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Carola Vai

Carola Vai a Venaria

Ci sono stilisti italiani che fanno realizzare i loro prodotti in Oriente, India e Cina soprattutto, e poi li vendono in Occidente, Italia compresa; altri che invece creano e producono in Italia raffinati modelli studiati per soddisfare il ricco mercato orientale appassionato dello stile made in Italy. Tra questi ultimi spicca la maison Carlo Pignatelli specializzata in eleganti abiti da sposa e da cerimonia per uomo e donna. Uomo geniale Carlo Pignatelli, sempre in controtendenza eppure all’avanguardia come è emerso anche dalla festa-spettacolo organizzata nei saloni della Reggia di Venaria alle porte di Torino, in una tranquilla serata di maggio. Presenti all’evento circa 500 persone invitate per celebrare sogni vissuti e sogni ancora da coronare. Ed anche per brindare al nuovo assetto societario comunicato il 9 maggio 2024 che ha segnato una svolta per l’azienda con la cessione della quota di maggioranza alla holding operativa Gd, degli imprenditori torinesi Francesco Gianfala e Riccardo di Battista e la nomina di Alessandro Rossi a nuovo amministratore delegato del marchio.

Carlo Pignatelli

Una festa con vari artisti ospiti, sottolineata dalla presentazione dei modelli della collezione primavera-estate 2025, preceduta da uno spettacolo di danza, e seguita da musica e cena a buffet.

Pignatelli, pugliese, ultimo di otto figli, nato ottant’anni fa a Latiano, in provincia di Brindisi, arrivato a Torino giovanissimo, ma già con una certa abilità sartoriale, decise di aprire una piccola sartoria dove il lavoro iniziò ad arrivare con frequenza soprattutto con il “passaparola” per la sua bravura e fantasia. Nel 1968 lanciò il suo marchio fatto di abiti sartoriali. L’anno non sembrava dei più fortunati. Vestirsi con ricercatezza era considerato quasi un oltraggio contro il dilagare degli stravolgimenti sociali, e dell’abbigliamento sciatto. Giovani di tutto il mondo occidentale manifestavano nelle università, nelle piazze, nelle strade contro usi, costumi e tradizioni collaudate. Ma Pignatelli con tenacia, testardaggine ed attenzione per la bellezza continuò a coltivare il suo sogno di far arrivare in tanti settori sociali la sua moda giungendo a totalizzare oltre mezzo secolo di successi di un marchio che da sartoria si è trasformato in un’azienda internazionale. Il sarto Pignatelli da Torino ha raggiunto vari continenti fino avere 200 punti vendita distribuiti tra Europa, Asia, India, Sud America. Gli affari sono a poco a poco cresciuti, e nel 2018 la Maison fatturò 21,5 milioni di euro.

Francesco Gianfala. Carlo Pignatelli, Alessandro Rossi

Ma poi il Covid, il calo dei matrimoni e delle feste affollate di abiti da cerimonia hanno inciso sui risultati. E il fatturato quest’anno si è assestato a 10 milioni di euro. L’arrivo di nuovi soci diventati proprietari di maggioranza ha contribuito ad un forte ottimismo. Obiettivo sbandierato pubblicamente durante la festa nella Reggia di Venaria: raggiungere un fatturato sui 30 milioni di euro entro tre, cinque anni. In che modo? “Puntando soprattutto sul mercato indiano dove c’è una potenziale clientela molto ricca e molto appassionata del made in Italy”, ha spiegato con convinzione l’amministratore delegato Alessandro Rossi. L’orientamento verso il mercato indiano è stato sottolineato in modo visibile dalla sfilata della collezione primavera-estate 2025 nella grandiosa galleria Diana della Reggia intitolata “Timeless Elegance”, disegnata da Francesco Pignatelli, nipote dello stilista, direttore creativo dell’azienda, con la supervisione del fondatore Carlo Pignatelli. In tutto 66 modelli, in gran parte maschili con colori e fogge in grado di attrarre l’attenzione della clientela indiana. Gli abiti da sposa in prevalenza di colori tenui, tagli semplici, eppure estremamente sofisticati, adatti a donne di culture diverse, dall’Occidente all’Oriente, sembrano comunque destinati ad una donna che intende trasmettere l’idea di essere, o quantomeno fingere di essere, una figura femminile capace di attraversare tutte le sorprese della vita con dolcezza, agilità, leggerezza, ma anche determinazione. Abiti da cerimonia reinventati per adeguarli all’oggi della ricca India senza trascurare l’unicità di ogni creazione, ma anche le esigenze del mercato occidentale.

La sfilata maschile

L’evento accolto nella Reggia di Venaria un tempo abitata per vari secoli dai Savoia è stato anche un tributo artistico a Carlo Pignatelli, da sempre anima dell’azienda. Tributo che l’interessato ha ricevuto con emozione, accettando con un sorriso appena abbozzato ore di complimenti, abbracci, strette di mano da molti dei partecipanti alla serata.

Tra le azioni sorprendenti e in controtendenza dell’azienda Pignatelli pure il fatto che la nuova proprietà della maison è composta da “tutti torinesi, compreso il management”, mentre spesso in molte aziende italiane, non solo legate al settore abbigliamento, si sente parlare dell’arrivo di soci stranieri.  Ad indurre i nuovi proprietari (Carlo Pignatelli ha comunque mantenuto una piccola quota) a tuffarsi nell’avventura della moda è stato “un senso di romanticismo verso la città. Il desiderio di mantenere a Torino un marchio nato e cresciuto all’ombra della Mole Antonelliana, e che nella città sabauda vive da oltre cinquant’anni”, ha spiegato Rossi aggiungendo: “intendiamo puntare sul mercato indiano perché in quel Paese esistono milioni di persone con enormi disponibilità economiche, ma anche in grado di comprendere e apprezzare la bellezza, il lavoro e il significato di un abito firmato Pignatelli.  Si tratta di un brand che rappresenta l’eccellenza italiana,

I ballerini del Teatro La Scala di Milano: Letizia Masini e Edoardo Caporaletti

esempio di una professionalità incredibile, dai sarti, alla rete vendita, agli impiegati”. La serata nella Reggia di Venaria ha segnato per la maison Pignatelli l’inizio di un nuovo capitolo, una “rinascita”, termine che l’ottantenne fondatore non ha commentato dai microfoni lasciando pubblicamente la parola solo ai vertici della nuova proprietà. Silenzioso, con sul volto un lieve sorriso trasformato in visibile soddisfazione davanti ai vari applausi per alcuni modelli, Carlo Pignatelli ha accettato con imperturbabile espressione fisica persino confidenziali carezze sul capo di ospiti femminili alle quali arrivava poco più che alle spalle. Una serata dove il passato della storia ha fatto da cornice all’entusiasmo imprenditoriale nel futuro pur senza marmoree garanzie. Del resto l’amministratore delegato, Alessandro Rossi, ha ammesso “cosa succederà in futuro? Lo vedremo”. E la volontà di cambiamento senza troppe promesse è stato in un certo senso rimarcato dalla delicata danza di due ballerini del Teatro La Scala di MilanoLetizia Masini ed Edoardo Caporaletti, sulle note di “Until” di Sting, che ha preceduto la sfilata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)