Pier Carlo Sommo
Federica Brignone, stella mondiale dello sci, il 14 marzo ha trionfato al SuperG femminile di La Thuile (Valle d’Aosta). Ai punti è già vincitrice della Coppa del Mondo. E’ la seconda volta conquista che tale trofeo. Un record mondiale femminile per l’Italia. Ma parliamo un po’ del “teatro” bianco del trionfo di Federica: la pista n. 3 “Franco Berthod”.

Il percorso si trova a La Thuile, che è una cittadina valdostana al confine tra Italia e Francia, posta a 1441 metri di altezza con circa 800 abitanti. Viene definita collocata sul lato “Wild del Monte Bianco”. Dagli anni 50 dello scorso secolo è una importante stazione sciistica, diventata internazionale nel 1984 con il nome di Espace San Bernard, unisce i comprensori di La Rosière in Francia e La Thuile in Italia. Offre agli appassionati un’ampia scelta di quasi 160 km di piste, adatte a sciatori di tutte le capacità, le discese, sul lato italiano, offrono l’impareggiabile spettacolo della catena del Monte Bianco. Nell’ampia scelta di percorsi vi è pista n.3, per difficoltà classificata “nera”. Oltre al numero porta il nome di Franco Berthod, che è stato uno dei gigantisti più forti della nazionale italiana. Dopo alcuni ottimi risultati in Coppa del Mondo, qualche mese prima dei Giochi olimpici di Grenoble del 1968, l’atleta valdostano fu vittima di un incidente stradale che gli bloccò la carriera. È scomparso nel 1998, a soli 49 anni, dopo aver lottato contro una malattia incurabile. Franco Berthod ideò il tracciato della pista n.3 insieme all’ex campione di discesa svizzero Bernhard Russi. Il percorso conduce dal plateau di Les Suches fino a La Thuile, attraverso impegnativi “muri” e curvoni quasi interamente nei boschi.

La pista è la più spettacolare e severa, dal punto di vista tecnico, di tutto il comprensorio, caratterizzata da una pendenza media del 31% con tratti che superano il 70%, per una lunghezza di 2.310 metri e un dislivello di 730. È classificata come la pista più ripida d’Italia, ed è indubbiamente una delle più difficili delle Alpi Occidentali.
Ormai da oltre 30 anni la pista valdostana ospita appuntamenti di livello internazionale, quest’anno ha accolto per la terza volta nella sua storia la Coppa del Mondo di sci femminile.

La prima volta fu nel 2016, con tre giorni di gare memorabili. Poi fu la volta del 2020, altro successo. Tre gare, sinora disputate nella località valdostana e ogni volta prestigiose vittorie per la squadra italiana. Bellissima fu la vittoria di Nadia Fanchini nella seconda discesa del 2016, quando salì sul podio anche Daniela Merighetti a completare una giornata favolosa per l’Italia dello sci. Nadia era già stata terza nella discesa del giorno precedente. Poi, lo splendido secondo posto di Federica Brignone nel superG del 2020, in una edizione di Coppa del Mondo difficile perché la stagione fu interrotta anticipatamente a causa della pandemia di COVID-19, con l’annullamento delle gare finali. Infine, nell’edizione 2025, le splendide vittorie di Federica Brignone e Sofia Goggia.

Ma torniamo alla nostra eccezionale pista, qualcuno si chiederà: ma tu che ne scrivi, l’hai mai fatta?
Io sono ormai un “ Thuilein” (abitante La Thuile in patois) adottivo da molti decenni. Dalla fine anni 70’ ad oggi ho percorso tutte le piste del comprensorio: un numero incalcolabile di volte ma, poiché sono uno sciatore di medie capacità la mitica “tre” l’ho percorsa solo una ventina di volte. Essendo una pista veramente impegnativa, per chi non è di capacità elevate, è consigliato percorrerla in condizioni di battitura e innevamento buone altrimenti, oltre ad essere faticosa, può essere anche pericolosa. Sul mitico muro al 76% di pendenza del “Grand Muret”, se si perde l’equilibrio si rotola fino in fondo senza alcuna possibilità di arresto…

La pista però presenta molte varianti per evitare le zone più critiche e collegamenti con la pista n. 2, “La Diretta” anche nera, ma meno difficoltosa.
Insomma, per chi si sente di farla la “tre” è una pista bellissima, veramente “nera” e impegnativa. Rientra in quella categoria di piste che quando arrivi in fondo ti fanno voltare in alto a rimirare soddisfatto il tracciato. Se poi riesci a farla tutta d’un fiato, senza mai fermarti, vuol dire che sei veramente bravo e ben allenato.
Tornando a chi scrive queste note, l’ho fatta in condizioni splendide tre anni fa, ma per “raggiunti limiti di età” ho deciso che era l’ultima volta. Ne manterrò un ricordo splendido e la consiglio a chiunque si ritenga in grado di percorrerla, magari anche con l’assistenza di uno del bravissimi Maestri della Scuola di Sci La Thuile, degni eredi di Franco Berthod.