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Carola Vai

Energia contagiosa, gioia di vivere travolgente. Capacità di raccontarsi con ironia. Stile. E’ Rita Pavone, icona della musica italiana conosciuta a livello internazionale, tornata in pubblico con il suo primo libro “Gemma e le altre” pubblicato da “La Nave di Teseo” su ispirazione di Elisabetta Sgarbi, ma tratto dall’album della cantante uscito trentasei anni fa. Disco rimasto confinato in archivio perché troppo in anticipo sui tempi visto che parlava dell’amore tra donne, argomento ritenuto all’epoca scandaloso. Nata il 23 agosto 1945, Rita Pavone è una quasi ottantenne dall’ottima memoria che dal palco, microfono stretto in mano, voce imponente, fisico e movimento da quarantenne narra della sua vita e del suo immenso amore per il marito Teddy Reno trasformandosi anche agli occhi del pubblico in una ragazza felice, soddisfatta eppure modesta, benché siano noti i suoi successi mondiali.

Carola Vai e Rita Pavone

Quando arriva al Circolo dei Lettori, nella sua Torino, il pubblico è già ordinatamente in attesa da oltre un’ora. Rita Pavone, pantaloni e maglia nera appena ravvivati da una collana color argento e fascia brillante sui lati del pantalone, accetta sorridente di fare selfie e foto varie. Poi sale sul palcoscenico. Qualcuno urla “non parlare, canta”. Lei, con un gran sorriso ribatte: “non ora”. E risponde alla prima domanda della moderatrice, Elena D’Ambrogio Navone, con disinvoltura quasi fanciullesca. Spiega che il libro “Gemma e le altre” si ispira all’album musicale omonimo del 1989. “Si tratta di un disco incentrato sull’universo femminile indagato nelle sue sfaccettature. Donne che parlano dei loro amori difficili che non riescono interrompere, e donne che invece ce la fanno a chiudere la storia e ricominciare. Ma pure di donne che amano altre donne in un’epoca in cui tali amori erano considerati inammissibili. Elisabetta Sgarbi dopo aver ascoltato il disco mi ha chiesto di inventare dei personaggi e realizzare un libro. Mi sembrava impossibile. Invece è venuto benino perché ogni volta che qualcuno mi dà fiducia, io faccio di tutto per realizzare il meglio”.  Dal libro il discorso scivola quasi subito sul personale.“I problemi sentimentali sono molto sottovalutati. Eppure le ferite normali non hanno quella profondità. Io sono stata fortunata. Ho sempre saputo che non ero bella, troppo bassa di statura, 1,53 metri, troppo poco fisicamente, ma ho avuto molti corteggiatori”. Lei che non ha mai rinnegato le sue origini, ricorda brevemente: “abitavo con papà, mamma e tre fratelli in una minuscola casa di Borgo San Paolo, in via Malta 43, qui a Torino. Eravamo in sei in due stanze. Quando ci trasferimmo in un’abitazione più grande al Lingotto, in piazza Bengasi, mi sembrava di stare a Beverly Hills”.

Copertina del libro “Gemma e le altre”

A spingere Rita Pavone verso la musica fu il padre, operaio alla Fiat, origini siciliane, che la iscrisse a vari spettacoli fino portarla nel 1962 al festival degli sconosciuti di Ariccia dove conobbe Teddy Reno, patron della manifestazione. Poco tempo dopo Reno divenne il suo manager.​Iniziarono successi musicali apprezzati in Italia e all’estero: Francia, Regno Unito, Germania, Sud America, Stati Uniti. Tra un concerto ed una tournée nacque l’amore tra il manager e la ragazzina. Un legame che appena diventato pubblico creò scandalo in famiglia e fuori famiglia “Lui era bellissimo, ma aveva 19 anni più di me, era sposato e aveva un figlio. Mio padre si oppose con tutte le sue forze. L’inizio non fu facile. Ma noi quando ci innamorammo, ci giurammo che sarebbe stato per sempre. E così fu. Lui si era sposato in Messico. Poteva avere il divorzio. Io avevo ricevuto un’educazione all’antica. Volevo arrivare al matrimonio illibata nonostante i miei ormoni galoppassero. Così lo misi alle strette affinché ottenesse il divorzio. Riuscì avere il documento, e il 15 marzo 1968 ci sposammo in gran segreto a Lugano, in Svizzera. Quando si seppe fummo attaccati dalla stampa con incredibile cattiveria. Tutti dicevano che la nostra storia non sarebbe durata, che era una trovata pubblicitaria. Invece siamo sposati da 57 anni”. Un matrimonio tra i più longevi del mondo dello spettacolo, e due figli: Alessandro e Giorgio. “Inizialmente è stato un amore sofferto, ma molto felice. Noi ci siamo sempre capiti in tutto, anche solo guardandoci. Mio padre accettò il legame dopo la nascita del nostro primo figlio. In quell’occasione riconobbe di avere sbagliato. Del resto io sapevo che era l’uomo giusto. C’erano tante cose che ci legavano. E se avessi sbagliato, avrei sbagliato da sola.”La storia d’amore tra Rita Pavone e suo marito Teddy Reno è stata tutta intrecciata con la carriera della cantante. Dietro tutti i suoi successi agiva Teddy Reno che ha sempre creduto nel talento della moglie. Ma lei nel gennaio 2006 annunciò il ritiro dalle scene. Decisione durata poco, interrotta nel 2010. “Fu Renato Zero, grande amico, a volermi sul palcoscenico per festeggiare i suoi sessant’anni. Pensavo di non saper più cantare. Lui disse che era come andare in bicicletta. Non si dimentica. E ricominciai”.

Rita Pavone

Forse la gran parte del pubblico torinese presente al Circolo dei lettori conosce la storia personale di Rita Pavone, eppure tutti ascoltano dalla sua voce la narrazione come fosse un’assoluta novità, con affetto, stima, ammirazione. Una ragazza partita dal nulla che oggi vive con il marito e figli in Svizzera dopo aver venduto milioni di dischi, aver ottenuto grandi successi in Italia e all’estero, aver girato tutti i continenti, aver cantato canzoni a distanza di decenni ancora impresse nella memoria del suo pubblico come “Cuore”, “Il ballo del mattone”, “La partita di pallone” e tante altre, come pure alcuni film e numerosi programmi televisivi dove ha recitato, come ad esempio la miniserie televisiva “Il giornalino di Gian Burrasca”. Lei spiega di amare Torino, di essere legata alle sue radici, di avere ancora dei famigliari nella città natale. Riferendosi alle difficoltà delle donne narrate in “Gemma e le altre”, ammette quasi con una leggera timidezza: “sono stata molto fortunata. Credo di aver fatto una bella vita, una vita tranquilla, con scelte che si sono rivelate giuste. Il tempo non mi ha fatto crescere di statura, ma sono cresciuta dentro” dice strappando una plateale risata. Poi aggiunge: “Ho una famiglia meravigliosa. Ed ora che mio marito ha 99 anni, io lo trovo ancora molto figo. Certo l’amore con gli anni cambia. Oggi tra noi c’è molta tenerezza”. Rita Pavone alla soglia degli ottant’anni dimostra che tenacia, determinazione, fiducia nella vita sono ancora le sue caratteristiche capaci di trasmettere entusiasmo. Una donna che ha dimostrato con l’esempio che gli obiettivi si raggiungono soprattutto credendo in stesse.

Author: Pier Carlo Sommo

Torinese, Laureato in Giurisprudenza, Master in comunicazione pubblica e Giornalista professionista. Dal 1978 si occupa di comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. Ha iniziato la carriera professionale presso la Confindustria Piemonte. Dopo un periodo presso l'Ufficio Studi e Legislativo della Presidenza della Regione Piemonte nel 1986 è diventato Vice Capo di Gabinetto e Responsabile Relazioni Esterne della Provincia di Torino Dal 1999 al 2020 è stato Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa dell'ASL Città di Torino. Autore di saggi, articoli e ricerche, ha pubblicato numerosi volumi e opuscoli dedicati alla comunicazione culturale - turistica del territorio. È docente in corsi e seminari sui problemi della comunicazione e informazione presso le società di formazione pubbliche e private . Professore a contratto di Comunicazione Pubblica presso l'Università di Torino e Università Cattolica. embro del Direttivo del Club di Comunicazione d'Impresa dell’Unione Industriale di Torino, dal 2005 al 2008 è stato Vice Presidente. Presidente del Comitato scientifico di OCIP Confindustria Piemonte Membro del Comitato Promotore dell' Associazione PA Social, È stato Segretario Generale Nazionale dell'Associazione Comunicazione Pubblica e Istituzionale dal 2013 al 2020.