CAROLA VAI
“In Italia e nel mondo serpeggia un clima di razzismo e antisemitismo di ritorno. Sono segnali preoccupanti, da non sottostimare. Per questo il messaggio di Primo Levi teso a suggerirci di evitare che quanto accaduto nel passato ritorni, oggi è più che mai importante”. Così il presidente della comunità ebraica di Torino al suo secondo mandato, Dario Disegni, presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di #PrimoLevi, spiega i motivi delle moltissime iniziative in ricordo dell’autore di “Se questo è un uomo”.
Il Comitato, insediato dal ministero per i beni e le attività culturali il 25 marzo 2019 a Roma, composto oltre che dal presidente, da una quindicina di personalità (compresi la senatrice a vita Liliana Segre, il direttore dell’istituto italiano di cultura a Bruxelles, Paolo Grossi, il professor Fabio Levi, figlio di Primo Levi e lo scrittore Ernesto Ferrero, presidente del Centro Internazionale Studi Primo Levi) ha previsto spettacoli , incontri, letture, mostre, convegni, dibattiti che coinvolgono teatri, scuole, università, musei in Italia e all’estero per diffondere la testimonianza di una personalità “il cui inesauribile insegnamento – ha detto Dario Disegni – rappresenta oggi più che mai un fondamentale punto di riferimento per la nostra società”.
Inizio del programma: il 23 aprile al Teatro Carignano di Torino con un’opera condensata sotto il titolo “Se questo è un uomo”, (in collaborazione con TPE, teatro Stabile di Torino e Teatro di Roma) . Molti poi gli appuntamenti al #SalonedelLibro compresa la “Festa di compleanno di Primo Levi”, lunga una mattinata con ospiti e dibattiti che si svolgerà l’11 maggio. Per l’autunno sono annunciate un’altra giornata di studi al Polo del ‘900, Torino, e all’Università una lettura multilingue delle opere di Primo Levi, tradotte finora in oltre 40 lingue. Coinvolti nell’iniziativa pure il paese cuneese di Bene Vagienna, dove ebbero origine gli antenati di Primo Levi, e Fossoli, luogo da dove partiva il treno per Auschtwitz. Fra i molti titoli in calendario: “Primo Levi dalle leggi razziali alla scrittura creativa”, a Urbino e Pesaro.
“Citare il lungo programma è quasi impossibile –ha ammesso #DarioDisegni – sono previste iniziative in quasi tutta Italia, e in molte città all’estero: da Stoccolma a Monaco di Baviera, da Copenaghen a Istanbul, a Melbourne, a New York, a Pechino. Il calendario degli appuntamenti si allunga di giorno in giorno”.
Il progetto include una parentesi televisiva grazie alla mediateca #Rai di Torino che il 6 maggio ospita “Archive Alive! Il versificatore”, opera dove Levi affronta in tono satirico i rischi dell’eccessivo uso della tecnologia. L’agenda dovrebbe concludersi a dicembre, con l’assegnazione del Primo Levi International Award indetto dalle società di chimica italiana e tedesca e il supporto della famiglia Levi e del Centro Internazionale di Studi Primo Levi.
“Primo Levi non amava atteggiarsi a vittima. Ha cercato di capire come funzionava la macchina dello sterminio, come funzionava la testa dei tedeschi, come funzionano le società umane e come funziona la nostra testa. Nelle sue opere non fa l’archeologia di un evento mostruoso: indaga, analizza, riflette, scrive guardando al futuro prossimo”, ha affermato Ernesto Ferrero.
E come ha osservato il direttore del Centro Internazionale di Studi Primo Levi , Fabio Levi: “il dialogo con le generazioni successive è stata la spinta che ha indotto Primo Levi a scrivere il suo primo libro, Se questo è un uomo, subito dopo il ritorno dalla deportazione”. L’opera, conclusa nel 1947,venne rifiutata da tutti i maggiori editori, compreso Einaudi . Accettò di pubblicarla un piccolo editore, De Silva. Ma pur ottenendo una buona accoglienza da parte della critica, non venne apprezzata dal pubblico. Delle 2.500 copie stampate, ne furono vendute solo 1.500. Quando nel 1956 #Einaudi decise di ripubblicare lo scritto, il libro incontrò un immediato successo e oggi è ritenuto tra i migliori della letteratura italiana dello scorso secolo.
Primo Levi, nato il 31 luglio 1919, laureato in chimica, sposato con Lucia Marpurgo, due figli , Renzo e Lisa, fu trovato morto l’11 aprile 1987 nella tromba delle scale della propria abitazione torinese, per qualcuno in conseguenza di una caduta accidentale, per la gran parte delle persone, suicida.
Il programma del centenario è visibile sul sito www.primolevi.it