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Dario Gedolaro

La spada di Damocle del golden power agitata dal governo italiano, la contrarietà di quello francese, la possibilità di un intervento dell’ Antitrust dell’ Ue e le critiche di alcune voci autorevoli hanno fatto naufragare la vendita di Iveco –  il colosso europeo dei camion con sede a Torino – ai cinesi di Faw (100% di proprietà del governo cinese). Cnh, che possiede Iveco e che fa capo a Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli,  ha sostenuto che non se ne fa nulla perché l’ offerta di Pechino è “insufficiente”. E così, con una giustificazione un po’ farisaica ha chiuso una trattativa ormai instradata verso il sì, dopo che i cinesi avevano alzato l’ iniziale offerta fino a 3,5 miliardi di euro.

E’ evidente che le motivazioni economiche del ricco affare sono passate in secondo piano viste le forti polemiche sollevate da una parte della politica italiana, soprattutto quella che fa capo alla Lega (secondo Salvini la vendita era una “follia”) e che esprime il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. Quest’ ultimo aveva prospettato la possibilità che il governo esercitasse il “goldern power”, cioè la facoltà di impedire la vendita vista la rilevanza nazionale del gruppo industriale. A Giorgetti si è accodato il governo francese; il ministro dell’Economia e dello Sviluppo economico transalpino,  Bruno Le Maire, ha twittato: “La decisione di abbandonare l’acquisizione di Iveco-Heuliez da parte del gruppo cinese FAW è una buona notizia. Questa operazione ha sollevato importanti questioni di sovranità industriale. Con Giancarlo Giorgetti stiamo lavorando insieme per mantenere le nostre capacità industriali in Europa”.

Giorgio Garuzzo

Poi, un altro ostacolo era rappresentato dal fatto che sull’eventuale cessione avrebbe dovuto pronunciarsi anche Bruxelles e  l’Antitrust Ue ha recentemente annunciato un controllo più severo sulle acquisizioni in Europa da parte di gruppi extra-comunitari a controllo statale, proprio come Faw. A sostegno del no all’ operazione si era anche espressa una voce molto autorevole, quella di Giorgio Garuzzo, già amministratore delegato e presidente dell’ Iveco, che in un articolo sul Corriere della Sera (edizione di Torino) aveva definito il passaggio dell’ azienda in mani cinesi uno “sberleffo” nei confronti dell’ industria e del governo italiani.

Purtroppo, in tutta questa vicenda è stato assordante il silenzio o il disinteresse di alcuni attori politici: in primis il governo Conte, in carica quando si iniziò a parlare della vicenda, poi il sindaco di Torino, Chiara Appendino, forse troppo occupata a programmare altre piste ciclabili, l’ ospitalità ai quarti di finale (!) della Coppa Davis di tennis e l ‘acquisto di monopattini. Ma anche Pd e M5s non si sono scaldati più di tanto e si sono registrate dichiarazioni contrarie solo da qualche sparuto deputato di seconda fila.

Per l’ Iveco, comunque, le novità non mancheranno: Cnh procederà con il progetto di spin off (scorporo) da Exor  per raccogliere capitali e cogliere, come ha affermato la stessa Cnh,  le opportunità di business rappresentate dall’ “attuazione di soluzioni e infrastrutture per trasporti sempre più sostenibili, in linea con le ambizioni del Green deal dell’Unione europea”.

E per finire, scampato il pericolo Giorgetti ora assicura: “Il governo ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Mise, a questo punto, è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia”. Speriamo non siano solo parole al vento, come troppe volte ci ha abituato la politica italiana.

 

Vedi anche:

http://www.viavaiblog.it/caso-iveco-l-indifferenza-di-chi-governa-torino/

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)