Pier Carlo SOMMO
Ogni grande città ha dei monumenti - simboli primari conosciuti in tutto il mondo, spesso ve ne sono altri meno evidenti, ma cari al cuore dei cittadini. Da oltre un secolo Torino è rappresentata dalla "Mole Antonelliana", il cuore dei torinesi forse batte di più per altri simboli, più intimi e discreti: piazza S. Carlo e il suo “Caval d’brons”, il salotto buono della città; la Consolata, la devozione più antica e infine la Basilica di Superga, orgoglioso simbolo della storia patria.Pier Carlo Sommo
La cittadina di Rivoli, per un certo periodo del Medioevo, fu più importante della vicinissima Torino. Superato l’anno mille, dopo due secoli di possesso del Vescovo di Torino, Rivoli entrò a far parte del dominio dei Conti di Savoia. Amedeo VI Conte di Savoia (1334- 1383), detto il Conte Verde dal colore dell’abito scelto nel 1353 per cimentarsi in un torneo, fece del piccolo centro la capitale del suo regno dove dimoravano anche i membri della sua corte costruendo splendidi palazzi. Rivoli rimase sede della corte dei Savoia fino al 1563, quando Emanuele Filiberto trasferì a Torino la capitale del suo regno. Amedeo VI è sepolto nell’ Abbazia di Hautecombe in Savoia. Curiosamente di lui non è rimasta alcuna immagine. Di quel periodo di splendore rimane nella cittadina il palazzo conosciuto oggi come "Casa del Conte Verde" , rara testimonianza di quel tempo: simbolo e memoria della storia della città.Pier Carlo Sommo
Quando si parla di dimore reali Sabaude il pensiero corre subito ai fastosi palazzi del Piemonte, Stupinigi, Racconigi, Moncalieri, il palazzo reale di Torino. In Valle d’Aosta vi è invece un castello “reale” un po’ diverso, più curioso che fastoso: il castello di Sarre che da un’altura rivolta verso la conca di Aosta domina l’accesso all’alta Valle. Il piccolo maniero, più che alla sua nascita nel medioevo, è legato alla storia moderna, dall’Unità d’Italia all’avvento della Repubblica. Una storia scritta dalla famiglia Savoia, dinastia fortemente legata fin dalle sue origini alla Valle d’Aosta.Carola Vai
Il Castello di Moncalieri, alle porte di Torino, custodisce ottocento anni di storia. Tra le sue mura la famiglia Savoia ha vissuto 7 secoli di governo. Il Castello è cambiato con l’alternarsi di successi, sconfitte, amori, tradimenti, lutti, gioie, di personaggi ed avvenimenti. Il susseguirsi dei fatti dalla prima costruzione dell’edificio, nel 1200 circa, a quando il Castello nel 1926 ha perso il ruolo di residenza, non sono mai stati del tutto raccontati. Nemmeno sono stati uniti alla trasformazione avvenuta dal 1948 quando, in questo luogo, si sono stabiliti i Carabinieri, ancora presenti. Da qui l’idea del volume "Il Castello di Moncalieri. Una presenza sabauda fra Corte e Città" con le vicende che lo riguardano dalla nascita ai nostri giorni. Il libro, 420 pagine, tante fotografie, narra gli accadimenti incluse le metamorfosi murarie, ambientali, sociali. L’opera pubblicata dal Centro Studi Piemontesi è stata presentata dall'assessore alla cultura di Moncalieri, Laura Pompeo, nel giardino delle rose, il 23 luglio, pochi giorni dopo la riapertura al pubblico del Castello seguita alla lunga pausa imposta dalla diffusione del coronavirus.Carola Vai
Quando, in una giornata o in una notte luminosa, si arriva a Torino, in auto o in aereo dalla parte nord-est, si scopre ben visibile sul colle omonimo la Basilica di Superga. Il grandioso monumento sembra avvolgere Torino in un abbraccio protettivo. Del resto la nascita del tempio è attribuita ad un voto alla Madonna. A farlo è il Duca di Savoia, Vittorio Amedeo II per ringraziare la Vergine Maria della vittoria dei piemontesi contro la potente Francia di Luigi XIV, dopo una sanguinosa guerra conclusa nel 1706. L’opera è frutto del genio di Filippo Juvarra, messinese diventato architetto di Casa Savoia. E’ stato lui a porre la prima pietra dell’edificio il 20 luglio 1717, trecento tre anni fa, durante una festosa cerimonia. Per decenni la Basilica è stata custodita dall’Ordine dei Servi di Maria della Chiesa cattolica creato nel 1233 , che però non hanno rinnovato il contratto scaduto in questo 2020. Così il complesso è in attesa di un nuovo gestore: e potrebbe essere lo Stato, o la Regione o un altro Ordine cattolico.Carola Vai
Per costruire il futuro è indispensabile conoscere e capire il passato. Pertanto, mentre Torino e il Piemonte affrontano le sfide del domani, scrutare nella storia non è solo un esercizio culturale, ma un obbligo, soprattutto in merito eredità e residenze sabaude: palazzi, castelli, musei, pinacoteche. Tutte risorse utili dal punto di vista dell’ identità e dei valori piemontesi in prospettiva italiana e internazionale, ed anche sotto il profilo economico. Il primo di tali luoghi è il Palazzo Reale, centro di potere del regno sabaudo per almeno tre secoli, nel cuore di #Torino. Nella residenza protetta dall’#Unesco dal 1997, benché quasi rustica se paragonata ad altre ben più fastose sparse per l’Europa , tutto è prezioso: arazzi, arredi, porcellane, orologi, pitture, pavimenti. Aperto al pubblico, è meta continua di visitatori e spesso ospita vertici, convegni ed eventi di rappresentanza anche politica.