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Paolo Girola

C’è un proverbio indiano che dice “Tutto ciò che non è donatoè perduto”. Mi è tornato in mente in questi tristi giorni, come una luce nel buio di troppe cose andate storte, polemiche politiche, virologi incerti per certezze scientifiche spesso superate da  intuizioni empiriche che loro non sapevano spiegare ( …e quindi cure ritardate) ,  imprevidenza, troppa sicurezza andata presto in fumo,  poca saggezza e buon senso. Tutto un “male” che rifiuto  di credere  prevarrà e spero che ci insegni qualcosa. Troppo il bene fatto da molti che si sono “donati” con abnegazione. Mi lascia perplesso la caccia alle streghe, e la sensazione che siano ancora una volta  solo” gli stracci ad andare per aria “. Il luogo comune sono diventate le RSA, al centro di una moderna caccia all'untore alimentata da troppa informazione superficiale e scontata. Non credo alla giustizia che cede alla piazza di parenti  urlanti , anche giustamente affranti (…spero  tutti sinceramente affranti). Non cerchiamo un colpevole  a qualunque costo,  da portare in tribunale , naturalmente, e buttargli addosso gli errori di tutti gli altri. Errori ce ne sono stati, ma non tutti gli errori sono reati.

Dario Gedolaro

1 Maggio 2020: una Festa del Lavoro senza lavoro per milioni di italiani. Una situazione paradossale causata dalla pandemia e il futuro non è roseo. Purtroppo tutti gli esperti concordano nel pensare che gli effetti devastanti del Coronavirus saranno la chiusura di migliaia di aziende, la consistente crescita della disoccupazione e il calo dei consumi. Nel primo trimestre il Pil italiano è già sceso del 4,7% e Goldman Sachs stima che la crisi legata all’emergenza coronavirus  porterà nel 2020 a un calo del 9% del Pil dell’Eurozona e dell’ 11% di quello dell’ Italia. L’impatto sul mercato del lavoro si tradurrebbe per il nostro Paese in una crescita al  17% della disoccupazione. Previsioni un po’ meno fosche nel Documento di economia e finanza del governo. L’occupazione potrebbe crollare quest’ anno di oltre 2 punti percentuali e il tasso di disoccupazione toccare il livello dell’11,6%.

Carola Vai

I compromessi e gli interrogativi in questo periodo di Coronavirus sono tanti. Ho chiesto qualche chiarimento ad un esperto già noto ai lettori: lo pneumologo e specialista in medicina interna *Ugo Marchisio, contagiato da un paziente e fortunatamente in fase di guarigione, anche se  più lunga del previsto.  Tra le domande più discusse: la decisione di aprire i negozi alimentari a orario ridotto per frenare il contagio del virus che però contribuisce a creare lunghe code di acquirenti. Tale formula ha una spiegazione ? Il contagio ha forse un orario preferito? Insomma il virus circola meno al mattino e più al pomeriggio o di sera? Credo che le soluzioni di compromesso, come in questo caso, non siano quelle migliori: riaprire ma con orario ridotto non fa diminuire il rischio in modo significativo, ma crea notevole disagio e mugugno. I compromessi nascono forse dalla paura dei governi – nazionale e regionali – di perdere consenso e fare dei passi falsi, con ripercussioni immediate su chi vota, senza guardare, come diceva De Gasperi, alle future generazioni ma solo alle future scadenze elettorali…

Carola Vai

Lo sport ha bisogno di certezze e di programmazione per vivere. Senza queste due linfe perde la possibilità di esistere”. Livio Berruti, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960, laureato in chimica, non usa mezzi termini per commentare i gravi effetti del coronavirus sul mondo sportivo. Il nemico invisibile che non fa distinzioni di alcun genere ha, del resto, paralizzato tutti i settori: da quello agonistico con campioni milionari a quello più umile presente nei piccoli comuni o nei quartieri alveari delle grandi città. A rischio sopravvivenza, ancora prima delle varie specialità, la carriera di molti atleti penalizzati proprio dall’assenza di pianificazione.

* Pier Carlo Sommo

 Già il drammaturgo greco Eschilo  (525 a.C. – 456 a.C.) aveva affermato che “in guerra la verità è la prima vittima”.   L’attuale crisi causata dal COVID19 è stata giustamente paragonata ad una guerra. In questi giorni di dure battaglie la povera verità  se non è morta, gode di pessima salute, schiacciata tra manipolazioni, volontarie ed involontarie, fake news e incapacità professionali.  Da anni  la comunicazione di crisi” è ormai una disciplina professionale ben delineata, con esperti di notevole caratura. In Italia, ad esempio, abbiamo Luigi Norsa   (http://www.luiginorsa.com/  ),   un serio professionista conosciuto anche all'estero. In tutto il mondo la materia è tenuta nella massima considerazione, ha regole ben precise e viene gestita da specialisti preparati e motivati.


Dario Gedolaro

"Accentrare o decentrare? Questo è il problema". Parafrasando Shakespeare, si può affermare che l’ emergenza Coronavirus Covid 19 , affrontata in Italia con tanta generosità e non poca disorganizzazione, ha riacceso le polemiche ideologico/politiche fra chi pensa ad uno Stato fortemente centralizzato e chi invece crede nel regionalismo.

Paolo Girola

Sono figlio di due genitori antifascisti. Ma non quelli del 26 aprile 1945, i partigiani del giorno dopo, magari già balilla o avanguardisti o giovani  italiane o addirittura  iscritti ai GUF ( gruppi universitari fascisti) durante il Ventennio.  No , proprio di vecchie famiglie cattoliche , antifasciste e, prima, Popolari. I miei nonni , paterno e materno , erano iscritti al partito di don Sturzo . Mio nonno materno, Pier Nicola, subì una dura  discriminazione durante il fascismo. Era segretario nazionale del sindacato CIL ( progenitore della Cisl) per il settore trasporti. Lavorava in ferrovia come funzionario tecnico, cattolico militante, aveva 5 figli,  4 femmine e un maschio. All’ avvento del fascismo fu licenziato dalle ferrovie. La sua famiglia fu ridotta alla fame : la più grande dei figli era mia madre Anna Rosa Gallesio, che era del ’12, ed andava a prendere dalle buone suore della mensa dei poveri di Torino la minestra per la famiglia.

Giorgio Merlo

Date non incompatibili. Avviene tutto in una parentesi. Il ricordo del 18 aprile 1948 e la vittoria schiacciante della Democrazia Cristiana e del suo maggior leader e statista dell’epoca, Alcide De Gasperi e la festa del 25 aprile, la festa della Liberazione, giunta alla sua 75° edizione. Tutto tra parentesi, dicevo, perché lo impone e lo richiede la drammatica emergenza sanitaria con cui, purtroppo, dobbiamo fare i conti. Eppure anche in  una fase storica dominata da un male oscuro e sempre più inquietante, c’è la possibilità e forse anche l’opportunità per fissare con maggior cognizione alcuni paletti pollici, culturali e anche di costume.

Carola Vai

I medici in prima linea nella difesa della salute altrui spesso finiscono per dimenticare la paura per se stessi, anche quando davanti c’è un pericolo grave come il coronavirus Covid-19. E’ quanto emerge dalle parole del pneumologo e specialista in medicina interna Ugo Marchisio, contagiato da un paziente e fortunatamente in fase di guarigione. Marchisio, direttore sanitario presso i poliambulatori del Gruppo Larc Torino, per 16 anni primario del Pronto Soccorso e Medicina di Urgenza dell’ospedale Maria Vittoria di Torino, una lunga pratica con malati di ogni gravità, ha accettato di rispondere alle mie domande mettendo la sua esperienza a disposizione dei molti interrogativi.

Dario Gedolaro

Che il Coronavirus Covid 19 sia di origine naturale o il frutto di maldestre manipolazioni di laboratorio cambia poco: la questione fondamentale è che le responsabilità della Cina sono evidentissime. E allora questa pandemia dovrebbe insegnare  una cosa: la seconda (o la prima?) potenza economica mondiale è un pericolo gravissimo per tutto il mondo industrializzato.