la Vergine Maria della vittoria dei piemontesi contro la potente Francia di Luigi XIV, dopo una sanguinosa guerra conclusa nel 1706. L’opera è frutto del genio di Filippo Juvarra, messinese diventato architetto di Casa Savoia. E’ stato lui a porre la prima pietra dell’edificio il 20 luglio 1717, trecento tre anni fa, durante una festosa cerimonia. Per decenni la Basilica è stata custodita dall’Ordine dei Servi di Maria della Chiesa cattolica creato nel 1233 , che però non hanno rinnovato il contratto scaduto in questo 2020. Così il complesso è in attesa di un nuovo gestore: e potrebbe essere lo Stato, o la Regione o un altro Ordine cattolico.Pier Carlo Sommo
Nel Medioevo viaggiare era un'avventura. Le strade erano poche, tra le più frequentate quelle che portavano dal centro dell'Europa ai luoghi santi di pellegrinaggio, come Roma e Gerusalemme. Quando non si poté più andare in Terra Santa per le invasioni turche, i pellegrini si dirigevano verso San Giacomo di Compostela, nella Galizia spagnola. Queste strade erano dette "cammini" che "romei" e "jacobei" percorrevano a piedi, fruendo dell'ospitalità di monasteri, abbazie, conventi e ricoveri laici posti a distanze raggiungibili dal pellegrino in una giornata di cammino (circa 30 km.). Questi percorsi inizialmente pensati per facilitare i pellegrini servirono anche a mercanti e ladri, a soldati di ventura ed avventurieri, così viaggiare era anche un rischio.Pier Carlo Sommo
In tempo di vacanze è interessante percorrere le strade dei pellegrini medievali in valle di Susa culminante con la spettacolare Sacra di San Michele. Passando da Avigliana, su una collina morenica che sovrasta il paese e gli omonimi due laghi, si possono vedere gli imponenti ruderi del castello, distrutto dalle truppe francesi del maresciallo Catinat nel 1691. Un maniero munito di regolare fantasma, si dice di Filippo II d'Acaia che li venne imprigionato, per essere poi annegato nel 1368 per aver tradito Amedeo VI di Savoia. Lo spettro del principe pare ciclicamente apparire sorgendo dalle acque dei laghi d'Avigliana. Superati gli specchi d'acqua, oggi Parco regionale, si sale al monte Pirchiriano su una ripida strada, sino a giungere all'antica Abbazia di San Michele della Chiusa, chiamata correntemente Sacra di San Michele. Il complesso sorge su una roccia che determina la Chiusa della Valle di Susa dove il re dei longobardi Desiderio ed il figlio Adelchi furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno. Di rilevo la particolarità della posizione dominante, tipica di tutte le chiese dedicate all'Arcangelo S. Michele a Le Puy, a Mont Saint Michel e a Monte Sant'Angelo, a indicare l'origine longobarda.*Pier Carlo Sommo
Parole e numeri sono gli strumenti messi a nostra disposizione per comunicare. Le parole sono importanti, ma i numeri sono anche un elemento indispensabile per connettersi in modo chiaro con il mondo che ci circonda. Dire “oggi fa freddo” esprime una sensazione soggettiva e personale difficile da comprendere per gli altri se non la quantifichiamo. Dire “oggi ci sono zero gradi”, trasforma lo stesso concetto da soggettivo in oggettivo. Siamo abituati a pensare ai numeri come entità precisa e ma nei rapporti quotidiani usiamo spesso i numeri anche per indicare quantità imprecise, a volte piccole, ad esempio quando diciamo di voler fare “quattro passi”, oppure grandi quando diciamo “Te l’ho detto un milione di volte!“.