Paola Claudia Scioli
Bastano ventiquattro ore per innamorarsi di Todi, città d'arte dalle origini etrusco-romane, costruita sulla cima di un colle lussureggiante che si affaccia sul parco fluviale del Tevere, nel cuore dell’Umbria, tra Perugia e Orvieto. Un giro lungo la circonvallazione esterna permette di ammirare le sue forme dal basso. Una passeggiata nel centro storico fa respirare l'aria di un grande museo a cielo aperto dove arte, cultura, storia e natura si fondono come per magia. Uno sguardo alla pianta “L’antichissima città di Todi”, realizzata da M. Valentini nel 1625 e incisa da Giacomo Lauro, che si trova esposta nel museo cittadino aiuta.Carola Vai
“Un disastro”. E’ l’espressione più ripetuta per definire l’andamento turistico di agosto 2020 nelle celebri località piemontesi affacciate sul Lago Maggiore. Il Covid-19 ha reso un territorio fino l’anno scorso abituato al tutto esaurito nel periodo estivo, in una zona quasi deserta, con la gran parte degli alberghi chiusi, oppure occupati al minimo. La presenza dei turisti italiani, qualche svizzero, olandese, tedesco, belga non ha compensato la totale assenza di ospiti russi, cinesi, americani. Gli storici alberghi di Stresa, Baveno, Pallanza e di molte altre località della zona sono rimasti chiusi per mancanza di prenotazioni. I traghetti in continuo movimento tra le rive del celebre Lago e le famose isole Borromee (Isola Bella, Isola Madre, Isola dei Pescatori) spesso hanno viaggiato quasi vuoti. Qualche soddisfazione è stata raggiunta dai ristoranti e dai locali distribuiti sul lungolago, mentre nelle zone più interne delle varie cittadine il pienone è stato sfiorato in pochi casi, e solo nel Ferragosto.Paola Claudia Scioli
"Est Est Est" (c'è, c'è, c'è) è la prima cosa che viene in mente quando si parla di Montefiascone (Viterbo). È il nome del vino bianco che deriva, secondo la tradizione, dall'espressione di giubilo per aver trovato un buon vino pronunciata dal servitore del vescovo Defuk, che accompagnava Enrico V a Roma per essere incoronato imperatore nel 1111. Il vino è realmente il prodotto locale d'eccellenza, ed è buono e profumato grazie al terreno tufaceo. La tomba di Defuk all'interno della chiesa di San Flaviano, la più antica dentro le mura della città, prova che lui qui c'è stato.Carola Vai
Visitare i Musei Vaticani al tempo del Covid-19 offre, per l’enorme riduzione di pubblico, l’occasione di vedere quasi in tranquillità le numerose opere E’ un pensiero egoistico, ma che corrisponde alla realtà, come ho potuto constatare nelle mia visita di 4 ore. E’ comunque consigliabile, anche in questo periodo, prenotare i biglietti per evitare lunghe code all’entrata. Certo 4 ore sono un tempo riduttivo. Per scoprire i Musei Vaticani, chiamati al plurale perché insieme di vari musei e collezioni, ci vorrebbero settimane. Ed io che ci sono stata già cinque volte, posso dire di aver visto solo una minima parte. Del resto, si tratta di una delle più grandi raccolte di opere d’arte del mondo, distribuite su un percorso di 7 chilometri, e per la prima volta sotto la direzione di una donna: Barbara Jatta. Italiana, storica dell’arte, Barbara Jatta è stata nominata da Papa Francesco il primo gennaio 2017.Paola Claudia Scioli
Causa pandemia quella del 2020 è un'estate particolare. Niente turisti stranieri, limitate code sulle autostrade, molte lamentele da parte degli operatori del settore turistico. Ma per chi non ama gli affollamenti, indipendentemente dai vincoli del post Coronavirus, è l'occasione giusta per godersi il "Bel Paese". Percorrerlo in lungo e in largo, magari a bordo di un camper, è una garanzia di sicurezza, oltre che un piacere. Uno dei territori affascinanti dal punto di vista storico, artistico, culturale e naturalistico è la Tuscia romana, cioè quella parte dell'antica Etruria (Toscana, Lazio settentrionale e Umbria occidentale) che corrisponde all'attuale provincia di Viterbo. Dai Monti Cimini al lago di Bolsena fino al lago di Bracciano si succedono necropoli etrusche, vestigia romane, castelli medievali, palazzi rinascimentali, parchi meravigliosi, antichi conventi, borghi abbarbicati su rocce di tufo, acque termali e faggete rigogliose.Pier Carlo Sommo
Quando si parla di dimore reali Sabaude il pensiero corre subito ai fastosi palazzi del Piemonte, Stupinigi, Racconigi, Moncalieri, il palazzo reale di Torino. In Valle d’Aosta vi è invece un castello “reale” un po’ diverso, più curioso che fastoso: il castello di Sarre che da un’altura rivolta verso la conca di Aosta domina l’accesso all’alta Valle. Il piccolo maniero, più che alla sua nascita nel medioevo, è legato alla storia moderna, dall’Unità d’Italia all’avvento della Repubblica. Una storia scritta dalla famiglia Savoia, dinastia fortemente legata fin dalle sue origini alla Valle d’Aosta.Carola Vai
Ci sono località di montagna dove il Covid-19 non sta riuscendo nella sua opera distruttiva contro il turismo. Una di queste è Courmayeur sotto il massiccio del Monte Bianco, in Valle d’Aosta. Certo camminando nella centrale via Roma si sente parlare solo italiano. Del tutto assenti gli abituali turisti stranieri. Ma Courmayeur ha iniziato agosto 2020 ugualmente all’insegna dell’affollamento, se non proprio del tutto esaurito ovunque. E si prepara a settimane di gran pienone. Alberghi pressoché al completo, seconde case quasi tutte occupate. Persino trovare posto per pranzare o cenare in uno dei molti ristoranti è difficile senza prenotazione, come ho avuto modo di sperimentare.Paola Claudia Scioli
Il #Covid-19 si è “divorato” anche il Palio di #Siena. Così in questa difficile estate 2020 piazza del Campo resa famosa in tutto il mondo dall'elettrizzante corsa cavalli-fantini, resterà vuota. Non capitava da 76 anni. Il fatto accresce il già grave tracollo delle presenze di turisti italiani e stranieri sempre visibili in massa negli anni passati, soprattutto in estate e per il Palio. I senesi, battaglieri da sempre, hanno comunque reagito alla difficile situazione rivolgendosi con tenacia al “turismo di prossimità”. Ossia al turismo nazionale, compreso quello della propria regione: la Toscana. Del resto il Palio è la loro vera ragione di vita. Ed è stato sospeso solo durante le due Guerre Mondiali.Pier Carlo Sommo
Siamo nel cuore delle colline piemontesi delle Langhe dove si produce il vino Barolo, definito “Il Vino del Re e il Re dei Vini”. In questo semplice gioco di parole è racchiusa la nascita, la storia, lo sviluppo e l’affermazione del Barolo, uno dei vini italiani più prestigiosi e apprezzati al mondo. Ma queste terre sono anche ricche di magnifici castelli medievali. Circondato dalle colline coltivate a vigneto, sovrastante un piccolo borgo ben mantenuto, svetta il castello di Serralunga d’Alba (CN). È forse il più ben conservato castello nobiliare trecentesco del Piemonte, vanta inoltre una struttura architettonica unica in Italia, quella del donjon (dongione) francese.Carola Vai
Il Castello di Moncalieri, alle porte di Torino, custodisce ottocento anni di storia. Tra le sue mura la famiglia Savoia ha vissuto 7 secoli di governo. Il Castello è cambiato con l’alternarsi di successi, sconfitte, amori, tradimenti, lutti, gioie, di personaggi ed avvenimenti. Il susseguirsi dei fatti dalla prima costruzione dell’edificio, nel 1200 circa, a quando il Castello nel 1926 ha perso il ruolo di residenza, non sono mai stati del tutto raccontati. Nemmeno sono stati uniti alla trasformazione avvenuta dal 1948 quando, in questo luogo, si sono stabiliti i Carabinieri, ancora presenti. Da qui l’idea del volume "Il Castello di Moncalieri. Una presenza sabauda fra Corte e Città" con le vicende che lo riguardano dalla nascita ai nostri giorni. Il libro, 420 pagine, tante fotografie, narra gli accadimenti incluse le metamorfosi murarie, ambientali, sociali. L’opera pubblicata dal Centro Studi Piemontesi è stata presentata dall'assessore alla cultura di Moncalieri, Laura Pompeo, nel giardino delle rose, il 23 luglio, pochi giorni dopo la riapertura al pubblico del Castello seguita alla lunga pausa imposta dalla diffusione del coronavirus.