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Carola vai

Camminare per le strade di Alba, la città più famosa della provincia di Cuneo, in Piemonte, si sentono parlare svariate lingue. La località,  30.000 abitanti, richiama turisti da vari continenti tutto l’anno, in particolare nei mesi primaverili grazie i suoi tesori storici (resti romani, la cattedrale di San Lorenzo, le Torri, musei ), le sue aziende internazionali  (Ferrero spa produttrice della celeberrima Nutella; il Gruppo tessile MiroglioMondo specializzata nella pavimentazione, per citare le più note), la fiera del tartufo, il palio degli asini, la fiera Vinum.

Altare Maggiore del Duomo di Alba

Alba che pare essere stata abitata già in epoca neolitica, definita la perla delle Langhe, è sede vescovile dal IV secolo. Ed oggi la Diocesi, affidata al vescovo Marco Brunetti, 56 anni,  nominato da papa Francesco il 21 gennaio 2016, comprende  69 comuni sparsi nella provincia di Cuneo per un totale di 131.000 abitanti, oltre il 96% battezzati, e 126 parrocchie. Ma l’edificio religioso più grande e che da secoli attira credenti e visitatori, è la Cattedrale di San Lorenzo, martire del IV secolo dopo Cristo, patrono della Diocesi albese, nella centrale piazza Risorgimento, punto di arrivo delle più frequentate strade della cittadina. Costruita tra il 1486 e il 1517 per volontà del vescovo Andrea Novelli, mostra una facciata semplice, severa, in mattoni rossi con un rosone aperto che sembra riflettere il carattere della popolazione di questo angolo di Piemonte. Ben diverso l’interno dell’edificio con alte volte colorate di blu e colonne svettanti verso l’alto che verrebbe ancora da dire proiezione degli abitanti di questa terra continuamente tesi con tenacia verso obiettivi nuovi, grandiosi, produttivi, all’avanguardia.

L’impianto generale dell’edificio è a croce latina , con tre navate, presbiterio, due profonde cappelle laterali ed abside poligonale con cripta sottostante. Oltre l’altare maggiore, ci sono altri sei altari ed un gran numero di pitture ornamentali.

Il Duomo, difeso, rimaneggiato, migliorato nei secoli è caratterizzato da un insieme di stili che vanno dal neogotico al barocco, con interni dove si vedono suggestivi effetti scuro e penombra, senza smarrire l’aspetto originario, anche se alcuni arredi interni degli ultimi decenni con il loro lucente colore bianco si staccano vistosamente dal resto dell’ambiente. Ma non disturbano il calore generale della cattedrale caratterizzato da vari colori che vanno dal blu all’oro, dal beige al marrone.

Fra le opere visibili all’interno, oltre la lastra tombale del vescovo Novelli, spicca ovviamente l’altare maggiore, in stile barocco, rialzato sull’imponente scalinata che supera la volta della cripta sottostante, con marmi intarsiati e realizzato tra il 1711-1712 da Giuseppe Gagini su richiesta di monsignor Roero il cui stemma nobiliare è visibile ai lati della sacra mensa.

A richiamare l’attenzione dei visitatori è pure lo splendido coro ligneo commissionato dal vescovo mons. Andrea Novelli e costruito ben due secoli prima dell’altare maggiore, nel 1512, dall’ebanista cremonese Bernardino Fossato da Codogno, poi accuratamente restaurato vent’anni fa, nel 1998.  Gli schienali riportano illustrazioni di vari oggetti sacri e profani, città turrite ed ambienti urbani, paesi arroccati sulle colline, sportelli socchiusi da cui compaiono varie cose materiali. Una sorta di racconto della vita dl luogo.

Caratteristico anche il Battistero realizzato nel 1991 in marmo grigio bardiglio che sembra immerso nel resto dell’ambiente della Cattedrale. Prima di lasciare l’edificio merita alzare lo sguardo verso l’alto, sulla controfacciata, dove si trova un imponente organo costruito nel 1876, quindici anni dopo l’avvio dell’unità d’Italia, dai fratelli Lingiardi di Pavia.

Il Duomo, da sempre amato dagli albesi, ha accompagnato la storia degli abitanti di questo angolo di Piemonte e continua essere centrale nella loro vita. Del resto l’edificio testimonia il carattere degli abitanti di questo territorio: resistenti alla fatica senza lamentele, laboriosi,  pronti al cambiamento ogni volta si dimostri necessario od anche solo utile, ma senza mai dimenticare le proprie radici tutelate e difese perché ritenute fonte di energia utile per garantire la vita presente e futura.

 

Author: Carola Vai

Laureata in Lingue e Letterature straniere, giornalista e scrittrice. Ha lavorato in varie testate tra le quali: “la Gazzetta del Popolo”, “La Stampa”, “Il Mattino” di Napoli, “Il Giornale” di Montanelli. Passata all’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal 1988 al 2010, è diventata responsabile della redazione regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Relatrice e moderatore in convegni in Italia e all’estero; Consigliere dell’Ordine Giornalisti del Piemonte fino al 2010, poi componente del consiglio di amministrazione della Casagit (Cassa Autonoma Assistenza dei Giornalisti Italiani) dove attualmente è sindaco effettivo. Tra i libri scritti “Torino alluvione 2000 – Per non dimenticare” (Alpi Editrice); “Evita – regina della comunicazione” (CDG, Roma ); “In politica se vuoi un amico comprati un cane – Gli animali dei potenti” (Daniela Piazza Editore). "Rita Levi-Montalcini. Una donna Libera" Rubbettino Editore)