Fiammetta Bonazzi
Da luglio a settembre, la grande musica d’autore sbarca sulle rive del Verbano e diventa il miglior pretesto per esplorare le isole, i parchi botanici, le ville e i sacri monti che fra Sette e Ottocento avevano sedotto i viaggiatori del Grand Tour, da Lord Byron a Goethe fino a Stendhal, che in una lettera a un amico annotava: “Se hai un cuore e una camicia, vendi la camicia e visita il Lago Maggiore”. Il romanziere globetrotter innamorato dell’Italia rimase incantato dall’atmosfera cangiante del Golfo Borromeo: un palcoscenico naturale punteggiato da piccoli borghi e chiese barocche, isole e vallate che mutano d’aspetto stagione dopo stagione. È in questa enclave del Piemonte orientale, a un’ora d’auto da Malpensa e dal Confine elvetico, che fra luglio e l’inizio di settembre tornano puntuali da sessant’anni le Settimane Musicali di Stresa - oggi Stresa Festival - evento di risonanza internazionale ideato nel lontano 1961 dall’avvocato e nobiluomo veneziano Italo Trentinaglia de Daverio, e che quest’estate, complice l’atteso allentamento delle misure restrittive, è di nuovo libero e itinerante.Paola Claudia Scioli
#italiaunicaqui – Verbania, città sparsa sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, nata artificialmente nel 1939 dall'unione di più paesi (Intra, Pallanza, Suna e altri ancora), punta sul suo scenografico paesaggio per la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022. Un triangolo di terra, protetto alle spalle dalla selvaggia Val Grande, costellato di ville signorili con rigogliosi giardini affacciati sul lago blu, da sempre punto di riferimento per turisti italiani e stranieri. In questo periodo dell’anno Verbania sembra essere andata in letargo. Tuttavia, questo è un territorio tradizionalmente sempre in fermento sin dall'inizio dell'Ottocento.