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*Ugo Marchisio

Eh sì! Parlando di epidemie e pestilenze, il Manzoni riaffiora inevitabilmente e questa famosissima citazione dai Promessi Sposi descrive, meglio di ogni altro commento, la necessità di riprendere ad andare avanti e, allo stesso tempo, l’incertezza su come procedere. L’incertezza non nasce solo dalle differenti posizioni espresse da politici, esperti, Governo e Governatori (regionali), tra di loro ed all'interno di ogni singola categoria: ce la portiamo dentro tutti noi, tormentati dal dilemma se riappropriarci impavidi delle nostre libertà o, più prudentemente, sfiorarle appena, con la punta delle dita, come si fa con una stufa accesa che potrebbe regalarti un piacevole tepore, oppure ustionarti la pelle. Con questo nuovo coronavirus, infatti, tutto è inedito e ogni mossa è un’avventura. Chi sbandiera ricette sicure e condanna senza appello quelle degli altri è solo ingenuo o in cattiva fede.

Paola Claudia Scioli

Viaggiare in libertà è sinonimo di viaggiare in #camper. E lo è ancora di più ai tempi del #Coronavirus, quando al turista viene chiesto di rispettare il distanziamento sociale e particolari norme igienico – sanitarie sia in privato che in pubblico. A bordo della propria casa viaggiante tutto questo è facile da osservare senza quasi accorgersene.

Carola Vai

Complesso e confusionario, pertanto difficile da capire. E’ la lapidaria definizione data al “Decreto rilancio” dall’imprenditore Nicola Scarlatelli,  Presidente di CNA Torino (Confederazione nazionale dell’artigianato e della Piccola Impresa) durante la mia intervista sulla riapertura delle aziende dopo lo stop imposto dall’emergenza del Covid-19. “Quando non si hanno idee chiare sul da farsi, si danno spiegazioni  confuse. Stiamo vivendo un momento estremamente difficile. Ci sono settori professionali a rischio chiusura definitiva. La loro sopravvivenza dipende dalla rapidità di intervento, ma anche dalla semplicità di azione. Invece il Decreto sta complicando ancora più la loro lotta contro una ripresa che temono di non poter più affrontare”.

Carola Vai

La corsa contro il tempo per salvare il #Turismo dopo l’emergenza #coronavirus ha vari ostacoli. Tra i principali , sia a livello europeo che in Italia, lo scontro di idee orientate a far prevalere interessi che ben poco  tengono conto delle necessità di imprenditori e  addetti  del settore. Infatti, mentre l’Unione Europea  nel pacchetto di linee guida per i Paesi membri impone distanze, sanificazioni e frontiere aperte tra i Paesi con rischio simile, dagli stessi Paesi arrivano scelte quasi analoghe, ma applicate in modo diverso. Italia inclusa, dove un crescente numero di imprese del settore, in attesa di aiuti e scelte costruttive, annuncia la chiusura definitiva per difficoltà economiche.

Carola Vai

Se muore il commercio, muore la città. Vale per Torino, come per tutta Italia. E’ la convinzione, in sintesi, della Presidente di Confcommercio Piemonte e di Ascom Torino, Maria Luisa Coppa.  In attesa di quello che è stato definito  “Decreto Rilancio “ del governo, o comunque idee chiare da parte del governo dei protocolli nei confronti della riapertura delle strutture dei vari comparti (commercio, turismo, servizi, trasporti), la gran parte delle imprese italiane sta dibattendosi  tra enormi difficoltà economiche  che stanno mettendo a dura prova la loro stessa sopravvivenza . L’Ufficio Studi Confcommercio ha stimato “in modo prudenziale”  la chiusura definitiva di circa 270 mila imprese del commercio e dei servizi  a causa delle gravi condizioni economiche se non dovessero migliorare rapidamente con una riapertura completa entro ottobre.

Dario Gedolaro

La diatriba sulla terapia anti Covid 19 con plasma superimmune è emblematica. Emblematica perché da un lato conferma il talento e la genialità degli italiani e dall’ altro la lentezza ottusa dell’apparato burocratico statale, anche del settore sanitario. Si scontrano la fantasia e il coraggio con il rigore formale, la tendenza alla ripicca per lesa maestà e al mettere il bastone fra le ruote. Ma come, medici di provincia si permettono di indicare la strada ai soloni dell’ Istituto Superiore di Sanità, dell’ Agenzia del farmaco, del Comitato Scientifico Governativo! E così, dapprima si tarda a dare risposte e autorizzazioni, poi si cerca anche di intimidire, come nel caso dei carabinieri del Nas comparsi all’ ospedale di Pavia. C’ è anche chi ha avanzato il sospetto che certe prese di posizione nascondano la difesa di interessi economici, questa è una terapia che non porterebbe grandi guadagni al contrario di un farmaco sintetizzato.

Paolo Girola

Errare humanum est perseverare autem diabolicum - Credo sia giunto il tempo di guardare  oltre l’epidemia, che spero si risolva clinicamente. Amici medici e veterinari ( questi ultimi esperti di epidemie ricorrenti da coronavirus vari) mi dicono che , dopo i gravi errori iniziali, ora ci sono vari protocolli che ne limitano  fortemente la pericolosità: dalla plasmaferesi all'uso di antibiotici come l’azitromicina,  a antitrombotici come  cardioaspirina o eparina, antinfiammatori come la clorochina o il tocilizumab e mi fermo perchè non sono un esperto. E’ chiaro che dobbiamo guardare al futuro con occhi nuovi. Sappiamo che una pandemia  è possibile ,non solo nei film horror.  Ma che cosa ci ha insegnato lo tsunami che si è abbattuto sulla  nostra sanità?

Carola Vai

Strade e portici vuoti. Stazione ferroviaria di Porta Nuova quasi deserta e pressoché priva di treni; piazze e piazzette silenziose. Serrande abbassate. Poche auto, qualche ciclista spesso indifferente alle piste ciclabili. E’ il cuore di Torino che ho scoperto oggi durante 7 chilometri di camminata a piedi. Un'immagine malinconica e grigia come il cielo di questa giornata. A cinque giorni  dall’inizio della Fase 2 del dopo Coronavirus il capoluogo piemontese sembra ammutolito davanti alla scelta di lasciare ancora chiusi locali pubblici, negozi, musei. Giovani e meno giovani hanno preso d’assalto la periferia, soprattutto giardini e parchi, dove l’invito a usare guanti e mascherine e mantenere la distanza sociale è più ignorato che ascoltato . Ma il centro di Torino, elegante polmone della storia del Piemonte e per un breve periodo dell’Italia intera, è diventato bivacco di barboni e ‘senza casa’ numericamente ancora cresciuti per colpa della crisi.

Carola Vai

La ripresa è un’incognita. Assurdo pensare ad una soluzione unica, ad una  ricetta miracolosa per uscire dalla crisi. Non esistono ne l’una e ne l’altra.  L’unica strada è lavorare, il più possibile, adeguandosi di volta in volta alle necessità imposte dalla situazione provocata dal Covid-19 in Italia. E’, in sintesi, la risposta che mi ha dato Alessandro Barberis, nome tra i più noti e importanti dell’imprenditoria torinese degli ultimi 20 anni. Ingegnere, allenato ad affrontare problemi dirigenziali giganteschi e in continua evoluzione, (tra i molti ruoli ha diretto Fiat Auto nel 1993; l’Istituto bancario San Paolo di Torino nel 1996; la Fiat nel 2002 dove poi è stato amministratore delegato e infine vicepresidente nel 2003. Ha ricoperto vari ruoli in Confindustria; ha  presieduto la Camera di Commercio di Torino dal 2004 al 2014. E tanto altro; tutto affiancato dall'interessamento per il volontariato fin dalla giovinezza).

* Pier Carlo Sommo

Il grande giurista tedesco Rudolf von Jhering ( 1818 – 1892) diceva che “La legge è l'arma indispensabile dell'intelligenza contro la stupidità”; oggi forse avrebbe qualche dubbio… Le norme devono essere create e applicate con professionalità e serietà, altrimenti il diritto diventa una buffonata o un sopruso. Da molti anni mi occupo di comunicazione e informazione, ma sono laureato in Giurisprudenza. In gioventù ho esercitato la pratica legale e ho fatto parte per alcuni anni del servizio Legislativo e Studi della Regione Piemonte. I miei docenti della facoltà di Giurisprudenza  all'Università di Torino sono stati professori di alta caratura e chiara fama: Giovanni Conso, Carlo Federico Grosso, Marco Siniscalco, Claudio Dal Piaz, Elio Casetta, Silvio Romano, Giorgio Cansacchi, Mario Enrico Viora, solo per citarne alcuni. Mi sono laureato con Giommaria Deiana, luminare nazionale del diritto civile.  Questi Maestri del diritto, mi hanno lasciato, oltre a una buona preparazione sulla materia, saldi principi di democrazia, legalità e legittimità  che mi hanno accompagnato per tutta la mia vita sociale e professionale. Ho abbandonato la pratica legale negli anni 90’, perché la realtà applicativa del diritto non coincideva più con i miei ideali, tra scadimento della qualità della produzione legislativa, troppo complessa e di dubbia  applicazione.