Paolo Girola
Il rischio zero non esiste, una constatazione alla monsieur de La Palisse, di buon senso che è una merce però spesso rara. Aspettare che arrivi il vaccino , anche solo fra 6 mesi ( è una possibilità) metterebbe l’economia italiana in ginocchio con migliaia di aziende e attività commerciali che chiuderebbero, e già una parte probabilmente non si risolleverà, con decine di migliaia di disoccupati. Quindi bisogna riaprire il più possibile, il più possibile protetti. Servono dispositivi di sicurezza individuale e tamponi, reagenti, test sierologici. Ormai l’abbiamo capito: per ora non ce ne sono a sufficienza, l’imprevidenza e la mancata tempestività nelle decisioni pubbliche, di cui ho già parlato, pesano moltissimo. E ora ci si mette pure la magistratura che ( pur spinta dai più nobili motivi) non è la soluzione per tutti i mali né per tutte le colpe politiche e speriamo non crei ulteriori blocchi. Quindi a breve apriremo molte attività, anche perché lo sta facendo l’Europa e perderemmo quote di mercato importanti a stare fermi.
Allora la ventilata decisione di tenere a casa gli anziani ( da quale età non si capisce) è una sciocchezza. Gli anziani non si infettano più di chi ha meno di 60 anni ( spero che almeno quelli non siano nel mirino), il problema è che se si infettano possono essere più a rischio di complicazioni.
Se apriamo attività e commerci, i più giovani ( o meno vecchi) che tornano a casa possono essere il vero rischio per gli anziani che vi restano chiusi dentro. Molti dei cosiddetti anziani sono a capo di industrie, istituzioni , uffici professionali, l’elenco sarebbe lunghissimo. Esempi ce ne sono moltissimi , fino al Presidente della Repubblica italiana, 78 anni.
Come rispose una volta l’ex ministro Tremonti alla fine di una sessione dell’Aspen Institute durante una
conferenza stampa, a chi gli chiedeva se non era ora di fare spazio ai giovani: “Hitler è stato il più giovane cancelliere nella storia delle repubblica federale tedesca , Adenauer il più anziano. Voi chi scegliereste?”.
L’esperienza e il talento personale non sono merci interscambiabili, o ,come si diceva una volta, una variabile indipendente. Non è vero che uno vale uno. E’ vero dal punto di vista umano e cristiano. Significa che siamo tutti fratelli ( e sorelle) e che ogni persona ha diritti inviolabili senza distinzione di stirpe, colore della pelle, religione ecc. cc. Non significa che abbiamo tutti gli stessi talenti. Tutti ne abbiamo ma diversi.
Perché limitare le attività di chi ha più di settanta anni? Chi ospita questi scritti sul suo blog ha pubblicato una biografia di Rita Levi Montalcini , che a settanta e più anni era ancora in prima linea come scienziata di fama internazionale.
Lo ha scritto anche il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky , sequestrare gli anziani sarebbe un abuso anche dal punto di vista delle libertà Costituzionali : “Secondo la Costituzione, la legge può limitare la libertà di circolazione per motivi di sanità. Ma si tratta della sanità pubblica, messa a rischio dalla circolazione delle persone. Invece ora si vorrebbe imporre a un gruppo di persone un comportamento prudente per se stesse, non rispetto alla sanità pubblica….non si violi la libertà di cittadini adulti, capaci di scegliere per sé cosa fare e cosa rischiare (magari
sentendo il proprio medico).”
Segregare fasce di popolazione è anche una atto ipocrita, che vuole nascondere impreparazioni e errori ,anche dei nostri scienziati ( scienziati? ): si diano più strumenti di protezione ai medici di base ( e i medici di base non si nascondano dietro una telefonata) si usino medicinali che limitano la malattia ( la clorochina ma non solo) , quando ci sono evidenze cliniche. Questio dovrebbe essere oggi il grande dibattito pubblico. Purtroppo ne vediamo molto poco sui mezzi di comunicazione italiani. La Reuters ( la grande e autorevole agenzia di stampa inglese) ha riportato il dibattito negli Usa.
Riporto brani di quanto la Reuters ha scritto il 12 aprile: “Riteniamo che la gerarchia in termini di prove a supporto del suo utilizzo ( clorochina) inizi con remdesivir, quindi con idrossiclorochina” ha dichiarato il dott. Arun Sanyal, professore alla Virginia Commonwealth University School of Medicine.
Alcuni desiderano vedere se il plasma sanguigno dei pazienti con coronavirus guarito stimolerà l’immunità in altri, un metodo usato più di 100 anni fa. La FDA ha recentemente autorizzato l’uso esteso di tale plasma donato da parte degli ospedali in tutto il paese. McQuillen del Lahey Hospital ha affermato che l’approccio ha buone probabilità di successo.
Altri si sono concentrati sul potenziale di farmaci biologici più avanzati per reprimere i processi che mettono in crisi il sistema immunitario del corpo in casi gravi di COVID-19.
Regeneron Pharmaceuticals e Sanofi SA stanno testando il farmaco contro l’artrite Kevzara o sarilumab. Roche ha iniziato le prove di Actemra, noto anche come tocilizumab.
Novartis ha in programma uno studio sul suo farmaco Jakavi, o ruxolitinib, che può anche aiutare a reprimere una tempesta di citochine, in casi gravi di COVID-19.
“È lì che si vedrà il maggior numero di prove nel prossimo mese o due”, ha dichiarato il dott. Kevin Tracey, CEO del braccio di ricerca di Northwell Health. “Ci sono molti farmaci che agiscono sulla reazione del corpo, piuttosto che sul virus stesso”.
Perché non concentrarsi su questi argomenti, seguendo che cosa si fa in Italia? Le cure sono una alternativa a un eterno lockdown , per dirla in italiano, isolamento