Pier Carlo Sommo
Si parla di Vercelli spesso solo come capitale italiana del riso, ma invece c’è ben di più, è un polo culturale di primaria importanza con importanti monumenti e alcuni musei che possono essere annoverati tra i più importanti del Piemonte, dopo quelli torinesi.
Tra questi musei, racchiuso nel cuore di Vercelli, spicca il Museo Francesco Borgogna. Collocato in un bel palazzo ottocentesco, riccamente decorato con giardino è la seconda pinacoteca in Piemonte dopo la Galleria Sabauda di Torino, per quantità e qualità delle opere. In 33 sale sono esposte 450 opere, disposte su tre livelli in circa 3000 metri quadri di superficie espositiva.
Il Museo è nato nel 1907, a seguito di un legato del palazzo e delle collezioni che lo arredavano alla città di Vercelli, da parte del filantropo avvocato Antonio Borgogna (1822-1906). Il museo ancora oggi è gestito dalla Fondazione che fu istituita nel legato testamentario nel 1907 su volontà del donatore.
Antonio Borgogna intrattenne rapporti con i maggiori rappresentanti dell’élite culturale vercellese come l’architetto Federico Arborio Mella, direttore dell’Istituto di Belle Arti e Camillo Leone, l’altro grande collezionista della città. Raccolse personalmente buona parte dei pezzi esposti.
Nella raccolta è unico per ricchezza e coerenza è l’insieme della pittura rinascimentale del Piemonte orientale, un centinaio di affreschi staccati e pale d’altare testimoniano l’eccezionale sviluppo di tali scuole, vi si possono ammirare opere pittoriche che spaziano da Defendente Ferrari a Girolamo Giovenone, da Gaudenzio Ferrari a Bernardino Lanino.
L’arte rinascimentale lombarda, toscana e veneta è rappresentata dalla raffinata collezione riunita da Antonio Borgogna, che, a sua volta, spazia da Tiziano a Bernardino Luini, dal Francia al Sodoma.
La raccolta Borgogna prosegue con una selezione di pittura sei e settecentesca italiana (Ludovico Carracci, Carlo Maratta) e un cospicuo nucleo di dipinti fiamminghi e olandesi della stessa epoca. Consistente è anche il fondo dell’Ottocento italiano e straniero (Girolamo Induno, Stefano Ussi, Giacomo Favretto), pochi ma selezionati i pezzi del primo Novecento (Angelo Morbelli, Ambrogio Alciati).
L’arte del XIX secolo è rappresentata non solo dalla pittura europea, ma anche da opere di scultura e arti applicate. Il
Museo possiede inoltre un fondo di grafica e un ricco archivio fotografico di lastre storiche.
Le sale del piano interno sono arredate con i lussuosi mobili, antichi e ottocenteschi, della primitiva casa-Museo di Antonio Borgogna: essi rappresentano una testimonianza del gusto dell’abitare della ricca borghesia della seconda metà dell’Ottocento e dell’amore per i materiali preziosi, dai bronzi ai marmi, dalle pietre dure agli intarsi in legno e madreperla.
Museo Civico Borgogna:
Via A.Borgogna 6/8 13100, Vercelli
Ingresso a pagamento
Per gli orari vedi: www.museoborgogna