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Lucia Groppo

« Joie de vivre » potrebbe essere il motto di Bordeaux, capoluogo del dipartimento della Gironda e della regione della Nuova Aquitania, che deve la sua notorietà all’omonimo vino rosso fruttato celebre in tutto il mondo.

Ed è forse l’accostamento raffinato fra vini e piatti tipici locali alla base di questa gioia di vivere che ti accompagna mentre ci si aggira curiosi e sorpresi nelle viuzze del quartiere multietnico di Saint-Michel, dove ci si può immergere nelle delizie delle cucine più differenti: araba, libanese, cinese, giapponese, vietnamita, indiana ed altre ancora.

Dal 2007 Bordeaux (che i Romani chiamarono Burdigala, ovvero « fonte del ferro » ) è riconosciuta patrimonio dell’Unesco e mantiene quell’atmosfera tipica di una cittadina francese  con le cattedrali gotiche, le brasseries, i bar ed i ristoranti tipici sul lungo fiume, la Garonna, che divide in due la città.

Quel che caratterizza questa città, da sempre snobbata dai parigini che la giudicano provinciale ma che anno dopo anno sta conquistando posizioni di rilievo per il flusso turistico, sono i diversi stili architettonici: per tre secoli fu sotto il dominio inglese e ne sono visibili le sue tracce in parecchi quartieri.

Quando nel 1700 la città tornò sotto il dominio francese l’architetto Nicolas Portier creò i maestosi archi di trionfo all’imboccatura delle principali vie del centro che portano quasi tutte a Palace des Quinconces, la più grande piazza di Francia, dove troneggia la fontana dedicata ai Girondini in ricordo della rivoluzione.

Altra piazza famosa Place de la Bourse nello stile di Versailles, fronteggiata dal Miroir d’eau: dal 2006, Bordeaux

vanta la più vasta superficie riflettente composta d’acqua (3450 m2), da cui deriva appunto il nome “Specchio d’acqua”. Posta di fronte a Place de la Bourse, quest’opera spettacolare alterna momenti in cui fa da specchio alla piazza intera ad altri in cui l’acqua esce sotto forma di getti vaporizzati.

Cité du vin

Non poteva mancare un quartiere dedicato a quel succo d’uva che inebriò Bacco: la Cité du vin, un modernissimo museo del vino inaugurato nel 2016 dove vi sono miriadi di bottiglie provenienti da tutto il mondo. La visita si conclude all’ultimo piano, l’ottavo di questo imponente museo  del buon bere, con la degustazione (compresa nel biglietto d’ingresso) di uno tra i più di duecento vini provenienti da ogni parte del mondo.

Una visita a Bordeaux si deve concludere con un’escursione a la Dune du Plat, un’enorme duna di sabbia larga 500 metri, lunga tre chilometri ed alta oltre cento metri che arriva fin sulla sponda dell’Oceano Atlantico. Salendo sulla cima, impresa non facile perché ogni passo sprofonda nella sabbia, si potrà godere di un panorama mozzafiato: la distesa infinita dell’oceano e se si ha la fortuna, o si è avuta l’accortezza di arrivarci  al tramonto, si potrà ammirare una fantastica girandola di colori, come in un caleidoscopio, il sole riflettendosi sul mare e giocando a rimpiattino fra le nuvole lancerà i suoi ultimi raggi con le più incredibili sfumature, dal rose al giallo, al rosso, all’arancione.

 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)