Pier Carlo Sommo
Milano è una città che ha una grande fortuna. Mentre altre città come Torino, Napoli, Genova hanno subito nel tempo pesanti traumi per la variazione delle situazioni economico-industriali o politiche (sono state tutte capitali di stato), Milano è centro economico-industriale della pianura Padana praticamente da sempre, ciò le assegna una identità unica e forte. Questo per dire che è logico che il Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” abbia sede a Milano. Il complesso museale è in via San Vittore, nel grande edificio dell’antico monastero di San Vittore al Corpo, ricostruito parzialmente dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, a fianco della chiesa omonima, ancora officiata. Il Museo, inaugurato nel 1953 alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, ampliato più volte, con i suoi 50.000 m² complessivi è oggi il più grande d’ Italia nel suo genere.
Le collezioni iniziate a partire dagli anni trenta del Novecento, contano 18.000 beni storici e includono testimonianze rappresentative della storia della scienza, della tecnologia e dell’industria italiane dal XIX secolo ai giorni nostri, tra cui strumenti tecnico scientifici, macchine e impianti collegati ai temi dei trasporti, dell’energia, dell’industria siderurgica, delle telecomunicazioni, dell’informatica e
dell’astronautica. Inoltre c’è una collezione di beni artistici composta da circa 2.500 pezzi tra dipinti, disegni, sculture, oggetti d’arte applicata e medaglie; un archivio cartaceo e fotografico e una biblioteca con 40.000 testi e riviste. Le collezioni continuano a crescere grazie alle donazioni di privati, aziende e istituzioni. Le esposizioni permanenti del Museo sono attualmente divise in macro-aree tematiche: Leonardo arte&scienza, Comunicazione (telecomunicazioni,spazio), Scienza e tecnologia dell’alimentazione, Materiali (alluminio, acciaio, materiali polimerici, industria chimica, carta, ciclo di vita dei prodotti), Energia (Energia&materiali, fonti e dispositivi energetici, sistema energetico), Trasporti .(trasporti ferroviari, trasporti aerei, trasporti navali).
Le varie collezioni comprendono pezzi pregiati, alcuni unici. Il padiglione ferroviario ospita spettacolari treni a vapore, tra cui la locomotiva a vapore più veloce
costruita in Italia che raggiungeva i 130 kmh e quella che trainava sul percorso italiano il famoso treno “Valigia delle Indie”; nel padiglione aeronavale il veliero Luna Rossa, il brigantino goletta Ebe e il ponte di comando e la sala da ballo del transatlantico Conte Biancamano. Prezioso il rarissimo esemplare di aereo da caccia Macchi 205 “Veltro”. All’esterno è visitabile il Sottomarino Enrico Toti. Nell’ area dedicata allo Spazio è esposto l’unico frammento della Luna esistente in Italia. Il museo è vivacizzato da continue mostre temporanee e laboratori interattivi per i giovani che operano nei fine settimana e nei giorni festivi
Bisogna però dire che la visita presenta due aspetti: uno positivo l’altro, purtroppo, no.
Il museo possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire dai disegni di Leonardo da Vinci. Attualmente la sezione è però in ristrutturazione e solo una parte dei modelli sono esposti nella mostra temporanea “Leonardo da Vinci Parade ” che è la prima iniziativa nazionale e internazionale realizzata nell’ambito delle celebrazioni per il V centenario della morte di Leonardo da Vinci (1519-2019). La mostra espone una selezione dei modelli realizzati negli anni ’50 del secolo scorso interpretando i disegni di Leonardo e affreschi di pittori lombardi del XVI secolo, concessi in deposito nel 1952 dalla Pinacoteca di Brera. Accanto alle macchine ci sono modelli di architetture militari e civili in gesso e terracotta restaurati per l’occasione.
Nell’ area esterna si trova il sottomarino Enrico Toti acquisito nel 2005 e visitabile all’interno, ma pagando un biglietto extra, scelta alquanto discutibile. Molto
interessanti il padiglione ferroviario e quello aeronavale per la qualità dei reperti esposti, ma entrambi sono alquanto datati e con poca manutenzione, tracce di lavori in corso. Inoltre il criterio espositivo è alquanto confuso, nonostante gli ottimi cartelli esplicativi bilingue.
Purtroppo il museo attualmente è penalizzato dai molti lavori in corso e la grande quantità dei pezzi esposti con le relative informazioni non hanno un filo conduttore. Pertanto è difficile orientarsi nonostante la mappa disponibile all’ingresso. I servizi generali sono carenti o inesistenti, manca un guardaroba all’ ingresso, un caffè e/o un ristorante, solo distributori automatici accanto ad una area per la consumazione piuttosto scarna, simile ad una mensa scolastica. Il museo è vicinissimo alla stazione della metropolitana, ma appena usciti nessun cartello ti indica la direzione da prendere.
Presto, almeno si spera, il museo dovrebbe cambiare aspetto. Infatti, i curatori del Museo stanno definendo un progetto museografico in cooperazione con il progettista francese François Confino, che ha già ristrutturato con successo i musei dell’Automobile e del Cinema di Torino.