Pier Carlo Sommo
4 novembre 1918: fine della Prima Guerra Mondiale. La data dal 1922 celebra il compimento dell'Unità Nazionale e la giornata delle Forze Armate. A Torino quell’evento è onorato dal Faro della Vittoria, monumento colossale che rappresenta la Vittoria Alata, svettante sulla sommità del Bric della Maddalena nel cuore del Parco della Rimembranza. Il fascio di luce, che brilla ogni sera ed è visibile a chilometri di distanza, è irraggiato dalla fiaccola sorretta dalle mani della gigantesca opera in bronzo. A volere la statua, realizzata nel 1928 dallo scultore torinese Edoardo Rubino (1871-1953, fu il senatore Giovanni Agnelli, che poi la donò alla città per commemorare il decimo anniversario della Vittoria.Dario Gedolaro
Qualcuno l’ha definito “Penna rossa”, altri “re dei talkshow” giornalistici televisivi, di sicuro Massimo Giannini è stata un’anomalia nella lunga storia dei direttori del quotidiano La Stampa. Romano fino alla radice dei capelli, ha importato uno stile aggressivo, polemico, politicamente molto schierato a sinistra nel giornale torinese della famiglia Agnelli.
Pier Carlo Sommo
Tra le curiosità di Roma vi sono le sei statue parlanti, su cui, fin dal XVI secolo, i Romani affiggevano (l’abitudine permane tutt’ora) messaggi anonimi, contenenti critiche e componimenti satirici contro i governanti. I messaggi sono detti "pasquinate" in relazione alla statua parlante più nota, il Pasquino. Pochi sanno che una riproduzione del Pasquino è a Torino in piazza IV Marzo. Il monumento ricorda Casimiro Teja, che fu pittore, incisore e soprattutto vignettista satirico. Venne definito il "principe dei caricaturisti piemontesi", era praticamente il Forattini dell’ Ottocento. Aveva frequentato la Reale Accademia Albertina di Belle Arti, era nato a Torino nel 1830, dove operò per tutta la vita e vi morì del 1897. Il monumento a lui dedicato, che nel basamento porta il suo ritratto in bassorilievo, fu inaugurato nel 1904, era stato commissionato dal Comune di Torino al famoso scultore Edoardo Rubino, artista di grande valore, tra le tante opere a lui si deve anche il Faro della Vittoria sul colle della Maddalena a Torino.Carola Vai
L’Italia torna alla Fiera del libro di Francoforte come "ospite d'onore" dopo 36 anni. Appuntamento dal 16 al 20 ottobre 2024. Ed anche se manca oltre un anno alla kermesse, i preparativi stanno avanzando sotto il coordinamento di Mauro Mazza, commissario straordinario designato dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e nominato dal governo della premier Giorgia Meloni. “Le linee guida sono ancora da stabilire” ha ammesso Mazza in un’intervista al Corriere della Sera. Tuttavia ha sottolineato di voler “rappresentare a Francoforte la cultura italiana in tutte le sue espressioni e declinazioni”.Carola Vai
Torino ha perso il titolo di città industriale dell’auto. Ma possiede il Museo Nazionale dell’Automobile (MAUTO) più grande d’Europa, con oltre 200 vetture originali di 80 marche diverse, provenienti dall’Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Olanda, Spagna, Polonia e Stati Uniti. A volerlo fu Carlo Biscaretti di Ruffia, 90 anni fa: il 19 luglio 1933. Così, in questa estate 2023 di grandi flussi turistici il Museo celebra l’importante anniversario con un gran numero di eventi distribuiti fino a metà autunno, come si legge all’interno del sito del Museo stesso.Carola Vai
Luglio 2023 si sta rivelando un mese spettacolare per l’Italia turistica. Città d’arte, mare, montagna, borghi letteralmente presi d’assalto da stranieri provenienti da ogni continente, con una prevalenza di americani e asiatici. Un successo che sta pesando sull’aumento delle tariffe di tutto il comparto: trasporti, alberghi, ristoranti e persino campeggi. Costi che convincono molti turisti, soprattutto italiani, a concentrare la vacanza in pochi giorni, ma non penalizzano al momento il numero delle presenze.Dario Gedolaro
Spiace dover sottolineare la figura “stonata” rimediata proprio al Salone del Libro del suo addio dal Direttore Nicola Lagioia. Spiace perché nelle sette edizioni da lui dirette aveva dato prova di capacità culturali e organizzative. Eppure non si può non rimanere perplessi per il suo comportamento in occasione dell’intollerante incursione di un pugno (29 in tutto) di ragazzine di Extinction Rebellion e Non una di meno nell’arena in cui avrebbe dovuto parlare la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. L’esponente di governo non ha potuto presentare il suo libro “Una famiglia radicale” (Rubbettino), un fatto evidentemente grave, inaccettabile per una manifestazione culturale, pluralista e tollerante come il Salone. Lagioia era presente, ha mostrato condiscendenza per le ragazze che strillavano slogan bizzarri ed esponevano striscioni in cui mescolavano ambiente e utero in affitto. Ha cercato un’impossibile mediazione, poi se n’è andato.Dario Gedolaro
Quale sarà il futuro della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, dopo l’elezione di Fabrizio Palenzona a presidente? L’interrogativo non è campato in aria vista la provenienza e gli interessi del nuovo Presidente. Palenzona, ex vicepresidente di Unicredit, nato a Novi Ligure ma tortonese di adozione, uomo del mondo dell’autotrasporto, non ha radicamento in città, al contrario del presidente uscente, Giovanni Quaglia, che, pur essendo cuneese di origine, vive ormai da alcuni anni a Torino, dove si è trasferita tutta la sua famiglia. Tanto per fotografare la distanza “geografica” del neopresidente rispetto a Torino, sembra che Palenzona abbia aspettato l’esito della votazione del Consiglio di indirizzo della Fondazione CRT (10 voti a suo favore, 7 per Quaglia) in Costa Rica, dove stava trascorrendo un periodo di vacanza.Dario Gedolaro
Attrarre investimenti a Torino. Dopo 5 anni di amministrazione 5 Stelle “inesistente”, guidata dal sindaco Chiara Appendino, finalmente se ne riparla e si cerca di rimediare alle fughe di attività imprenditoriali (su cui anche le precedenti giunte di sinistra non avevano fatto praticamente nulla). Ma quello che si è perso è stato molto, una vera emorragia, soprattutto verso Milano.Dario Gedolaro
Negli ultimi due anni i torinesi hanno adottato settemila cani, quasi quanto il numero di bambini che sono nati in città. “Siamo - scrive La Stampa - sempre più una città a misura di cuccioli di animale anche a livello amministrativo, dove crescono le politiche rivolte ai quattro zampe”. Ma, al di là della simpatia che si può nutrire per il migliore amico dell’uomo, non è una buona notizia. Se infatti è vero, come dice ancora La Stampa, che a Torino c’è stato “un aumento sensibile e continuativo del numero di cani registrati all’anagrafe canina, erano 75.312 nel 2020, sono diventati 79.726 nel 2021, 82.247 nel 2022”, un andamento inversamente proporzionale si registra nella decrescita della popolazione a causa del bassissimo numero di nascite.