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Fino al primo maggio in mostra al Mastio della Cittadella di Torino la riscossa del Regio Esercito Italiano dall’armistizio alla liberazione 1943 – 1945. Un racconto per immagini, alcune inedite, testi, curiosità di un importante periodo della storia italiana. L’apertura della rassegna avvenuta il 23 aprile 2022 è stata accompagnata dalla conferenza degli storici Gianni Oliva, Pier Franco Quaglieni e del curatore Pier Carlo Sommo. La mostra abbraccia il periodo dal 25 luglio 1943 al maggio 1945, momento tragico, ma importantissimo della storia italiana non ancora del tutto esaminato con una neutralità critica indispensabile per una valutazione storica corretta. Nonostante i molti studi sulla condotta delle forze armate italiane, non sono ancora emerse del tutto non solo le cause della loro crisi, ma anche le reazioni e il valore individuale che favorirono atti di resistenza visti in un quadro complessivo.Pier Carlo Sommo
Una città semi deserta già dall’imbrunire, notti buie e silenziose rotte dai lampeggianti blu della polizia, posti di blocco. Di giorno palazzi delle istituzioni con guardiole blindate e agenti armati, scanner agli ingressi, un attentato alla settimana. Per molti, obiettivi effettivi o presunti delle BR, ogni giorno significava tornare a casa cambiando strada, guardare con sospetto chi era vicino al portone di casa, e bisognava fare un paio di giri per vedere se si allontanava… Chi ha vissuto a Torino gli “anni di piombo” del terrorismo rosso non li ha dimenticati. Vedere la mostra fotografica “Torino Ferita 11 dicembre 1979” inaugurata l’11 marzo alla Biblioteca Nazionale di Torino, riporta indietro a quei terribili anni.Pier Carlo Sommo
Purtroppo la guerra è una maledizione insita nella natura umana. Nella storia dell’umanità la pace è sempre stata un breve intervallo tra periodi di guerra più o meno lunghi. Il crollo del muro di Berlino ha creato una grande illusione caduta rapidamente. L'equilibrio del terrore aveva creato un periodo di relativa tranquillità inframmezzata da guerre "minori", il dopo è stato di crescente instabilità e minacce. Reputo pericoloso il pacifismo utopico di certe organizzazioni. Chi vuole seriamente la guerra, non arretra di un millimetro, anzi è incentivato perché interpreta questi atti solo come segni di debolezza.Pier Carlo Sommo
A 40 km da Torino, all’imbocco della Valle di Susa, passando per Avigliana e i suoi due laghi, con una ripida strada si sale sul monte Pirchiriano (alt. 962 metri), dove si può visitare la millenaria abbazia della Sacra di San Michele, che si erge spettacolare su una roccia che determina la Chiusa della Valle di Susa dove il re dei Longobardi Desiderio ed il figlio Adelchi furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno. È collocata in uno scenario altamente suggestivo, nota caratteristica di tutte le chiese d’origine longobarda dedicate in tutt’Europa all'Arcangelo S. Michele.Dario Gedolaro
Una coppia piemontese va in Ucraina fa inseminare una donna, ma, dopo la nascita della bimba, cambia idea e non ne vuole più sapere. Un po’ come si fa quando si acquista qualcosa su internet e poi, non soddisfatti, la si rimanda indietro, e tanti saluti. Una cantante rock americana di successo durante un suo concerto, come gesto anticonformista e trasgressivo, fa la pipì in faccia a un suo fan, tirandosi giù i pantaloni davanti al pubblico. Il governo destina milioni di euro di denaro pubblico alle associazioni LGBTQIA, tanto per consolarle della bocciatura del Ddl Zan. Comunque, avete letto bene l’ acronimo di origine anglosassone: L= Lesbiche, G= Gay, B= Bisessuali,T= Transgender, Q = QUEER, persone che si stanno ancora domandando se si sentono uomini o donne; I = Intersessuale (persone con cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari non definibili), A = Asessuale (persona che non sperimenta l’attrazione sessuale). Insomma, un caravan serraglio dove ciascuno si costruisce la sua gabbia e ci si rinchiude dentro. Mica male visto che si parla tanto di abbattere muri e preconcetti.Pier Carlo Sommo
#italiaunicaqui - A Roma vi è un museo pressoché unico al mondo, che testimonia un’esperienza culturale che si può definire rivoluzionaria. Tra gli edifici di archeologia industriale, che hanno conservato buona parte degli impianti di produzione, la Centrale Montemartini è forse l’unico a non essere diventato solo il museo di se stesso. Il complesso è una centrale elettrica del secolo scorso trasformata in un museo di duplice natura, ovverosia, agli imponenti macchinari per la produzione di elettricità che vanno da inizio 900 al 1967 sono inframmezzate statue e mosaici della Roma antica, ritrovati dal 1870 ad oggi. L’atmosfera è indubbiamente suggestiva. La raffinata arte di Roma antica è affiancata e spesso sovrapposta ai vecchi macchinari per la produzione di energia elettrica. Un inconsueto accostamento che suscita fascino e insolite emozioni.Pier Carlo Sommo
(#italiaunicaqui) - Le sale dell’Archivio di Stato di Torino ospitano, dal 27 ottobre 2021 al 7 gennaio 2022, una retrospettiva dedicata al pittore torinese Francesco Tabusso. La rassegna "Francesco Tabusso. Le favole della pittura" è promossa in occasione del decennale della morte dell’artista. Circa sessanta opere provenienti da collezioni pubbliche e private delineano le tappe salienti del suo cammino in oltre sessant’anni di attività di pittore eclettico, attivo al di là di mode e movimenti.Dario Gedolaro
Una malattia sta dilagando nel mondo occidentale (in Italia in particolare) e non è il Covid: il giovanilismo. Si tratta di quell’ ideologia per cui tutto ciò che pensano, dicono e fanno i giovani è oro colato e sicuramente giusto. E così assistiamo a proposte pseudoprogressiste come quella lanciata dall’ on. Letta di far votare i sedicenni, come se fossero maturi e pronti per scelte politiche consapevoli, ascoltiamo peana sui ragazzi dei Fridays for future, come se la coscienza e le battaglie ecologiche fossero nate con loro, leggiamo cervellotici commenti di autorevoli giornalisti secondo cui per i ragazzi d’ oggi “il riconoscimento dei diritti, della libertà di essere come si è, e non come si dovrebbe essere, non è nemmeno un tema…”. Portando, poi, a modello ideale di questa gioventù il gruppo vetero-rockettaro dei Maneskin, che in una loro canzone dicono: «Siamo fuori di testa ma diversi da loro» (nel gergo giovanile, quando uno è “fuori di testa”, o ha ecceduto con l’ alcool o ha assunto sostanze stupefacenti). Insomma viva lo “sballo”.Dario Gedolaro
In un precedente articolo mi domandavo di che colore fosse l’ idiozia, contestando che il popolo “no green pass” fosse soltanto “nero” e non anche “rosso” o “giallo” (in riferimento alle aree politico/culturali che vengono così identificate). Ora ripropongo la stessa domanda in relazione alle polemiche suscitate da un’intervista allo storico Alessandro Barbero, accusato da più parti di bieco maschilismo.Dario Gedolaro
Un dato è rilevante e merita grande considerazione: Stefano Lo Russo è diventato sindaco praticamente con gli stessi voti del suo compagno di partito Piero Fassino, che cinque anni fa venne sonoramente sconfitto da Chiara Appendino. E’ dunque evidente la disaffezione dell’ elettorato torinese, la disillusione del “tanto non cambia niente”. Un astensionismo incredibile (sfiora il 60%), ancora più se si pensa che i due candidati al ballottaggio erano degnissime persone, un professore del Politecnico (la più prestigiosa istituzione scientifico-educativa della città) e un serio imprenditore con interessi culturali (ha ben operato come presidente della Film Commission). Come è potuto accadere che i disciplinati torinesi, così ligi a partecipare al più importante appuntamento di una democrazia, il voto, si siano disinteressati in tanto grande numero alla scelta del futuro sindaco?