Carola Vai
I Paesi governati da donne non solo hanno gestito meglio l’emergenza #coronavirus, ma stanno affrontando con risultati migliori pure la riapertura dopo il periodo di lockdown . Dalla Germania alla Nuova Zelanda, dalla Danimarca a Taiwan, dall’Islanda alla Finlandia fino alla Norvegia le leader femminili stanno offrendo esempi di lungimiranza e di “governo all’altezza” della gravità del momento. Situazione ben diversa in Italia dove le donne sono state del tutto assenti dalla “stanza di comando”. E la conferma si è avuta durante le settimane di quotidiane conferenze stampa in televisione con la sola presenza di uomini a dettare cifre e regole. Del resto, secondo il rapporto 2020 del Forum Economico mondiale, nella classifica sulla parità uomini e donne, l’Italia è al 76esimo posto su 153 Paesi, con un arretramento rispetto al passato.
Eppure, nell’emergenza Covid-19 le donne italiane hanno dato di più. Fuori casa dove le statistiche dicono essere il 70 per cento del personale sanitario. In casa dove tra figli, smart working e faccende domestiche hanno affrontato ritmi di lavoro raddoppiati. Nonostante lo sforzo, l’emergenza, come ha sottolineato in varie occasioni la senatrice Emma Bonino, rischia di cancellare nel silenzio i diritti acquisiti in anni di lotte. Certo la Sanità messa in questi mesi sotto accusa per cattiva gestione vede responsabili soprattutto uomini, poiché sono rare le donne al vertice. Come sono rare ai vertici industriali. Ad esempio, la nuova squadra di Confindustria in carica fino al 2024 su 11 delegati, ha nove uomini e due donne ( Barbara Beltrame, con delega all’internazionalizzazione, e Maria Cristina Piovesana con delega ad ambiente e sostenibilità) . Peggio ancora nel mondo automobilistico dove su 14 amministratori delegati non ci sono donne. Certo, non sempre le donne che arrivano ai vertici sono preparate per il ruolo conquistato. Non serve avere donne al governo incapaci. Da sempre sono convinta che la meritocrazia sia assai più utile delle “quote rosa” . Non basta essere donna per attribuirsi, ad esempio, maggiori capacità organizzative. Inoltre ad ostacolare il raggiungimento della parità con gli uomini spesso sono le stesse donne nemiche delle altre donne. Oppure donne che conquistato un certo potere “si comportano come gli uomini”.
Ci sono poi casi dominati da una sorta di “negligenza”. Un esempio arriva dal ministro dell’Istruzione , Lucia Azzolina. Da più parti si chiede come sia stato possibile riaprire l’Italia e tenere chiuse le scuole. Eppure Lucia Azzolina, 39 anni, passata da Sottosegretario all’Istruzione a Ministro il 10 gennaio 2020 a seguito delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti, in un post sulla sua pagina di Facebook ha sottolineato :”la scuola è di tutti e serve il contributo di tutti per farla ripartire. Stiamo raccogliendo le proposte del nostro comitato di esperti. Vogliamo rientrare tra i banchi per settembre”. Intanto la chiusura sta avendo pesanti ripercussioni sui bambini, sui genitori ed in particolare sulle mamme. Una situazione difficile, arrivata in un momento già non facile per il mondo della scuola. La scienziata Rita Levi-Montalcini, ancora unica donna italiana ad aver ottenuto il Premio Nobel per la medicina, mai si stancava di ripetere “i diritti acquisiti non sono per sempre. Bisogna difenderli”. Vale per tutti, ma in particolare per le donne. Inoltre la normalità è molto fragile, e può sparire senza preavviso. Lo ha mostrato al mondo intero l’arrivo del #coronavirus.
Da un giorno all’altro azioni abituali come una stretta di mano, un abbraccio, sono diventate proibitive. Invece dove ci sono state donne abili al comando del Paese, la situazione fronteggiata con risolutezza all’inizio della pandemia, ha dato risultati migliori. Angela Merkel nella tragedia sanitaria, economica, sociale causata dal #coronavirus ha saputo guidare la Germania con determinazione. La Cancelliera grazie alla sua formazione da scienziata ha affrontato le conferenze stampa sul Covid-19 con parole adatte alla situazione. Inoltre ha subito avviato i test tamponi, distribuito le mascherine, avvisato con fermezza, ma in modo rassicurante, la popolazione sulla pericolosità del virus. I tedeschi hanno talmente apprezzato il suo modo di agire che a quindici anni dall’inizio della sua leadership difendono ancora il suo governo.
Un altro esempio di successo lo ha offerto Jacinta Ardern. Eletta Premier della Nuova Zelanda nel 2017 all’età di 37 anni, Jacinta, laurea in Scienze della Comunicazione, ha deciso di chiudere i confini e decretare l’isolamento quando sono emersi i primi contagi di Covid-19 e zero morti. Contenuta la situazione, ora suggerisce di avviare la settimana lavorativa di quattro giorni per favorire il turismo e la ripresa economica del Paese.
Donna di grande capacità di azione si è dimostrata e continua mostrarsi Mette Frederiksen, 42 anni, Premier della Danimarca dal 27 giugno 2019. Frederiksen ha annunciato ingenti aiuti economici dello Stato alle imprese colpite dalla crisi per colpa della chiusura dovuta all’emergenza coronavirus. Ma dal provvedimento ha escluso due tipi di aziende: quelle con sede legale nei paradisi fiscali e che quindi non pagano le tasse in Danimarca; e quelle che in questi mesi di crisi hanno riacquistato le proprie azioni o hanno pagato i dividendi ai propri soci. In questo modo gli aiuti statali arrivano solo alle ditte e alle attività che contribuiscono al benessere della Danimarca. La scelta dovrebbe essere di esempio per l’Italia e l’intera Europa.
Determinata, eppure senza spaventare la popolazione, è stata e continua esserlo il Primo Ministro dell’Islanda, Katrin Jakobsdottir, 44 anni, una laurea in islandese e una in francese, sposata, mamma di tre figli. Per tutelare il suo Paese, Katrin ha fatto fare test diagnostici gratuiti a tutti i cittadini fin dal mese di marzo.
Il sistema ha consentito di creare un tracciamento minuzioso che ha permesso di evitare la quarantena . Nei giorni scorsi ha annunciato l’apertura delle frontiere dal 15 giugno con possibilità di essere sottoposti al test Covid-19 all’aeroporto internazionale di Keflavik anziché imporre la quarantena a chi arriva da altri Paesi.
Abile a contenere la diffusione del virus anche la Premier della Norvegia, Erna
Solberg, 59 anni , sposata, due figli. Eletta nel 2013,è riuscita a combattere l’emergenza sanitaria con prontezza. E per evitare che la popolazione con l’arrivo dell’estate trascuri le regole del distanziamento ha registrato con alcuni ministri e collaboratori un video dove “balla la danza della distanza sociale”. Nelle immagini mostra che occorre un metro e mezzo, l’ampiezza dell’apertura delle braccia, per difendersi dal contagio. Il video sta avendo grande successo.
La Premier della Finlandia, Sanna Marin, 34 anni, si è invece affidata alle influencer per spiegare la situazione, consapevole che molti finlandesi non leggono i giornali. Ma chi ha messo in campo quella che la CNN ha definito “tra le migliori risposte al mondo” alla guerra contro il Covid-19 è Tsai Ing-Wen, Presidente di Taiwan. La Premier, 63 anni, laureata in legge, rieletta per la seconda volta nei giorni scorsi, è riuscita a contenere così bene l’epidemia da offuscare il prestigio della Cina. Un risultato dovuto alla rapidità di azione, ai test tamponi e alla distribuzione di mascherine fin dal mese di gennaio. I Paesi governati da donne hanno dunque affrontato con più successo l’emergenza coronavirus. Ma come ha sottolineato a fine 2019 la presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU, i Capi di Stato o di governo del mondo donna sono appena il 6,6%.