Paola Claudia Scioli
#ITALIAUNICAQUI – In un momento in cui ancora il turismo stenta a ripartire a causa della pandemia che non ci lascia in pace, le case-museo, diventate una realtà molto diffusa in Italia negli ultimi anni, potrebbero essere le prime a riaprire in sicurezza. Per ora sono per lo più visitabili all’esterno o in alcuni casi all’interno solo in settimana. Piccole strutture, in genere circondate da spettacolari giardini, ben si presterebbero in realtà per accogliere pochi turisti per volta facendo scoprire realtà culturali poco conosciute ai più e spesso dietro l’angolo di casa propria. Sono disseminate in tutte le regioni con caratteristiche, forme, dimensioni, storie differenti: dai palazzi reali alle ville nobiliari, dalle residenze dei collezionisti alle case degli artisti, dagli appartamenti cittadini alle abitazioni rurali. In tutte passa la voce narrante di chi le ha volute, acquistate, abitate, costruite.
Si va dagli appartamenti reali di Borgo Castello a Venaria Reale (Torino), alla casa di Alfredo Oriani “Il Cardello” a Casola Valsenio (Ravenna), al famoso Vittoriale di Gabriele D’Annunzio (Brescia), al Castello di Padernello (Brescia) , al castello di Pralormo (Torino) e a quello di Montichiari (Brescia), alla casa Grazioli a Pejo (Trento), a casa Morandi a Bologna, alla casa museo quadreria Cesarini a Fossombrone (Pesaro), alla casa museo di Palazzo Sorbello a Perugia, alla casa museo Scelsi a Roma, tanto per citarne alcune.
La differenza fondamentale con i musei tradizionali è che non sono costruite a posteriori mettendo insieme opere provenienti da realtà differenti, ma sono la testimonianza di quella che è stata la vita vissuta dal proprietario con tutto quello di cui lui si è voluto circondare e spesso con la sfrenata passione del collezionismo di quadri, di libri, di oggetti, di arredi, di fotografie. Sono generalmente lo specchio di quelle che erano le abitudini, le passioni, la vita quotidiana delle singole persone che le hanno abitate, magari fino a poco tempo prima.
Le case museo raccontano, infatti, storie personali e sociali, dinastiche ed economiche, collezionistiche e imprenditoriali, con un linguaggio che appartiene a tutti: quello dell’abitare. Visitare una casa museo è, quindi, un’esperienza diversa rispetto alla visita di un qualunque altro museo. Ed è emotivamente molto coinvolgente. Aprendo ancora da vivi o lasciando, dopo la morte, agli eredi il compito di aprire al pubblico le loro residenze, le loro stanze segrete, questi personaggi infatti condividono una loro quasi sempre effervescente esperienza di vita con i visitatori, che vengono coinvolti in un percorso che li assorbe e ci rende partecipi di uno o più momenti storici, artistici e culturali del nostro paese.
Un esempio classico è la quattrocentesca Casa del Podestà veneto di Lonato del Garda (Brescia) che Ugo Da Como, senatore bresciano vissuto tra Otto e Novecento, acquistò nel 1906, restaurò e, passo dopo passo, arricchì con le sue raccolte artistiche e librarie. Un saggio eloquente del gusto collezionistico d’inizio secolo. Passando di sala in sala, ci si rende conto subito con quale amore e instancabile passione Ugo Da Como raccolse non solo manoscritti, codici medievali, preziosi volumi a stampa e autografi, dipinti e mobili, ma anche numerosi oggetti d’arte applicata e una grande quantità di documenti sulla storia di Brescia, del lago di Garda, e della stessa Lonato. Le venti sale che ospitano le collezioni sono elegantemente allestite riprendendo modi e tipologie decorative antiche, senza un particolare ordine cronologico e in modo “eclettico”. Gli ambienti sono impreziositi da importanti soffitti a cassettoni della seconda metà del Quattrocento, riccamente intagliati e decorati, in alcuni casi prelevati da palazzi patrizi cittadini e riadattati a queste sale durante il primo trentennio del secolo scorso. Ma l’elemento di maggiore attrattività della casa-museo è sicuramente la biblioteca che contiene circa 52.000 titoli, con esemplari di grande pregio e rarità che spaziano dal XII al XIX secolo, oltre a una nutrita raccolta di disegni, stampe, pergamene, documenti e lettere testimoni di un passato, di un gusto, di una profonda passione e cultura. Dagli austeri ambienti di rappresentanza si accede all’incantevole giardino, digradante sull’antico borgo di Lonato, che circonda la casa-museo e alla Rocca Visconteo-Veneta, una delle più estese della Lombardia, che permette un percorso all’aperto, tra i bastioni merlati e le ampie distese di prato verde, con una particolare vista panoramica sul Lago di Garda.
Poco più a nord a Calvagese della Riviera nell’entroterra gardesano in provincia di Brescia, si trova un’altra casa-museo, il MarteS, un elegante palazzo seicentesco residenza dell’imprenditore bresciano Luciano Sorlini, morto nel 2015. Anche in questo caso il palazzo è lo specchio della vita condotta dal suo proprietario fino a pochi anni fa e tradisce la sua passione tutta veneziana per l’arte pittorica, per gli arredi lignei e per i lampadari.
Sicuramente la più nota casa-museo del territorio bresciano è la Prioria all’interno del Vittoriale degli Italiani, il complesso di edifici monumentali, vie, piazze, giardini e corsi d’acqua realizzato a partire dal 1921 a Gardone Riviera da Gabriele d’Annunzio con l’aiuto dell’architetto Gian Carlo Maroni. Simbolo del vivere inimitabile di D’Annunzio, questo edificio conserva circa 10.000 oggetti e 33.000 libri, che si abbinano a frasi enigmatiche e motti, leggibili su architravi e camini, in un gioco continuo di rimandi simbolici. Vetrate dipinte,
finestre con pesanti tendaggi, luci soffuse nelle stanze, rendono la Prioria un luogo misterioso e suggestivo che ben riflette il carattere del suo proprietario. Peccato che non si possa visitare in questo momento il Museo dedicato al D’Annunzio segreto, dove sono custoditi molti degli oggetti personali del poeta e delle sue ospiti: abiti in pizzo, camicie da notte in chiffon di seta, sottabiti in crespo di seta, ma anche gioielli, stoviglie, valigie, abiti, di ogni foggia e per ogni destinazione, cappotti, vestaglie e calzature, delle quali era un maniaco collezionista. Visitabili anche nei momenti della pandemia sono invece tutti gli spazi all’aperto, il Giardino delle Vittorie, l’Esedra, la piazzetta Dalmata, la Fontana del Delfino, il lago del Cigno e il teatro affacciato sul Garda in una cornice naturale spettacolare e la Regia Nave Puglia, dono dell’ammiraglio Thaon di Revel. Curioso è il canile voluto da D’Annunzio appassionato cinofilo e il cimitero dei cani nel giardino della Prioria.
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