Pier Carlo Sommo
(#Italiaunicaqui) – Reggio Calabria è un gioiello dello Ionio tutto da scoprire, posta di fronte all’incantevole panorama dello Stretto. è una città che affascina con i suoi profumi, colori e sapori, conquistando con il suo vasto patrimonio storico-culturale e artistico legato alla Magna Grecia, con il clima mediterraneo e una tradizione culinaria secolare. Nel complesso è una meta turistica di valore con molti "tesori" oltre i Bronzi di Riace che giustamente hanno assunto fama mondiale. Tra i suoi gioielli è imperdibile il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC), che appunto non contiene solo i famosi Bronzi, ma espone una delle più ragguardevoli collezioni di reperti provenienti dalla Magna Grecia, una raccolta che lo rende un museo di importanza nazionale.Carola Vai
(Italiaunicaqui) – Spettacolare. Così si può definire il campanile del Duomo di Messina, l’attrattiva più famosa della città siciliana. Un’opera assolutamente da vedere. Del resto il campanile, alto 60 metri, custodisce il più grande orologio teatrante ed astronomico del mondo che ogni giorno, alle ore 12, richiama osservatori e turisti desiderosi di vedere il carosello delle figure dorate sulle note dell’Ave Maria di Schubert. Uno spettacolo di 12 minuti. Ma il campanile ospita anche 8 campane enormi impegnate nelle giornate festive in emozionanti concerti detti “suonate”.Carola Vai
(#Italiaunicaqui) – Giganteschi, enigmatici, bellissimi. Così si presentano i due Bronzi di Riace esposti in tutta la loro solennità su altrettante piattaforme antisismiche in marmo di Carrara in una enorme sala tutta bianca, con pavimento grigio, al pianterreno del Museo Nazionale Archeologico di Reggio, diretto da Carmelo Malacrino. L’edificio ideato dall’architetto Marcello Piacentini è visibile dal mare con l’entrata principale affacciata su corso Garibaldi. Per impedire di contaminare le due preziose statue da elementi nocivi, le persone prima di accedere nello “speciale caveau” vengono tutte sottoposte per qualche secondo, e a piccoli gruppi, ad una sorta di decontaminazione in atmosfera filtrata, in una piccola camera antecedente alla sala. Del resto, a mezzo secolo dal loro ritrovamento in fondo al mare, il problema principale dei due capolavori resta la loro salvaguardia.Pier Carlo Sommo
Dopo un biennio di sosta la sala espositiva di Casa de Rodis a Domodossola, centro di quasi 18.000 abitanti nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola, riapre con la mostra della Collezione Poscio: "Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea. Paesaggio, ritratto, natura morta". L'esposizione, inaugurata il 2 luglio, a cura di Giorgio Caione, mette in dialogo artisti contemporanei di livello internazionale con i maestri ottocenteschi dell'arte vigezzina: Alfredo Belcastro, Camillo Besana, Stefano Biotti, Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara, Lorenzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini, Giacomo Rossetti.Carola Vai
(#Italiaunicaqui) – Torino ha luoghi dove è sfilata la storia della città e dell’Italia. Uno dei più importanti è piazza San Carlo detta “il salotto della città sabauda” con al centro il monumento equestre chiamato in piemontese El Caval d’brons, il ‘cavallo di bronzo’, dedicato a Emanuele Filiberto di Savoia nell’atto di riporre la spada nella guaina dopo la vittoria della battaglia di San Quintino, nel 1557. Ai piedi della statua realizzata dallo scultore Carlo Marocchetti nel 1838 e considerata una delle più importanti d’inizio Ottocento, sono passati personaggi politici, religiosi, sportivi, artistici di fama nazionale e internazionale, sono avvenuti fatti che hanno influito sul mondo lavorativo, sull’industria, sulla moda, sulla politica, sullo sport.Pier Carlo Sommo
(#ITALIAUNICAQUI) - Oltre cinquanta opere del pittore torinese Giacomo Soffiantino (1929-2013) sono esposte alla Fondazione Ferrero di Alba (Cuneo) fino al 30 giugno 2022. La mostra intitolata “Soffiantino. Tra oggetto e indefinito” percorre per la prima volta in modo esaustivo la vita dell’artista e delle sue opere. La rassegna, comprendente ls selezione di oltre 50 opere provenienti da collezioni pubbliche e private si snoda in sette sezioni.Carola Vai
Rita Levi-Montalcini, premio Nobel 1986 per la medicina, non utilizzò la sua vivace fantasia esclusivamente per la scienza, ma pure per scoprire la bellezza della natura, delle città, di usi, costumi e tradizioni di vari continenti. Rita era infatti un’accanita viaggiatrice perché dai viaggi attingeva nuove idee come si scopre indagando nella storia della sua vita.Pier Carlo Sommo
A 40 km da Torino, all’imbocco della Valle di Susa, passando per Avigliana e i suoi due laghi, con una ripida strada si sale sul monte Pirchiriano (alt. 962 metri), dove si può visitare la millenaria abbazia della Sacra di San Michele, che si erge spettacolare su una roccia che determina la Chiusa della Valle di Susa dove il re dei Longobardi Desiderio ed il figlio Adelchi furono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno. È collocata in uno scenario altamente suggestivo, nota caratteristica di tutte le chiese d’origine longobarda dedicate in tutt’Europa all'Arcangelo S. Michele.Pier Carlo Sommo
#italiaunicaqui - A Roma vi è un museo pressoché unico al mondo, che testimonia un’esperienza culturale che si può definire rivoluzionaria. Tra gli edifici di archeologia industriale, che hanno conservato buona parte degli impianti di produzione, la Centrale Montemartini è forse l’unico a non essere diventato solo il museo di se stesso. Il complesso è una centrale elettrica del secolo scorso trasformata in un museo di duplice natura, ovverosia, agli imponenti macchinari per la produzione di elettricità che vanno da inizio 900 al 1967 sono inframmezzate statue e mosaici della Roma antica, ritrovati dal 1870 ad oggi. L’atmosfera è indubbiamente suggestiva. La raffinata arte di Roma antica è affiancata e spesso sovrapposta ai vecchi macchinari per la produzione di energia elettrica. Un inconsueto accostamento che suscita fascino e insolite emozioni.Pier Carlo Sommo
Nella via centrale di Alba (CN) per i bimbi ci sono asini a dondolo invece di cavalli, cosa simpatica e originale, ma non casuale. la città ha un legame particolare con il simpatico quadrupede. Ogni anno, per il 2021 sarà il 3 ottobre, si corre il Palio degli Asini, una singolarissima manifestazione che ha radici nelle rivalità tra comuni nel Medioevo, quando i conflitti armati erano purtroppo la normalità tra astigiani e albesi. Nel 1275 Alba ed Asti erano in guerra, gli astigiani corsero il loro tradizionale Palio sotto le mura di Alba in segno di vittoria sulla città nemica. Gli irriducibili albesi, toccati sul vivo, in segno di scherno verso gli avversari, decisero di correre un palio all’interno delle loro mura con gli asini.