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Pier Carlo Sommo

Una frase attribuita al drammaturgo greco Eschilo recita: In guerra la prima vittima è la verità. Purtroppo è una affermazione ancora attuale.  Questa asserzione si applica pienamente all’incidente ferroviario di Saint-Michel-de-Maurienne (Savoia)  accaduto il 12 dicembre 1917, tra i più gravi della storia di Francia capitato ad un treno gremito di soldati francesi di ritorno a casa dopo aver combattuto sul fronte italiano. Il convoglio deragliò mentre scendeva in Francia dal traforo del Frejus: morirono 425 soldati francesi.

Pier Carlo Sommo a fianco della stele commemorativa

La tragedia fu classificata come segreto militare. La censura impose il silenzio alla stampa francese che allora riportò poco o nulla dell’incidente. Per moltissimi anni, anche dopo la fine della guerra, il tragico evento rimase pressoché sconosciuto.  L’oblio quasi totale durò addirittura fino al 1972, poi alcuni articoli su giornali specializzati risvegliarono l’interesse e da un lavoro di ricerca negli archivi effettuato nel 2007 nacque nel 2013 anche un libro. Nel 1998, su impulso del Comune Saint-Michel-de-Maurienne e di altri comuni della valle Moriana, fu finalmente eretto un monumento a ricordo delle vittime nel luogo del disastro.

Immagine della tragedia

Ma cosa accadde in quel 12 dicembre di 107 anni fa?  Dopo la battaglia di Caporetto, dell’ottobre 1917, una spedizione franco-britannica di 120.000 uomini fu inviata in Italia nord – orientale per rafforzare il fronte italiano. Un mese dopo, stabilizzata la situazione, furono concesse licenze natalizie ai soldati francesi che avevano combattuto contro gli austroungarici nella battaglia di arresto. Il trasporto fu organizzato dalla Direzione dei trasporti militari per le forze armate francesi che si avvalse dei servizi e delle attrezzature delle compagnie ferroviarie francesi e italiane. Furono disposti treni giornalieri verso la Francia.

Il treno coinvolto nell’incidente partì da Bassano del Grappa l’11 dicembre 1917 con a bordo circa 1.200 soldati francesi distribuiti su 17 vagoni. Arrivato a Torino si diresse verso la galleria del Frejus attraversando la Valle di Susa. Considerato il suo peso, di circa 530 tonnellate, dovuto alla lunghezza e composizione, il treno fu diviso a Bussoleno in due convogli, perché non avrebbe potuto risalire il ripido pendio che conduce al tunnel.

I due treni così arrivarono durante la notte nella stazione di Modane. Gli ufficiali e alcuni soldati utilizzarono dei treni civili in transito per raggiungere le loro destinazioni, per questa ragione il numero dei soldati coinvolti nella tragedia è ancora oggi incerto.

Uno dei vagoni distrutti

A Modane i due convogli furono assemblati nella scelta fatale di creare un unico treno su decisione del comandante militare della stazione, nonostante la contrarietà del capotreno. Il treno era composto da una locomotiva con tender, un vagone di testa, diciassette carrozze e una vettura di coda. Tutte le vetture, di fabbricazione italiana, erano in legno e appartenevano alle FS; solo il vagone di coda era francese. La lunghezza del treno era di 350 metri, con un peso a vuoto di 526 tonnellate.

Tutte le vetture erano dotate di un sistema di frenatura automatica continua e di un sistema manuale. Ma quando il treno partì, l’impianto frenante automatico rimase attivato solo sul vagone di testa e sulle prime tre vetture, mentre restò disattivato sulle altre vetture. Sette carrozze avevano la frenatura manuale. La  diversa modalità di frenata era quella generalmente utilizzata in Francia per i treni merci a cui erano stati assimilati i treni militari.

Lo spaventoso groviglio di metallo dopo l’incendio

Tra le stazioni di Modane e Saint-Michel-de-Maurienne, il dislivello medio della linea è di 346 m su una distanza di 15,59 km, ovvero 22 %. La pendenza è addirittura del 30 % circa in alcuni punti. Il treno partì dalla stazione di Modane alle 22,47. Poco dopo la velocità del treno aumentò. Ben presto divenne incontrollabile, fino giungere ad una velocità valutata tra i 135 km/h e i 150 km/h. Il macchinista con il fischio della locomotiva avvisò i frenatori, ma le loro azioni di rallentamento risultarono insufficienti a causa della velocità e della pendenza. Il treno deragliò a 14 km da Modane, poco prima di entrare nella stazione di Saint-Michel-de-Maurienne e i vagoni si schiantarono contro un muro di sostegno di una trincea nella frazione di La Saussaz.

La locomotiva, il tender e un vagone si staccarono prima del deragliamento e continuarono il loro viaggio verso Saint-Michel-de-Maurienne; i veicoli in legno, incastrati l’uno nell’altro, presero fuoco, l’incendio durò ben 48 ore. Quattordici vagoni furono completamente distrutti dall’impatto e dal fuoco. Solo la prima vettura, quella di coda e le ultime due sfuggirono all’incendio e rimasero coinvolte solo parzialmente nell’incidente.

Il soccorso fu reso difficile dal ripido terreno dove si trovava il treno, dal grande incendio e dalla grande massa dei rottami sovrapposti. Furono necessari cinque giorni per recuperare tutti i cadaveri e rendere nuovamente utilizzabile la linea. Durante le ricerche vennero rinvenuti in tutto 425 cadaveri (di cui 423 soldati e due ferrovieri). Il bilancio provvisorio allora fu fissato in 350 sopravvissuti; 207 feriti; 148 morti identificati; 277 morti non identificati.

Venne istituito un tribunale straordinario per processare i ferrovieri  e il macchinista del treno, ma alla fine furono tutti assolti dalle accuse. I veri responsabili della sciagurata decisione di unire i due treni non furono mai inquisiti, forse complice la preoccupazione di mantenere il segreto militare.

Un momento della cerimonia del 12 dicembre 2024

Dal 12 dicembre 1998, data di costruzione della stele commemorativa, ogni anno, il 12 dicembre, sul luogo del disastro, a cura del comune di Saint-Michel-de-Maurienne,  si svolge una sentita cerimonia di ricordo alla quale presenziano amministratori locali, rappresentanti delle forze armate e delle associazioni combattentistiche francesi.

Quest’anno per la prima volta una delegazione italiana ha partecipato alla cerimonia perché il fatto è strettamente legato alla storia d’Italia. Accompagnati da un gruppo di soci erano presenti a rendere gli onori con i gonfaloni l’A.N.Art.I. (Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia) sezione di Torino rappresentata dal Gen. Giuseppe UZZO e ASSOARMA, rappresentata dal dott. Pierluigi LEONE (A.N.P.S.).

Cerimonia del 12 dicembre 2024 – il Gen. Uzzo e il dr. Leone depongono la corona a nome dell’ Italia

Le associazioni e gli enti francesi hanno accolto con grande entusiasmo e amicizia la presenza della delegazione italiana. L’incontro è stato la prova di una condivisa forte sensibilità agli importanti legami storici che collegano i due paesi.

L’Europa Unita si crea anche con momenti come questo, di amicizia e cameratismo nell’ottica del recupero dei legami storici. L’appuntamento si rinnoverà il prossimo anno.

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.