Dario Gedolaro
Torno sulle responsabilità della Cina nella vicenda Covid-19 e sulla necessità di rivedere, prendendo spunto da questa emergenza, i rapporti economico/commerciali con lei da parte dei Paesi europei (gli Stati Uniti l’ hanno già fatto). Ho recentemente sentito l’ ex ministro e fondatore del movimento Azione, Carlo Calenda, criticare il M5S di essere troppo filocinese (per la cosiddetta “Via della Seta”) con grave pericolo per l’ industria italiana ed europea. Ora mi è capitato di leggere una dura presa di posizione del quotidiano tedesco Bild (ripresa dal sito economico QuiFinanza).
E’ di alcune settimane fa, ma dimostra che quello del ruolo della Cina come gigante economico e politico mondiale è un tema molto delicato e che non va affrontato in modo superficiale e dilettantesco, come mi sembra stia facendo il nostro Ministro degli Esteri. Lo spunto è la lettera che il governo cinese, attraverso la sua ambasciata in Germania, aveva inviato al giornale per chiedere le scuse da parte del suo direttore, il quale nei giorni scorsi aveva affermato che la Cina avrebbe dovuto provvedere al pagamento dei danni provocati dal coronavirus nel mondo.
Per tutta risposta il direttore di Bild, Julian Reichelt, ha registrato un video (pubblicato dal quotidiano online Tpi.it), rivolgendosi al Presidente cinese Xi Jinping: “Cortesemente, mi consenta di rispondere. Prima di tutto, lei governa con la sorveglianza e il controllo. Lei non sarebbe presidente senza la sorveglianza. Lei controlla qualunque cosa faccia qualunque cittadino, ma si rifiuta di monitorare i wet market infetti del suo Paese”.
“Ha fatto chiudere tutti i giornali – prosegue il giornalista tedesco – e i siti internet che si sono mostrati critici rispetto al suo operato, ma non le bancarelle dove vengono vendute le zuppe al pipistrello. Lei non controlla solo i suoi cittadini, ma li mette in pericolo, e con loro, il resto del mondo. Secondo, la sorveglianza è una violazione della libertà. E una nazione che non è libera non può essere creativa, e una nazione che non è innovativa, non inventa nulla. Ecco perché ha trasformato la Cina nel più grande esperimento di furto di proprietà intellettuale. La Cina si arricchisce con le invenzioni degli altri, invece che con le sue invenzioni. La cosa più grande che avete esportato, e che comunque nessuno voleva, è il Coronavirus”.
Reichelt attacca anche Xi Jinping per i ritardi nelle informazioni sul Coronavirus: “I suoi esperti non hanno saputo rispondere, quando i ricercatori occidentali chiedevano cosa stesse accadendo a Wuhan, era troppo orgoglioso e nazionalista per ammettere la verità. Pensava si trattasse di una disgrazia nazionale e invece si è trasformata in un disastro globale”.
Poi fa un riferimento al sospetto avanzato dal Washington Post: “I vostri laboratori a Wuhan hanno fatto ricerche sui Coronavirus nei pipistrelli, ma senza mantenere i livelli di sicurezza elevati che sarebbero necessari. Perché i vostri laboratori tossici non sono così sicuri quanto invece lo sono le vostre carceri per i prigionieri politici?”.
Espressioni pesanti, giudizi severi e una conclusione sarcastica: “Prima del Covid, la Cina era conosciuta come uno Stato-Sorvegliante, ora è uno S tato sorvegliante che ha infettato il mondo con una malattia mortale. Questa è la sua eredità politica”.
Sfrondando l’ intervista dagli eccessi polemici, c’è molto da meditare.