Carola Vai
Nel caso in cui il governo decidesse di abbandonare il progetto ferroviario della Tav tra Torino e Lione, l’Italia sarebbe costretta a rimborsare all’Unione Europea circa 500 milioni già percepiti dal bilancio comunitario e perderebbe circa 700 milioni ancora disponibili per il periodo di bilancio 2014-2020.
È quanto apprende l’Agi (Agenzia Giornalistica Italia) da fonti qualificate. Per il periodo di bilancio 2007-2013, l’Ue ha effettuato esborsi pari a 370 milioni di euro per la Tav, a cui si aggiungono 120 milioni già pagati per il 2014-2020. Questi finanziamenti dovrebbero essere restituiti dall’Italia, secondo le fonti. Le risorse ancora disponibili per la Tav nell’attuale periodo di bilancio, e a cui l’Italia dovrebbe rinunciare, ammontano a 694 milioni. Infine – sottolineano le fonti – la cancellazione della Tav non sarebbe conveniente per l’Italia perché, nel prossimo periodo di bilancio 2021-2027, la quota di cofinanziamento a carico dell’Ue dovrebbe passare dal 40% al 50%.
Una parte delle risorse destinate alla Tav andrebbe persa se l’opera venisse fermata. È stato dunque impreciso il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio quando ha dichiarato: “Posso dire a tutti coloro che sono perplessi rispetto a questa decisione (di non fare la Tav, ndr) che i soldi che risparmieremo saranno reinvestiti sul territorio, in metro, in nuovi sistemi di mobilità, in nuove infrastrutture cittadine. Non è che stiamo perdendo gli investimenti”.