Carola Vai
Grande attenzione con qualche frizione, applausi e consensi dai banchi della maggioranza e modesto tentativo di protesta da quelli della minoranza, alla seconda seduta del Consiglio Regionale del Piemonte tenuto nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris, via Alfieri, Torino. Il Presidente della Regione, Alberto Cirio (Forza Italia) in un lungo intervento ha tracciato le future linee guida della sua giunta, in gran parte ripetute in campagna elettorale, cercando di marcare in più punti la discontinuità con la precedente giunta del centrosinistra guidata da Sergio Chiamparino (pd).
Tra i temi elencati da Cirio: più attenzione alle province, alle opere pubbliche, al lavoro, all’economia, ai trasporti pubblici, all’istruzione, alla sanità, alla sicurezza, all’ambiente, senza cancellare le cose buone, ma decisi a cambiare quanto non funziona. Il neo Presidente del centrodestra ha aperto il discorso con l’argomento “autonomia” , caro alla Lega. “Desideriamo voltare pagina nei rapporti di Torino con i territori, e poi puntiamo all’autonomia: per noi è un tema carissimo, non solo caro. Sulla battaglia dell’autonomia vogliamo giocarci una partita importante – ha detto, aggiungendo : “C’è un dibattito a Roma, e abbiamo avuto un rallentamento, ma questo può consentirci di recuperare il tempo perduto. Intendiamo ricominciare la trattativa con il Governo mettendoci non più in coda ma accanto alla Lombardia e al Veneto”. Poi, con tono pacato, ma deciso, Cirio ha attaccato la passata giunta accusandola di “timidezza” sull’argomento. Ed ha annunciato l’intenzione “di ricontrattare il prezzo dello stare in Italia. Le ingenti risorse che il Piemonte dà allo Stato possono essere una leva importante per questa trattativa. La responsabilizzazione delle Regioni é fondamentale e non va confusa con la mancanza di solidarietà. Un Piemonte in salute può essere solidale, uno malato no”. Ha infine detto che sarà aumentato “il numero delle materie sulle quali chiederemo autonomia”.
Per quanto riguarda la sanità Alberto Cirio dopo aver sottolineato la necessità di risolvere l’antica situazione “delle liste d’attesa” , ed anche quella preoccupante della carenza di infermieri e di medici, ha annunciato una giunta monotematica da tenersi a Novara il 13 settembre prossimo sull’edilizia sanitaria e in particolare sulla Città della salute. “Crediamo molto al rapporto con i privati da estendere anche in edilizia sanitaria per completare gli ospedali di Verduno e Nizza Monferrato e i due progetti di Torino e Novara. Sugli ultimi due, Il Parco della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara ci giochiamo il prestigio della sanità piemontese a livello nazionale e internazionale”.
Ma è quando ha affrontato la questione “Case popolari” che il Presidente della Regione Piemonte ha confermato la sintonia con il “pensiero” di Matteo Salvini ricordando la necessità di dare “precedenza agli italiani” e che “solidarietà deve fare rima con legalità”. “Per l’assegnazione delle case popolari – ha affermato -cercheremo di riequilibrare la situazione, perché con l’attuale normativa gli stranieri riescono a ottenere abitazioni pubbliche molto più facilmente degli italiani. Noi siamo per l’equiparazione, non per favorire l’uno o l’altro”.
Ha poi proseguito con un tema “a me caro essendomi occupato di Europa, ossia il migliore utilizzo dei fondi europei. Sono stati spesi solo un terzo delle risorse a disposizione”, ha accusato. Sempre in piedi e senza una sosta Cirio ha parlato di semplificazione, di delegificazione, di istruzione professionale, Tav, terzo valico, che “sono all’ordine del giorno, senza dimenticare l’Asti-Cuneo, la Pedemontana e i tanti assi viari che dopo la mezza soppressione delle Province ora sono in stato di semi abbandono”.
Con l’ultimo argomento, “l’ambiente”, l’attacco alla precedente giunta di sinistra, si è fatto più determinato. “Le scelte vanno fatte sulla base dei dati scientifici – ha detto il Presidente del Piemonte – che ci dicano se sono efficaci o meno. Quando uno pensa alla Ztl a Torino, non può paragonarsi a Milano che ha 5 linee di metropolitana che portano in centro, da noi l’unica linea non passa nemmeno all’interno della Ztl. E poi non possiamo chiedere a chi già è in difficoltà economica di cambiare auto, se non ha i soldi per farlo, senza peraltro incidere davvero sulla qualità dell’aria. In passato la Regione ha comperato autobus a diesel perché meno cari e poco inquinanti. Molte persone hanno acquistato vetture a diesel per lo stesso motivo. Ora si chiede loro di cambiare auto senza peraltro incidere davvero sulla qualità dell’aria e si offre loro uno sconto del trenta per cento per l’acquisto di una nuova vettura. Ma se non hanno il restante 70 per cento come fanno ad acquistare una vettura nuova? Pertanto, se le persone non possono cambiare la vecchia auto per mancanza di soldi, le lasciamo viaggiare con la loro vettura”.
Tra i molti interventi seguiti dei consiglieri, anche l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino che dopo aver augurato “di fare meglio di quanto abbiamo fatto noi” ha aggiunto: “abbiamo preso la Regione in semi fallimento per bilancio e sanità e l’abbiamo rimessa in grado di camminare con le proprie gambe”. Poi in tema di case popolari ha spiegato: “non possiamo contrapporre i diritti esigibili alle etnie e alle nazionalità. Ciò significherebbe fare passi indietro nella civiltà e su questo saremo inflessibili”.