Carola Vai
“Con i dilettanti non si va da nessuna parte”. “In Italia c’è un eccesso di tolleranza”. “Quando si fa decidere al popolo non è detto che decida per il bene del popolo”. “Il più grande continente del mondo è Facebook”. “Il nostro mondo non credo sia nelle mani di Salvini e Di Maio, ma di altri del pianeta internet che ci guadagnano un’enormità”. Sono alcune convinzioni espresse dal giornalista Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale, durante la conferenza tenuta a Torino, al club culturale Dumse da Fe diretto da Piero Gola.
Nel tentare una risposta al titolo dell’incontro: “SOVRANISMO, una formula proposta da politici oppure un’inevitabile ’misura’ per fronteggiare le recenti anomalie in ambito internazionale?” Sallusti ha spaziato su vari temi con voce pacata, ma spietata chiarezza. A cominciare dalla situazione del quotidiano che lui dirige. “Il magico mondo berlusconiano si sta dissolvendo. Berlusconi sta bene, ma tutte le sue aziende sono governate da manager che, ovviamente, si comportano da manager. Il Giornale deve mettere mano alla ristrutturazione. Ce la metteremo tutta a stare in piedi con le nostre gambe. Siamo ancora il primo quotidiano non di sinistra”. Poi, a proposito di Sovranismo: “mi chiedo a che serva nel 2020. Tutti siamo d’accordo che l’Europa vada cambiata. Il problema è il come. Il cambiamento come valore assoluto non va bene. Come può una somma di sovranismi cambiare qualcosa?” Sallusti ha rammentato come i vari movimenti siano un prodotto del web e dal web traggono la loro forza. “Si crede che poter esprimere la propria opinione, le proprie idee liberamente sul web sia un grande esempio di democrazia. Non è così. Quando si fa decidere il popolo non è detto che decida per il bene del popolo. Facebook e tutti i vari social puntano a sapere chi siamo, cosa pensiamo, cosa mangiamo e tanto altro. A quel punto ci propongono ciò che ritengono giusto. Noi stiamo vendendo a degli sconosciuti non solo la nostra vita, ma pure le nostre anime che alimentano il Sovranismo. Più l’Europa è divisa, più questi signori stanno bene. Lega e il Movimento Cinque Stelle hanno votato contro il copyright proposto dall’Europa… . Internet è un meccanismo infernale e mentre pensiamo alimenti la nostra libertà, la stiamo perdendo. Anzi, io credo che ci stiamo infilando in una dittatura peggiore di quelle del passato….”. Ascoltato da una sessantina di persone silenziose e attente, Sallusti , 62 anni, inizio giornalistico nel 1987 al Giornale diretto da Indro Montanelli, un passato al Messaggero, Avvenire, Il Corriere della Sera, l’Ordine, Libero, e dal 2010 alla direzione de Il Giornale, ha sottolineato: “se sapessi dove sta il bottone di internet, andrei a spegnerlo…. La terza guerra mondiale sarà tecnologica. Tecnologie e politica sono connesse”. Poi a coloro che vogliono un Paese fuori dall’Europa, Sallusti ha ribattuto: “sentirsi padroni a casa propria è una cosa romantica. Ma lo scopo dell’obiettivo è opposto: togliere sovranità all’Europa per avere il comando”.
In merito la Tav , Sallusti ha tagliato corto: “la Tav unisce l’est e l’ovest dell’Europa” e non certo solo Torino e Lione. Poi ha ribadito: “con i dilettanti non si va da nessuna parte. L’incapacità è qualcosa di più grave della colpa di chi ruba. Quando abbiamo bisogno di un medico ci accertiamo che sia bravo e non della sua fedina penale… “. Pur senza fare nomi, Sallusti non ha risparmiato mordaci frecciate : “In Italia c’è un problema di eccesso di tolleranza e questo è figlio della sinistra e di una parte della Chiesa. C’è chi sostiene che l’Italia è nelle mani dei fascisti. Assurdo. Rappresentano lo 0,7%. L’Italia è un Paese sano”.
Il direttore de Il Giornale a proposito degli attuali governanti ha osservato : “sono senz’altro incapaci, ma in fatto di malafede ho qualche dubbio. Tutti i governi hanno sempre avuto punti di riferimento. Quali sono quelli attuali?” Nessuna previsione sulle prossime elezioni europee del 26 maggio, però una certezza: “Bisogna attendere i risultati , di sicuro è impossibile che nulla cambi dopo il voto.”.
In merito la salute dell’informazione cartacea, Sallusti ha ammesso: “è una situazione complicata. Quando sono diventato direttore de Il Giornale avevo 600.000 lettori, oggi un mio articolo è letto da un milione e mezzo di persone. Eppure allora guadagnavo molto più di oggi perché abbiamo ceduto gratis il nostro lavoro a Facebook. L’informazione si può contare e pesare, quella che conta, pesa, e andrebbe fatta pagare. Ma non si è ancora scoperto come farla pagare. L’informazione affidabile nasce comunque ancora nei luoghi certificati, ma non guadagna”.
Infine un’amara battuta sullo stato della giustizia: “di recente un pregiudicato a piede libero ha ucciso un carabiniere, mentre la preside di una scuola è stata arrestata perché sorpresa fuori dal lavoro alla guida di un’auto di servizio. La preside non avrebbe dovuto essere su quella vettura. Ma è assurdo metterla in carcere, e lasciare in libertà un pregiudicato. Tutte le categorie professionali hanno delle regole. Quella dei magistrati no, i magistrati sono intoccabili. Ci vorrebbe una classe politica capace di attuare una riforma in proposito, invece la nostra classe politica è talmente pavida che difficilmente la farà”.