* Pier Carlo Sommo
Già il drammaturgo greco Eschilo (525 a.C. – 456 a.C.) aveva affermato che “in guerra la verità è la prima vittima”. L’attuale crisi causata dal COVID19 è stata giustamente paragonata ad una guerra. In questi giorni di dure battaglie la povera verità se non è morta, gode di pessima salute, schiacciata tra manipolazioni, volontarie ed involontarie, fake news e incapacità professionali. Da anni la “comunicazione di crisi” è ormai una disciplina professionale ben delineata, con esperti di notevole caratura. In Italia, ad esempio, abbiamo Luigi Norsa (http://www.luiginorsa.com/ ), un serio professionista conosciuto anche all’estero. In tutto il mondo la materia è tenuta nella massima considerazione, ha regole ben precise e viene gestita da specialisti preparati e motivati.
Mi occupo di comunicazione di crisi negli enti pubblici da circa 20 anni, la insegno nelle Università e corsi di formazione, sono stato relatore in molti convegni e master. Con il collega Tiziano Trevisan, esperto della materia anche lui, ho scritto il primo testo pubblicato in Italia sulla comunicazione di crisi in sanità, volume adottato anche in alcune università.
Purtroppo in Italia la comunicazione professionale è abbastanza negletta, sia nel pubblico sia nel privato, spesso a causa di una notevole ignoranza in materia. Per quanto riguarda poi la “comunicazione di crisi”, gli eventi che li provocano, a grandi linee, sono quasi sempre prevedibili, anche mediante le simulazioni di scenario. Ma in Italia, a parte pochi casi virtuosi, per inettitudine o scaramanzia si preferisce ignorare il problema, rinviare, non immaginare scenari di crisi, non predisporre piani con strumenti adeguati a fronteggiarle. Si preferisce occuparsene solo quando esplodono, cioè quando è poi troppo tardi. Così si agisce in preda al panico, con approssimazione, applicando soluzioni improvvisate e rattoppi che quasi sempre aggravano la crisi.
La comunicazione della crisi del COVID19 è un “virtuoso” esempio di tutto ciò che non bisogna fare, sia a livello locale che centrale. Si è visto, e si sta vedendo di tutto: siamo a livello della famosa trasmissione televisiva “La Corrida, dilettanti allo sbaraglio”….
A fianco di scienziati seri e preparati si vedono studiosi frustrati che pur di apparire per un momento su giornali o TV lanciano le teorie più strampalate, supportati immancabilmente da alcuni giornalisti altrettanto impreparati o con pochi scrupoli e famelici di notizie clamorose. “Esperti” auto-nominati che fanno il “portavoce”, letta qualche memoria scritta da altri, scodellano dati, ma vanno in crisi alla minima richiesta di approfondimento.
Addetti stampa inesperti, solo utili al narcisismo di qualche altrettanto inesperto politico che d’improvviso si inventano competenze inesistenti di comunicazione strategica nazionale. Politici che alla ricerca disperata di un palcoscenico, scambiano una professione complessa, quella della comunicazione, come un semplice gioco, creando spesso gravi danni alla comunità, qualche volta anche con ripercussioni mondiali (basta ricordare le esternazioni di Boris Johnson).
Il “bestiario” risvegliato dal coronavirus è illimitato, Non ho citato luoghi o persone perché è sufficiente leggere i quotidiani o accendere le televisioni per essere spettatori di questo insano teatrino. Chi perde una puntata dello spettacolo può andare sui social media, cassa di risonanza all’infinito di errori, orrori e gaffes, dove volenterosi spesso li rimontano anche in filmati umoristici…
Mi sono permesso di consigliare a qualche personaggio di questa commedia di interpellare almeno le università con facoltà di scienze della comunicazione, che hanno più di 20 anni e valenti studiosi. Sono stato guardato come un marziano…
Unica cosa da fare per gli studiosi della “comunicazione di crisi” (me compreso) è di raccogliere il copioso materiale per utilizzarlo per insegnare nelle università, ai futuri comunicatori, come NON FARE la “comunicazione di crisi”…
*Pier Carlo Sommo – Segretario Generale dell’Associazione per la Comunicazione Pubblica e istituzionale – Professore a contratto di Comunicazione pubblica presso le Università di Torino e Cattolica