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Carola Vai

La pandemia ha riconosciuto agli animali domestici, cani e gatti in particolare, e soprattutto in tempo di lockdown, di essere delle preziose risorse per la salute del corpo e della mente. Le bestiole infatti hanno spesso agito da anti-ansia naturale riuscendo non solo alleviare la solitudine di persone di ogni età, ma infondere pure allegria e quiete. In pratica hanno donato un poco di forza per andare avanti a coloro che hanno creduto nel loro affetto incondizionato. Moltissime le adozioni di piccoli animali, persino conigli, furetti, canarini e tartarughine. Ma purtroppo anche molti gli abbandoni per vari motivi: spazi troppo stretti nelle case dove umani e animali sono stati confinati per mesi dal lockdown, aridità sentimentale, difficoltà economica e spesso la morte per Covid della padrona o padrone adottante.

Carola Vai e Nerone

Pet di ogni età si sono trovati trasferiti in canili, in gattili o addirittura abbandonati su qualche strada. Il 2020 ha comunque visto un boom di adozioni secondo quanto fatto sapere dall’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, corrispondente a 8100 cani e 9500 gatti accolti da una famiglia, con un aumento del 15 per cento rispetto al 2019, per un totale di 17. 600 animali domestici. Inoltre un’indagine della Coldiretti ha rilevato che la pandemia da Covid ha indotto oltre 3 milioni di italiani a portare a casa un quattro zampe per trovare conforto contro lo stress da lockdown. L’enorme domanda ha provocato un aumento del traffico illegale di animali. Per tutelare il lavoro degli allevatori onesti Coldiretti ha stretto un accordo con Enci, ente nazionale della cinofilia italiana.

Del resto gli osservatori hanno calcolato che il mercato nero di cani e gatti vale un business criminale tra i 250-300 milioni di euro all’anno. Cifre cresciute con il Covid che ha fatto lievitare la domanda di cuccioli spesso di razza, ma di poche settimane, resi in buona salute apparente perché imbottiti di farmaci e privi di microchip di identificazione come richiesto dalla legge. Bestiole il più delle volte messe sul mercato a tariffe più basse rispetto a quelle in vendita da allevatori onesti, con un risultato dannoso per tutti, meno per i promotori del traffico. Il mercato nero di animali domestici colpisce, infatti, sia i quattro zampe vittime spesso di maltrattamenti e abusi, che gli acquirenti costretti pochi mesi dopo aver ospitato il cucciolo a costose cure mediche per tutelarne la salute il più delle volte molto precaria tanto da provocarne a volte addirittura la morte. La pandemia e il conseguente lockdown hanno convinto molte persone a cercare conforto contro i sintomi della depressione, dell’ansia e dell’angoscia da isolamento nella compagnia di un animale. Per la maggior parte cani e gatti sono stati e continuano essere i più adatti a comprendere i nostri stati emotivi. Ma anche conigli, furetti, cavalli sono stati definiti di enorme aiuto.

Il Covid  ha anche provocato molti abbandoni per vari motivi: economici, malattia o decesso di molti proprietari, soprattutto i più anziani. Numerosi  animali si sono trovati senza casa perché rifiutati dai figli o parenti di chi li aveva accuditi fino a quel momento. Su social e giornali cartacei si sono susseguite un gran numero di storie tristi, e solo alcune concluse in modo positivo, capitate in tutta Italia. Ne cito tre, simbolo di tantissime altre, per fortuna finite bene. La vicenda di Micio accaduta a Torino che, rimasto solo nell’alloggio dopo la morte del proprietario, si è nutrito di acqua e zucchero per un mese finché i vicini udendo i suoi lamenti lo hanno salvato; Ugo, gatto di Sanremo, dopo la morte delle due anziane proprietarie, abbandonato in casa solo, è stato salvato in extremis dalla Lega del Gatto. Infine un cane di 17 anni, Acer, rimasto solo a Genova dopo la morte dei due padroni è finito nel Canile Municipale, ma una famiglia pochi giorni dopo lo ha adottato. Moltissime altre bestiole sono state meno fortunate. Enpa per aiutare i proprietari di animali in difficoltà economiche attraverso un suo programma “Rete Solidale” ha donato oltre 200mila euro di cibo, 100mila euro per le spese veterinarie e 200mila di medicinali.

Il rapporto umani-animali al tempo del Covid è comunque ancora da definire nei dettagli anche se è noto che la modifica dei quotidiani ritmi di vita influenza pure i pet. Una ricerca realizzata negli Stati Uniti attraverso la distribuzione di 2.300 questionari ad altrettanti proprietari di cani e gatti lo scorso autunno si è conclusa con risultati definiti “sorprendenti”. Tra le molte criticità emerse: la gestione del vivere quotidiano in epoca di pandemia che toglie tempo ed energie all’attenzione di cani e gatti. In realtà chi ama cani, gatti e animali domestici vari, intuisce che sarà altrettanto complicato gestire il distacco con il ritorno, finito il lockdown, ai ritmi liberi come prima della pandemia. Staccarsi dal proprio cane o da proprio gatto dopo aver vissuto molti mesi in strettissimo contatto crea una certa sofferenza, la stessa sofferenza vissuta dall’amico a quattro zampe che perde buon umore e qualche volta persino l’appetito.

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)