Pier Carlo Sommo
Uno degli effetti delle grandi calamità, alluvioni, epidemie, terremoti, è il generare una fitta “nebbia”. Ossia, nella scarsa visibilità si nascondono molto bene truffatori, millantatori, profittatori e politici incapaci, e spunta anche qualche eroe (spesso involontario), che a volte serve ai disonesti per meglio mascherarsi. La condizione di “emergenza” è da sempre la miglior scusa per nascondere o giustificare qualsiasi malefatta. La magistratura è già al lavoro con i casi più gravi, come le mascherine inutili e costosissime o le apparecchiature scadenti o inutilizzabili, ma altro è nascosto dalla “nebbia”, parecchi elementi sottilmente pericolosi, spesso non sanzionabili penalmente.
La “nebbia” nasconde ad esempio il grande gap di comunicazione ai cittadini, lasciati in balia delle fake news dalle carenze di comunicazione degli enti pubblici, che quasi sempre rincorrono le situazioni in ritardo e senza una valida visione strategica. Vedasi ad esempio le dieci indicazioni contrastanti sul vaccino AstraZeneca, citate anche dal Commissario gen. Figliuolo. Un capolavoro di incapacità che ha avuto il risultato di spargere dubbi e timori su un vaccino che ha le stesse caratteristiche ed effetti degli altri.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sottolineato che il 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia Covid-19, ma anche come quello della prima “infodemia” della storia. Con il neologismo infodemia è stata definita la “Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili” (da Enciclopedia Treccani). L’ OMS che ha rimarcato che il maggiore pericolo della società globale nell’era dei social media, è la deformazione della realtà negli echi e nei commenti della comunità globale su fatti reali o spesso inventati. La comunicazione degli enti pubblici italiani sarà sempre carente fino a quando non verranno utilizzati addetti culturalmente e professionalmente preparati e in numero sufficiente.
In buona parte del Paese i servizi di comunicazione degli enti pubblici sono stati semi distrutti o emarginati. Le ASL del Piemonte sono un buon esempio, grazie alla precedente Giunta regionale. I politici italiani e i “tecnici“ da loro nominati in generale non desiderano un servizio professionale aziendale di comunicazione, ma cercano di avere un portavoce (o portaborse) politicizzato dotato di fedeltà canina. Per esempio, capitano spesso assunzioni di personaggi in genere poco brillanti, per lo più ignari sia delle problematiche tecnico-scientifiche sia dei complessi meccanismi della pubblica amministrazione, quando non troviamo, al peggio, ex funzionari di partito o politici “trombati”. Le cronache di Torino e del Piemonte ne sono piene, anche con qualche situazione finita in tribunale…
Nei comitati di crisi delle aziende con attività rischiose come, ad esempio, le compagnie aeree, sono presenti tutte le professionalità necessarie, tecnici, psicologi e sempre un esperto di comunicazione che “traduce” professionalmente i messaggi. Nelle commissioni per la crisi COVID troviamo a fianco di ottimi tecnici personaggi vari, inutili, quando non dannosi, inseriti per ragioni politiche o amicali. E per la comunicazione invece di assegnarla a professionisti di elevato livello ed esperienza si utilizza un addetto stampa, delle categorie sopracitate, al quale si detta “qualcosa” che viene riportato senza alcuna operazione di costruzione o strategia. Ma nella “nebbia” pochi ne parlano…Tutto va bene, specialmente quando te lo dici da solo nei comunicati stampa.
È apparsa e scomparsa la notizia che non esisteva a livello nazionale un piano di gestione della crisi aggiornato e valido come richiesto dall’ OMS, fatto accertato, ma chi lo ha denunciato ha anche rischiato la carriera. Nella “nebbia”, ovviamente la visibilità è scarsa… Nessuno critica concretamente l’emissione di provvedimenti legislativi poco motivati, inopportuni, giuridicamente discutibili e mal comunicati. Per tutti valga il blocco degli impianti sciistici nell’ inverno 2021, disposto a otto ore dalla loro apertura. I no vax dicono una montagna di sciocchezze, specialmente sugli obblighi vaccinali, ma gli errori normativi sono continui e ben poco sono interpellati validi giuristi.
Nessuno rileva seriamente che la crisi ha dimostrato che la struttura regionale dello Stato è inefficiente, dopo riforme parziali e pasticciate, non siamo nè uno stato federale e nemmeno regionale, ma un ambiguo pasticcio, aggravato dalle obsolete e costose regioni a statuto speciale. È evidente che problemi di credibilità ed efficienza sono causati dalla mancanza di coordinamento dell’azione regionale con quella centrale. I politici poi hanno contribuito alla confusione con inopportuni personalismi, alcuni superando anche il limite del ridicolo, introducendo elementi emotivi e di politica in ciò che dovrebbe essere solo tecnico e pragmatico. Finora quasi tutti i politici intervenuti direttamente sul tema hanno fatto più danni che altro.
L’improvvisa comparsa del COVID19 ha messo a dura prova i servizi sanitari di tutto il mondo. In assenza di terapie farmacologiche e vaccini efficaci, si sono trovati a mettere in campo misure restrittive come immediate strategie di contrasto. In Italia, il Servizio Sanitario Nazionale era impreparato alla gestione di una pandemia, anche grazie a problemi dovuti ad anni di tagli e mancati finanziamenti.
A Torino non sono da dimenticare i tagli e la tentata soppressione dell’ Ospedale infettivologico Amedeo di Savoia e il costoso pasticcio della tentata chiusura dell’Ospedale Oftalmico, errori gravissimi di cui qualcuno dovrebbe render conto, anche se non è più assessore o in servizio… Ma la nebbia causa anche provvidenziali amnesie, “non perseguiamo nessuno, domani chissà, potrebbe capitare a noi” …
Purtroppo ai danni direttamente dovuti al COVID-19 si sono sommati danni indiretti, collegati a ritardi di accesso ai servizi sanitari e all’annullamento di prestazioni urgenti o anche differibili, fondamentali per salvaguardare lo stato di salute generale dei cittadini, in particolar modo di quelli fragili e affetti da malattie croniche. Il recentissimo report imparziale della Fondazione GIMBE fornisce un confronto del numero di prestazioni erogate in Italia nel 2020 rispetto al 2019 in termini di ricoveri medici e chirurgici e di prestazioni di specialistica ambulatoriale, dati veramente gravi, che ovviamente sono sottovalutati, quando non negati da ASL e Regioni. La macchina stenta a riavviarsi ma non vuol dirlo…
E’ da precisare poi che parliamo di un Servizio Sanitario Nazionale che nazionale non è, ma è la sommatoria di 20 servizi sanitari regionali diversi per qualità e organizzazione. Il Ministero della Salute poi ha sempre fatto scarsa opera di coordinamento e usa molto poco i poteri che ha… Ma nella nebbia si vede poco…
L’attuale Governo ha preso atto dei molti errori, ma correggere non è ne breve ne facile, inoltre per equilibri politici sono ancora in attività personaggi che con il governo Conte hanno dato pessima prova. Dovrebbe essere capitalizzato il processo innescato dall’emergenza Covid-19, correggendo errori tattici e strategici. Ad esempio l’indagine Eurispes “Un anno di Covid in Italia” – 2021 è molto chiara: leggendola si evince che buona parte della cittadinanza richiede una più elevata qualità della Comunicazione Pubblica, rileva anche una ridondanza di dati numerici mal interpretati o commentati, che genera una scarsa attenzione dell’utenza. In generale il livello dell’ informazione fornita dagli enti pubblici è di livello troppo elevato o troppo basso, il cittadino, se fosse efficiente, ne avrebbe fiducia.
Ma gli uomini delle “nebbie” non leggono le ricerche di Università ed istituti di ricerca, salvo che non dicano cose gradite…
In ogni caso, ci vorranno mesi o anni, ma la nebbia svanirà e per i soliti furbi purtroppo c’è parecchia gente con buona memoria. Certamente qualche conto verrà regolato, ma sarà sempre troppo poco in proporzione ai danni fatti da opportunisti ed “apprendisti stregoni”.