Pier Carlo Sommo
Una carrellata delle più famose opere di Giovanni Francesco Barbieri, noto con lo pseudonimo di Guercino (Cento, 1591 – Bologna 1666) e di artisti coevi, provenienti da più di 30 importanti musei e collezioni, tra cui il Prado di Madrid e dal Monastero dell’Escorial raccolte sotto il titolo “Guercino. Il mestiere del pittore”, sono visibili a Torino nelle Sale di Palazzo Chiablese, presso i Musei Reali di Torino.
La rassegna non vuole presentare solo la grande arte del Maestro emiliano ma anche raccontare il mestiere e la vita dei pittori del Seicento. Ripercorre temi e aspetti che attraversano tutta la carriera del Maestro, grazie a capolavori di primo piano: le sfide del mestiere, i sistemi di produzione, l’organizzazione della bottega, le dinamiche del mercato e delle committenze, i soggetti più richiesti.
Accanto al nucleo di dipinti e disegni appartenenti alle collezioni della Galleria Sabauda e della Biblioteca Reale, sono presenti anche opere di artisti del tempo come Carracci, Guido Reni e Domenichino che contribuiscono a dar vita ad un grande affresco del sistema dell’arte nel Seicento, guidati dal talento di quel “mostro di natura e miracolo da far stupir” che fu Guercino, secondo la definizione che ne diede Ludovico Carracci, impressionato dal suo talento.
Guercino, grazie a una organizzata bottega ha lasciato una ricchissima documentazione dei rapporti con i tanti e diversi committenti: borghesi, nobili, pontefici, prelati, ed anche dalle più prestigiose corti europee.
Il racconto, avvalendosi di oltre 100 opere, si sviluppa in 10 sezioni tematiche, con confronti, parallelismi, testimonianze. Il percorso è aperto dall’Autoritratto del pittore della Schoeppler Collection di Londra.
Tra particolarità di questa sorprendente mostra, per la prima volta dopo 400 anni è riunificato un ciclo di dipinti commissionati da Alessandro Ludovisi, arcivescovo di Bologna, futuro papa Gregorio XV, oggi dispersi in quattro luoghi. Tra il 1617 e il 1618 Guercino realizzò per Ludovisi quattro grandi tele: Lot e le figlie oggi al Monastero dell’ Escorial (Spagna), Susanna e i vecchioni oggi al Museo del Prado di Madrid, la Resurrezione di Tabita dalle Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti – Firenze e Il Ritorno del figliol prodigo dei Musei Reali di Torino. Quest’ultima opera non compare nell’inventario di Alessandro Ludovisi del 1623, ma nel 1631 è descritto nelle collezioni sabaude, probabilmente era un dono al duca Carlo Emanuele I da parte del cardinale Ludovisi, nominato nel 1616 nunzio apostolico presso la corte di Torino per dirimere le controversie tra la casata dei Savoia e la Spagna.
Altra particolarità è il grande olio su tela, Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena, realizzato nel 1637, conservato a Torino a San Domenico, unica chiesa romanica del capoluogo piemontese. La tela restaurata dal laboratorio di Venaria Reale, è per la prima volta dopo 50 anni, visibile da vicino, in tutti suoi particolari, in quanto nella chiesa è collocata su un altare in posizione elevata, dove tornerà a fine mostra.
La mostra di valenza internazionale, si sviluppa attraverso un allestimento moderno con un gioco di luci in grado di sottolineare la bellezza delle opere esposte. Di pregio anche il catalogo.
E’ un evento da non perdere, posto nel complesso delle intense attività che valorizzano il Polo Reale e le sue collezioni, ormai museo di prima fascia di statura europea, come ha sottolineato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano nel suo intervento di apertura il 22 marzo.
La mostra rimarrà aperta fino al 28 luglio 2024.
GUERCINO. Il mestiere del pittore – Torino, Musei Reali – palazzo Chiablese ( accesso da piazzetta Reale) 23 marzo – 28 luglio 2024
GIORNI E ORARI D’APERTURA: Dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 19.00
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI tel. +39 0111 9560449 – email info.torino@coopculture.it