Carola Vai
“Lo sport ha bisogno di certezze e di programmazione per vivere. Senza queste due linfe perde la possibilità di esistere”. Livio Berruti, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960, laureato in chimica, non usa mezzi termini per commentare i gravi effetti del coronavirus sul mondo sportivo. Il nemico invisibile che non fa distinzioni di alcun genere ha, del resto, paralizzato tutti i settori: da quello agonistico con campioni milionari a quello più umile presente nei piccoli comuni o nei quartieri alveari delle grandi città. A rischio sopravvivenza, ancora prima delle varie specialità, la carriera di molti atleti penalizzati proprio dall’assenza di pianificazione.Carola Vai
“E’ stata una festa che mi ha emozionato. Ho rivisto tanti amici”. Così Livio Berruti ha commentato l’omaggio dei 500 ospiti adunati nella sede dell’Isef Torino, in piazza Bernini, domenica 19 maggio, per celebrare i suoi 80 anni. Il campione dei 200 metri alle Olimpiadi di Roma 1960, primo velocista europeo a interrompere l’egemonia degli americani, ha frenato l’emozione dietro il sorriso. Una festa con molte star dell’atletica, da Sara Simeoni a Maurizio Damilano, da Eddy Ottoz a Piero Gros fino al ventenne Filippo Tortu, velocista, definito “il successore” di Berruti.