Dario Gedolaro
“Chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”. Un’ affermazione che sembra calzare a pennello per il nostro sindaco, Chiara Appendino, che ha finalmente battuto un colpo sulle possibili conseguenze per Torino dalla nascita di Stellantis, il nuovo colosso dell’ auto frutto della fusione fra FCA e PSA (Gruppo Peugeot). Pochi giorni fa (il 28 aprile) c’ è stato un Consiglio Comunale aperto e in video conferenza dedicato alla questione, una un po’ troppo affollata “passerella” per esponenti del mondo produttivo, accademico, sindacale, oltre che politico locale.
Con un’ affermazione dal sapore un po’ ridicolo Appendino ha chiuso i lavori affermando: “Il territorio nel suo complesso deve far sentire la propria voce”. E fino ad ora che cosa ha fatto? Ha sollecitato il governo, contattato i principali azionisti italiani del nuovo gruppo, in particolare il “torinese” John Elkann? A dire il vero Appendino ha dichiarato: “Ho interessato della vicenda il presidente del Consiglio Mario Draghi” (con una lettera di metà aprile), ammettendo così implicitamente che il precedente presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non era stato mai interpellato.
Eppure la fusione non è stato un fulmine a ciel sereno, che ha colto di sorpresa la distratta Appendino. Il via libera dalle assemblee di FCA e PSA, il 4 gennaio scorso, è stato l’ultimo atto di un processo iniziato oltre un anno prima. Dopo giorni di indiscrezioni (che ovviamente il sindaco non ha avuto il tempo di prendere in considerazione), il 31 ottobre 2019 con una nota congiunta, i due Consigli di Amministrazione annunciano la volontà di procedere ad un’aggregazione attraverso una fusione paritetica. Fin dall’inizio viene indicato che a presiedere il nuovo gruppo sarà John Elkann, mentre Carlos Tavares, amministratore delegato di Psa, sarebbe diventato amministratore delegato.
Il 18 dicembre successivo le due aziende firmano un memorandum d’ intesa che sancisce il via all’operazione di fusione. Il 17 giugno 2020 parte l’ indagine della Commissione Europea per valutare se la fusione possa ridurre la concorrenza nel settore dei veicoli commerciali leggeri e il 15 luglio 2020 viene annunciato il nome che nascerà in seguito alla fusione: Stellantis. Infine il 21 dicembre 2020, in anticipo rispetto alle attese, la Commissione europea approva il progetto di fusione. Per questo appaiono un po’ ridicole le affermazioni fatte dal sindaco Appendino durante il Consiglio Comunale aperto, quando in tutti questi mesi le autorità cittadine hanno brillato per il loro disinteresse e silenzio su una colossale operazione industriale che, guarda un po’, interessa molto da vicino la città. Nel corso del Consiglio comunale aperto Nicola Scarlatelli (vicepresidente della Camera di Commercio di Torino) ha fornito qualche dato: dipendenti FCA diretti a parte, la filiera della componentistica auto nella nostra regione è composta da 736 imprese, con un fatturato di 18,5 miliardi e oltre sessantamila addetti, di cui l’84 per cento nella provincia di Torino. E se non basta; i rappresentanti sindacali hanno fatto notare che dal 2006 al 2020 si è passati da 214 mila auto assemblate a Torino a 29 mila, un -87% che corrisponde a meno 32 mila posti, con conseguente crisi economiche che hanno avuto ripercussioni su tutti i settori della città. Davide Provenzano (segretario generale FIM-CISL Torino) ha definito drammatico il momento attuale per i lavoratori di FCA, reduci da anni di cassa integrazione e senza chiare prospettive”, e ha fatto un’ affermazione che riassume quello che sostengo: “I lavoratori segnalano la distanza della politica dall’azienda e noi chiediamo che il Comune di Torino si adoperi di più”.
Vedi anche:
http://www.viavaiblog.it/caso-iveco-l-indifferenza-di-chi-governa-torino/