Dario Gedolaro
Spiace dover sottolineare la figura “stonata” rimediata proprio al Salone del Libro del suo addio dal Direttore Nicola Lagioia. Spiace perché nelle sette edizioni da lui dirette aveva dato prova di capacità culturali e organizzative. Eppure non si può non rimanere perplessi per il suo comportamento in occasione dell’intollerante incursione di un pugno (29 in tutto) di ragazzine di Extinction Rebellion e Non una di meno nell’arena in cui avrebbe dovuto parlare la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. L’esponente di governo non ha potuto presentare il suo libro “Una famiglia radicale” (Rubbettino), un fatto evidentemente grave, inaccettabile per una manifestazione culturale, pluralista e tollerante come il Salone. Lagioia era presente, ha mostrato condiscendenza per le ragazze che strillavano slogan bizzarri ed esponevano striscioni in cui mescolavano ambiente e utero in affitto. Ha cercato un’impossibile mediazione, poi se n’è andato.
Ci certo non si può dar torto alla Roccella quando ha commentato: “Eravamo in un luogo che dovrebbe essere il più aperto a tutte le manifestazioni della cultura e mi sembrava importante che anche da parte del direttore ci fosse una presa di posizione chiara contro il fatto che si impedisca a qualcuno di parlare”. L’episodio è emblematico del clima che si è venuto a creare intorno ai cosiddetti “diritti civili”, dell’intolleranza di chi predica la tolleranza e della condiscendenza convinta o di convenienza che una parte del mondo intellettuale, politico e dello spettacolo mostra superficialmente verso tematiche che invece dovrebbero fare molto riflettere. C’è una moda, ci sono minoranze aggressive e chiassose (lo erano anche quelle che hanno portato a regimi autoritari nello scorso secolo) e ogni ragionamento va a farsi benedire. E così l’immancabile Elly Schlein non ha speso una parola contro il bavaglio imposto a una donna che voleva presentare un proprio libro, facendo cadere dall’alto della sua esperienza la sua sentenza: “In una democrazia chi sta al Governo e ha il potere deve mettere in conto che ci siano le contestazioni e il dissenso, chi fa politica in generale lo deve mettere in conto”. Quando capiterà il contrario la sinistra dovrà tenerne conto.
Ma non basta, altri personaggi sempre molto attenti al politicamente corretto hanno giustificato la gazzarra. Non poteva mancare lo scrittore Roberto Saviano, che al Salone ha potuto parlare liberamente. “In realtà questi ministri e politici sono venuti qui a provocare, non ribaltiamo la verità”, è stato il suo equilibrato commento. E poi Chiara Appendino, che dopo 5 anni inutilmente passati a fare il sindaco di Torino, è stata promossa parlamentare (evviva la meritocrazia). Ha difeso il comportamento “pilatesco” di Lagioia e accusato di “abisso di ignoranza” chi si era permesso di criticarlo.
Stridono molto queste parole con quelle del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo (Pd), il quale ha commentato: “Come sindaco non posso far altro che esprimere alla ministra Roccella la mia solidarietà per l’episodio increscioso che le ha impedito di esprimere la sua opinione. Sono dispiaciuto di questa contestazione e ribadisco che ovviamente la ministra Roccella, così come tutti gli altri esponenti del Governo, è sempre la benvenuta per quando vorrà tornare a Torino nel corso di successivi appuntamenti”. Anche Matteo Renzi ha criticato l’accaduto, parlando di: “Fascismo degli antifascisti”. Eppure il tema dello sfruttamento delle donne in stato di bisogno che affittano gli uteri a pagamento dovrebbe stare molto a cuore a chi si definisce progressista. Ma di che progressismo stiamo parlando? E’ il progressismo di stampo anglosassone, un miscuglio di radicalismo e individualismo spinto. Il principio base è che “ognuno può fare quello che gli pare”, anche se i suoi comportamenti vanno a danno della società in cui vive. E sì, perché sul tema della maternità e della famiglia si sta scherzando col fuoco. Finalmente se ne sono accorti in molti. Il cosiddetto “inverno demografico”, che lo scorso anno ha portato in Italia a una perdita di popolazione equivalente a quella di una città delle dimensioni di Bari, dovrebbe preoccupare come e più della siccità e del cambiamento climatico. E’ in gioco la tenuta del sistema di welfare delle moderne democrazie occidentali, dall’assistenza sanitaria garantita a tutti alle pensioni.
I bambini nati in Italia diminuiscono costantemente, passando dai 576.659 del 2008 ai 392.598 dell’anno scorso, il primo anno dall’Unità d’Italia in cui il numero è sceso sotto i 400 mila. Il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo stima che la popolazione italiana si ridurrà dagli attuali 59 milioni di abitanti a 48 milioni nel 2070.Purtroppo non è soltanto un problema economico, ma culturale e la sa bene chi ha figlie e figli, che non si assumono la responsabilità di una famiglia (cioè di mettere al mondo figli) fino ai 35-40 anni, quando però le probabilità di fertilità calano drasticamente.
Lo si dovrebbe dire alle nuove generazioni, che invece si imbevono di teorie antiscientifiche (il gender) e che sono spinte a non prendersi responsabilità. Come se ne uscirà? Ridicolo pensare di farlo con le unioni arcobaleno e gli uteri in affitto.