Carola Vai
“Cani e gatti non trasmettono il Covid-19. Assurdo abbandonarli nel timore del contagio.” In sintesi, è quanto da giorni ribadiscono la Croce Rossa Italiana (sezione di Roma Capitale) e l’Ordine Medici Veterinari di Roma e provincia; Marco Melosi, presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (Anmvi); molti personaggi dello spettacolo ( Lino Banfi, Giancarlo Magalli, Cinzia Leone, Alda D’Eusanio …) e gente comune. Viviamo un periodo dove è assolutamente vietato dare la mano a una persona perché si rischia il contagio, mentre ad abbracciare un cane o un gatto si ottiene una calorosa sensazione di benessere. Il dramma provocato dalla diffusione del coronavirus in tutto il mondo insegna che gli animali da compagnia aiutano le persone che li possiedono a superare con meno difficoltà il terribile periodo.
Del resto, in questi giorni di isolamento donne e uomini di varia età sarebbero completamente soli nelle loro case senza la compagnia dei loro animali che possono pure portare a passeggio.
I quattro zampe, come è noto a coloro che li amano, se trattati con rispetto e con affetto, sanno restituire un calore incomparabile. Ogni pelosetto, nessuno escluso, vive sentimenti di amore, paura, odio, repulsione, come gli esseri umani. La loro gestione implica dunque un comportamento responsabile che in tempi di coronavirus deve essere ancora più attento. Il governo italiano e le istituzioni locali dall’inizio della diffusione della pandemia hanno dimostrato una buona dose di attenzione verso gli animali domestici. Sono infatti state consentite a coloro che li possiedono sia le passeggiate per i bisogni fisiologici, che l’apertura di negozi specifici per animali e ambulatori veterinari. Anche le gattare possono continuare a portare il cibo ai gatti. Ovviamente devono avere un’autocertificazione che attesti la necessità di dover frequentare tanto i centri per l’acquisto del cibo, che i veterinari e i luoghi dove si aiutano i mici. Da ricordare che alcune strutture ambulatoriali hanno preferito interrompere l’attività. La maggioranza, in tutta Italia, è comunque funzionante. E’ bene, tuttavia, telefonare prima di recarsi nell’ambulatorio, affinché il veterinario possa avere una spiegazione iniziale del problema dell’animale, capire se si tratta di una priorità e organizzare l’afflusso dei “pazienti”. Questo per evitare contatti tra le varie persone e applicare le accortezze necessarie per ridurre al minimo i rischi di avvicinamento in un ambiente chiuso. La ribadita notizia di cani e gatti cacciati per timore di contagio da coronavirus è stata fortunatamente smentita sia da Marco Melosi che da vari canili dove non è stato registrato un insolito aumento di arrivi di bestiole abbandonate. Resta invece il problema di coloro che non possono accompagnare il loro animale a passeggio perché sono anziani e gli viene sconsigliato di uscire da casa. E resta il dilemma degli animali rimasti soli perché i loro amici umani sono stati uccisi dal Covid-19 . Non esistono cifre precise circa le bestiole rimaste “orfane”, ma le prime analisi indicano diverse decine di animali soccorsi da volontari e canili.
Gli italiani, fortunatamente, sono affezionati ai loro animali domestici. Sono pochi a tradirli lasciandoli sul ciglio di una strada in queste tragiche settimane di coronavirus, con migliaia di contagi e di vittime. Del resto l’Italia, secondo il Censis, è il secondo Paese d’Europa, dopo l’Ungheria, ad avere il maggior numero di animali domestici: 32 milioni. All’Italia seguono Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.
Nelle case italiane nella classifica degli animali domestici prevalgono al primo posto gli uccelli: 12,9 milioni, seguiti dai gatti, 7,5 milioni. Al terzo posto i cani, 7 milioni. Molto distanziati si collocano i piccoli mammiferi, criceti e conigli, 1,8 milioni; poi 1,6 milioni di pesci; 1,3 milioni di rettili. Sempre secondo il Censis, nel 2017, le famiglie italiane hanno speso 5 miliardi di euro per la cura e il benessere dei loro animali domestici con un aumento del 12,9% negli ultimi tre anni. Nella spesa rientrano cibi, lettiere, cure veterinarie, gabbie, guinzagli, collari, toeletta.
Un affetto quello degli italiani verso gli animali domestici, mostrato pure da molti politici, anche se in tutto il mondo la considerazione è ancora inadeguata. Eppure sono sempre più numerose le persone convinte , come sosteneva Indira Gandhi, che i maltrattamenti degli animali un giorno si ribalteranno sull’umanità. Chissà che il pericolo mondiale causato dalla diffusione del coronavirus che uccide migliaia di persone non sia il primo esempio dei tragici effetti di maltrattamento degli animali, in questo caso iniziato in Cina, ma poi diffuso in tutto il mondo?