Maria Luisa Nitti
(Seconda parte) – La prima visibilità del ruolo delle donne si ebbe nel XIX secolo con le Costituzioni nazionali e il “diritto internazionale umanitario”, leggi che create per proteggere le vittime dei conflitti armati iniziarono a promuovere l’internazionalizzazione dei diritti umani. Di questo periodo sono da sottolineare l’importante ruolo di Florence Nightingale, inglese, e Elizabeth Blackwell, americana, impegnate a difendere i diritti delle donne. Florence Nightingale, appartenente ad una ricca famiglia inglese, ma nata a Firenze nel 1820, rifiutò il matrimonio per dedicarsi alla professione infermieristica diventando famosa per le sue idee innovative che la portarono ad aprire un gran numero di scuole per infermiere. Di lei ancora oggi esistono a Londra una scuola con il suo nome e una statua a lei dedicata, come anche a Firenze. Elizabeth Blackwell fu la prima donna laureata in medicina nel 1849, a New York, dove aprì il primo ospedale gestito da donne. Creò anche una scuola annessa al nosocomio dove le donne potevano studiare medicina.Carola Vai
Personalmente non ho mai creduto all’introduzione per legge delle quote rosa per aiutare le donne a conquistare posizioni apicali . La soluzione per frenare la disuguaglianza di genere può solo venire da provvedimenti governativi . Una convinzione, la mia, non sempre condivisa. Ma con il premier Mario Draghi, forse, si possono auspicare cambiamenti. Lui stesso nel suo primo intervento in Senato ha detto: “Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso”.Carola Vai
Nessuno sa cosa ci aspetta quando la pandemia sarà finita. Di certo ci sarà da ricostruire. In tutti i settori. Ma c’è un fatto che più di qualsiasi altro sembra suscitare interrogativi, al momento privi di risposte: perché le donne sono meno colpite degli uomini? Una realtà che scatena l’immaginazione. In futuro, se si vorrà contenere il contagio di qualsiasi virus similare al Covid-19, si dovrà pensare a città gestite da donne? Città di maschi esistono già. Ovunque. Sia nei Paesi occidentali che orientali. Gli uomini comandano e gestiscono tutti i settori principali della società. Dunque se il coronavirus uccide gli uomini e risparmia le donne, bisognerà che siano le donne a occuparsi in maggioranza delle varie attività fuori casa? Come dire che la tanto invocata parità di genere rischia di essere limitata pure dalla pandemia, ma in modo capovolto.