Pier Carlo SOMMO
Ogni grande città ha dei monumenti – simboli primari conosciuti in tutto il mondo, spesso ve ne sono altri meno evidenti, ma cari al cuore dei cittadini. Da oltre un secolo Torino è rappresentata dalla “Mole Antonelliana“, il cuore dei torinesi forse batte di più per altri simboli, più intimi e discreti: piazza S. Carlo e il suo “Caval d’brons”, il salotto buono della città; la Consolata, la devozione più antica e infine la Basilica di Superga, orgoglioso simbolo della storia patria.
La Basilica di Superga è la prima immagine che si vede di Torino da qualsiasi parte si giunge in treno, auto o aereo; sorge a 672 s.l.m. su una delle più alte colline che circondano la città. Parlando della basilica non si può trascurare il panorama grandioso che si apre dinanzi agli occhi di chi giunge sul piazzale, sia in auto sia con la pittoresca tranvia a dentiera. La vista è il “coro festante delle grandi Alpi“, cantato da Carducci, un semicerchio maestoso da sud ad ovest, e a nord, la dove si congiungono con gli Appennini fino alle Bergamasche. Ai piedi di questa immane catena si stende la pianura Padana che con i suoi fiumi e il luccicare delle risaie si allunga ad oriente fino alla Lombardia. Un panorama che entusiasmò J.J. Rousseau, che nel suo Emilio ne scrisse pieno d’entusiasmo: ” il più bel quadro che possa pararsi dinanzi ad occhio umano“; Il Papa alpinista Pio XI, disse d’avere la soddisfazione di ammirare “il più bel panorama d’Europa“. Uno dei cantori del Piemonte, Edmondo. De Amicis scriveva: “Il panorama del colle di Superga è più grande e più bello della sua fama”.
Superga era una deserta collina boscosa quando il Duca di Savoia Vittorio Amedeo II, il 2 settembre del 1706 sul colle, fece voto dinanzi alla statua lignea secentesca della Vergine, (ancora esistente e venerata nella cappella del Voto) di costruire la basilica. Oggetto del voto fu la battaglia di Torino. In una lunga e cruenta guerra, le armate franco-spagnole, inviate da Luigi XIV, il “Re Sole“, avevano occupato le fortezze piemontesi e assediato la capitale: la situazione era questione di vita o di morte per il Ducato di Savoia. La città assediata dette grandissima prova, per tutti valgano i nomi di Pietro Micca e del Beato Sebastiano Valfrè che con la spada o la fede confortarono i combattenti e i cittadini, esortandoli alla resistenza.
Il Duca Vittorio Amedeo, con il cugino Principe Eugenio di Savoia-Carignano, giunsero in soccorso di Torino con un’armata austro – piemontese. Osservarono il campo di battaglia dalla collina di Superga, dopo avere concertato il piano dell’attacco, i due condottieri pregarono, nella chiesetta allora esistente, la Vergine delle Grazie e il Duca fece voto che se gli avesse concesso la vittoria avrebbe eretto sul colle un santuario a lei dedicato. Alla vigilia della festa della Natività della Vergine, il 7 settembre 1706, una travolgente vittoria liberò la città dall’assedio, a conferma del ruolo e indipendenza del Piemonte, creò le condizioni che portarono in seguito all’ Unità d’Italia.
Il Duca Vittorio Amedeo II, assunta la corona di Sicilia e poi di Sardegna, ricostruito il paese dalla disastrosa guerra, dieci anni dopo adempiva al suo voto. Demolita la cappelletta e abbassata la collina di quaranta metri, nel 1717 si poneva la prima pietra della grande Basilica in onore della “Madre del Salvatore – Salvatrice di Torino“. Il progetto del complesso della Basilica fu affidato all’ architetto messinese abate Filippo Juvarra. Il Tempio fu ultimato e aperto al pubblico il primo novembre 1731.
La Basilica di Superga ha un aspetto di imponenza che la distingue sia ammirandola da Torino che osservandola dal suo magnifico piazzale. Potente è l’effetto scenografico che staglia nell’azzurro del cielo il Santuario con la sua ampia facciata, sormontato dalla cupola ardita, affiancata dai campanili gemelli, ha un aspetto unico in Piemonte: sembra una cupola romana nel cielo subalpino. Dal piazzale, salendo le gradinate, si giunge alla piattaforma balaustrata su cui sorge l’edificio. Un solenne pronao ad otto grandi colonne conduce all’interno che non delude le precedenti sensazioni. La cupola e la maestosa e armoniosa struttura interna trasmettono appieno il messaggio di devozione e grandezza di chi la volle, la pianta è circolare con un prolungamento verso il presbiterio.
L’Altare Maggiore, preceduto dal grande Coro, posto nel Presbiterio, ha per fondale un bassorilievo in marmo bianco, che rappresenta la liberazione di Torino, fanno corona sei cappelle laterali tutte ornate di pregevoli opere. A sinistra dell’Altare Maggiore, si accede alla cappella “del Voto“, dedicata alla Beata Vergine di Superga, dove si conserva la statua davanti alla quale il Duca formulò la promessa. La statua, del 1624, è circondata da molti ex – voto che testimoniano la riconoscenza di quanti hanno richiesto intercessione della Madonna di Superga. Interessante nel chiostro interno, la Sala dei Papi con i quadri raffiguranti tutti i pontefici. Nel suo complesso, il Tempio per l’armonia e l’arditezza di concezione, proporzione delle masse e l’austerità dei particolari e dei materiali impiegati, viene considerato la più importante opera d’architettura religiosa di Filippo Juvarra.
Superga si può anche definire il Pantheon della dinastia Sabauda. Esternamente, a sinistra della Basilica, si accede per un ampio corridoio e uno scalone di marmo ad una austera e solenne Cripta sepolcrale, a forma di croce latina, che contiene le tombe di Casa Savoia, ideata dall’architetto Francesco Martinez, nipote dello Juvarra, e realizzata negli anni 1773 – 1778. Fu inaugurata dal Re Vittorio Amedeo III, nipote del fondatore della Basilica. In esso vi è al centro il sepolcro di Re Carlo Alberto, ultimo Re di Sardegna. Riposano nel Reale Sepolcreto circa 70 salme, tra le quali quelle di cinque re ed otto regine. Nel 2021 fu sepolto Amedeo di Savoia-Aosta e vi sarà sepolto Vittorio Emanuele di Savoia deceduto a febbraio 2024. Attualmente la Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici del Piemonte sta valutando, con Casa Savoia, il progetto definitivo della tomba da realizzare nella cripta reale.
La Basilica è conosciuta anche per un triste evento, il 4 maggio 1949, l’aereo che trasportava la squadra calcistica del Torino, reduce da una partita disputata a Lisbona, a causa della fitta nebbia si schiantò contro il muraglione dietro la Basilica, causando la morte delle trentuno persone a bordo: tutta la squadra granata, i sei accompagnatori e l’equipaggio. Al di là della fede sportiva, i pellegrini di Superga non tralasciano mai di fare una breve visita al luogo della sciagura, dove una lapide con una croce di marmo ricorda l’accaduto. Ogni anno, nell’anniversario, viene celebrata una S. Messa di suffragio in Basilica e si svolge una sempre affollata cerimonia di ricordo presso la lapide.
Una cosa è certa, chi visita Torino non può non visitare la Basilica di Superga, possibilmente raggiungendola con la tranvia a dentiera (chiamata dai torinesi la “Dentéra”) che parte dalla borgata di Sassi in servizio dal 1884. Un mezzo affascinante e inconsueto che offre in 15 minuti di percorso eccezionali panorami.