Dario Gedolaro
Un dato è rilevante e merita grande considerazione: Stefano Lo Russo è diventato sindaco praticamente con gli stessi voti del suo compagno di partito Piero Fassino, che cinque anni fa venne sonoramente sconfitto da Chiara Appendino. E’ dunque evidente la disaffezione dell’ elettorato torinese, la disillusione del “tanto non cambia niente”. Un astensionismo incredibile (sfiora il 60%), ancora più se si pensa che i due candidati al ballottaggio erano degnissime persone, un professore del Politecnico (la più prestigiosa istituzione scientifico-educativa della città) e un serio imprenditore con interessi culturali (ha ben operato come presidente della Film Commission). Come è potuto accadere che i disciplinati torinesi, così ligi a partecipare al più importante appuntamento di una democrazia, il voto, si siano disinteressati in tanto grande numero alla scelta del futuro sindaco?Dario Gedolaro
Ma che colore ha l’ idiozia? Di fronte ai gravi fatti di Roma, con l’ assalto alla Cgil da parte di una masnada di dimostranti capeggiati da esponenti dell’ estrema destra, mi pare che si debba rifuggire dalle non disinteressate semplificazioni. Il fenomeno che ha originato l’ episodio è quello dei No Vax/No Green Pass, un mondo variegato, sicuramente non solo di destra, che trova aderenti anche a sinistra, fra i Cinque Stelle e nelle frange giovanili dei Centri Sociali.Dario Gedolaro
Chiara Appendino può appuntarsi al petto un’ altra “medaglia” : non è stata in grado di far insediare a Torino, la più in crisi fra le grandi città del Nord, la cosiddetta Gigafactory di Stellantis, cioè la fabbrica delle batterie per le auto elettriche. Ovviamente non è l’ unica colpevole per questo smacco, che può condividere con altri amministratori e politici regionali, ma la scelta di mettere a Termoli questo importante stabilimento penalizza la “sua” città e il primo azionista e presidente di questo grande gruppo automobilistico è il torinese Johan Elkann, con cui evidentemente non ha intrattenuto in questi anni proficui rapporti. Anzi, sarebbe meglio dire: con cui non ha intrattenuto alcun serio rapporto.Dario Gedolaro
Il panorama delle prossime elezioni amministrative di Torino si sta delineando. Nel Pd ci sono 4 candidati a sindaco, l’estrema sinistra ne presenta uno, nel centrodestra appare scontato (anche se non ancora ufficializzato) l’ appoggio al “civico” Paolo Damilano. Di donne nemmeno l’ ombra, a dimostrazione che a sinistra spesso agli slogan “politicamente corretti” per ingraziarsi l ‘elettorato femminile non seguono i fatti (a Roma è accaduto lo stesso).Dario Gedolaro
#italiaunicaqui - Enrico Salza, uno dei grandi vecchi di Torino, esce da un lungo silenzio e, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera, traccia su “La Stampa” un profilo del futuro sindaco di Torino. Un profilo che il quotidiano sintetizza con la parola “glocal” (mentalità internazionale e radicamento locale). Articolo interessante, che soprattutto stride con la situazione attuale, in cui una sindaca governa con inesperienza e mano insicura una giunta ed una maggioranza impreparate al difficile compito di rilanciare la città, senza per altro che l’opposizione le abbia incalzate con sufficiente vigore.