Carola Vai
Vita difficile per le #Impresefemminili in #Piemonte, ossia quelle dove le donne sono in maggioranza nei vari gradini professionali di comando: titolari, amministratori, soci ed altre cariche. La regione ha infatti perso 603 aziende nei primi nove mesi 2018 con un calo dello 0,6% sullo stesso periodo 2017 portando l’imprenditoria femminile a 97.168 unità.
La perdita colloca il Piemonte tra le aree italiane più penalizzate visto che in generale a livello nazionale il Paese ha realizzato un aumento di 7.908 imprese “rosa” diventate così 1.337.292.
Il quadro illustrato da #Unioncamere – #Infocamere segnala al primo posto la #Lombardia (179.168) seguita dal #Lazio (144.913), #Campania (135.927), #Sicilia (113.482) e, al quinto posto, il #Piemonte con 97.168 imprese.
Unioncamere –Infocamere fa inoltre sapere che lo scorso fine settembre in tutta Italia le cariche aziendali occupate da donne erano 2,5 milioni, con una crescita dello 0,34% rispetto ai primo nove mesi 2017.
Un miglioramento più apparente che sostanziale.
In posizione di comando – come indicato dall’#Osservatorio dell’imprenditoria femminile – le donne rappresentano infatti solo il 25 per cento dei quasi 3,9 milioni amministratori di impresa in attività.
In particolare solo 32.000 donne occupano il posto di presidente del consiglio di amministrazione contro un totale di 185.000 unità.
In leggera crescita la presenza delle donne under 35 anni rispetto alle colleghe più adulte.
Ed anche se grandi aree metropolitane come #Roma, #Milano, #Torino, #Bari restano tra quelle di maggiore diffusione pure delle imprese giovanili, alcune province più piccole quali #Livorno, #Frosinone, #Grosseto, #Benevento, #Rovigo, #Siracusa ed altre registrano una presenza di giovani imprenditrici ben superiore alla media nazionale.
Infine una curiosità: le imprese femminili crescono più velocemente di quelle maschili, ma hanno un’esistenza più breve. A conferma del fatto che nonostante i numerosi progressi, le imprenditrici devono superare molti più ostacoli durante l’attività, a cominciare dalle difficoltà di conciliare lavoro e impegni familiari, seguito da quello dell’accesso al credito.