Pier Carlo Sommo
Siamo nel cuore delle colline piemontesi delle Langhe dove si produce il vino Barolo, definito “Il Vino del Re e il Re dei Vini”. In questo semplice gioco di parole è racchiusa la nascita, la storia, lo sviluppo e l’affermazione del Barolo, uno dei vini italiani più prestigiosi e apprezzati al mondo. Ma queste terre sono anche ricche di magnifici castelli medievali. Circondato dalle colline coltivate a vigneto, sovrastante un piccolo borgo ben mantenuto, svetta il castello di Serralunga d’Alba (CN). È forse il più ben conservato castello nobiliare trecentesco del Piemonte, vanta inoltre una struttura architettonica unica in Italia, quella del donjon (dongione) francese.
Alle origini del castello c’era una torre a pianta quadrata che sovrastava e difendeva il borgo, edificata dopo le invasioni barbariche, che faceva parte di un sistema di torri di avvistamento dislocate sul territorio. Era il XII secolo, quando i discendenti di Bonifacio del Vasto, Bonifacio Minore e Ottone del Carretto, erano i signori del luogo. Il feudo, acquistato nel 1190 da Manfredo di Saluzzo, giunse poi nel 1340 a Pietrino Falletti, che lo ricevette quale ricompensa per il proprio impegno militare. Fu lui che fece erigere il castello. La costruzione dell’edificio probabilmente terminò nel 1357, come testimonia un documento che registra una vendita effettuata in una sua sala. I Falletti furono la più importante dinastia nobiliare di Langa, con giurisdizione su oltre cinquanta feudi o comuni. La loro storia si intrecciò con quella del castello per oltre 600 anni.
La sua eccezionale conservazione è dovuta al fatto che non è stato mai oggetto di fatti militari; fu solo occupato nel 1616 dalle truppe spagnole. Inoltre non è mai stato trasformato a scopo residenziale, ed è così rimasto nella sua struttura originale di roccaforte medioevale.
Dal 1949 il castello è proprietà dello Stato, che lo ha acquistato dall’Opera Pia Barolo, l’ente istituito per volontà testamentaria della marchesa Giulia di Barolo, ultima erede della famiglia Falletti. Fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento l’Opera Pia utilizzava il maniero come centro di raccolta delle produzioni agricole delle cascine del territorio, in quegli anni ospitava cantine e depositi di prodotti agricoli.
Anche se spoglio di arredi la sua visita è interessantissima. Si parte dall’ ingresso principale del castello, ben difeso da due cerchie di mura, un fossato, uno spesso portone di legno, il ponte levatoio ed una grata, poste anche a protezione della cisterna d’acqua sotto il piccolo cortile interno. Dopo si entra nel blocco centrale detto palacium, composto da tre ampi saloni sovrapposti.
Il Salone dei Valvassori, a livello del cortile è la sala principale del castello, caratterizzata dal soffitto a cassettoni e dal pavimento in terracotta. L’ambiente aveva funzione di aula pubblica per l’amministrazione della giustizia, qui si trova una piccola cappella con volta a botte e affreschi databili alla metà del XV secolo. Raffigurano il Martirio di santa Caterina d’Alessandria. I grandi camini e soffitti lignei sono ciò che rimane degli arredi originali.
Il piano superiore adibito ad uso abitativo, è composto da un’unica sala con tre camini ed una sorta di piccola toilette, elemento innovativo ed inusuale per il 1300. Probabilmente il locale era suddiviso in tre zone: cucina, sala da pranzo, camera da letto, separate da arazzi e mobili. Sulle pareti si vedono segni, date e scritte lasciate dai frequentatori del castello.
L’ultimo piano, era quello del cammino di ronda, ora è coperto dai tetti. Dalle finestre si ha una vista spettacolare a 360 gradi sulle Langhe, fino all’arco alpino
Il castello, per la sua particolare e unica struttura di roccaforte medievale, fu oggetto di interesse da parte di molti studiosi già nell’Ottocento. Infatti venne iscritto nelle liste dei monumenti nazionali protetti dallo Stato, godendo così precocemente della tutela garantita dalle prime leggi per i beni culturali.
Con l’acquisizione statale furono poi avviati importanti lavori di restauro che, susseguitesi negli anni, hanno riportato al pieno splendore il castello, meritevole assolutamente di una visita, magari accompagnata da una degustazione delle delizie enogastronomiche del territorio
Dal 2015 il castello è in consegna al Polo Museale del Piemonte, la gestione è affidata alla Barolo & Castles Foundation.
Visite al castello
www.castellodiserralunga.it
Aperto: sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30.
Visite esclusivamente guidate, ogni 45 min. Partenze: ore 10.30; 11.15; 12.00; 12.45 e ore 14.30; 15.15; 16.00; 16.45; 17.30.
Per info:
Telefono +39 0173 61 33 58
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